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Cara Mamma Rai: Lettera da.. Sydney (5)

Cara Mamma Rai: Lettera da.. Sydney (5)

OH MARINA! Io leggo Marina da Sydney e mi emoziono. Penso a questa ragazza che a 22 anni parte sola per Sydney. Penso alla sua caparbietà, alla forza, alla determinazione. Penso alle lunghe giornate sola, che all’inizio si sa è così l’ho provato. Penso che poi ce la fa, lavora alla radio tv australiana e studia e si laurea. E in Italia di donne così ne avremmo bisogno. Penso che il nostro Paese ancora non capisce. E Marina freme, talvolta, temo, soffre. Per ragazze così noi adulte qui ci impegniamo vero?

Cara Mamma Rai, ti guardo da Sydney e mi vengono dei dubbi. Sì io sto bene, sono stata a Dangar Island, un posto magico sull’Hawkesbury River in New South Wales. Nel weekend abbiamo trovato una costola di balena su una spiaggia, fatto il bagno sotto le cascate, nuotato tra le rocce rosse e gli alberi del te. No, non mi servono soldi, sta tranquilla, il lavoro va bene, la casa pure, mangio abbastanza verdure…

Ma parliamo di te, mamma Rai. Leggo dal tuo codice etico che nella tua qualità di concessionaria del Servizio Pubblico radiotelevisivo, ti assumi quali tuoi compiti prioritari una lunga lista di mansioni edificanti nei nostri confronti. http://www.rai.it/dl/docs/%5B1232098969253%5Dcodice_etico.pdf Seguendo Sanremo 2012 a distanza di sicurezza, ho capito quanto ti sia difficile ricordarle tutte ai tuoi autori ogni giorno. Allora, anche su suggerimento della mia amica Carla che ora vive a Berlino, ho pensato di farti un promemoria, un riassuntino per punti, facsimile bigino della maturità. Lo …

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Il futuro dipende da noi: Lettera da.. Parigi (4)

Il futuro dipende da noi: Lettera da.. Parigi (4)

Giulia Camin ci racconta i giorni che avvicinano alle elezioni presidenziali in Francia, parlando di politica e impegno civile. Uno sguardo ai “cugini” per capire di più di noi. Buona Lettura!

Care amiche e cari amici, nonostante le giornate si stiano allungando, vento freddo e nuvoloni grigi sembrano allontanare sempre più l’arrivo della primavera. Un vero peccato perché qualche settimana fa, raggiunti i 20 gradi, Parigi, le sue migliaia di brasserie e i loro micro-tavolini tondi disseminati un po’ ovunque avevano fatto fiorire la città facendo respirare un’atmosfera prematuramente estiva e vacanziera. Ma non è solo il sole o la primavera che qui aspettiamo con impazienza. In Francia è tempo di cambiamenti: le elezioni presidenziali sono in arrivo, scuotono il paese e lo fanno vibrare. Oramai manca davvero pochissimo, i miei nuovi connazionali saranno chiamati alle urne il 22 aprile. Parigi è tappezzata da manifesti, faccioni seri su sfondi alienanti lanciano i soliti slogan elettorali, inviti a comizi ed eventi di ogni tipo. Assisto stranita alla quotidiana guerra di distribuzione di volantini, e se interpellata cerco timidamente di spiegare che non potrò essere utile a nessuno visto che non ho il diritto di voto in quanto straniera. Ma queste elezioni mi stanno enormemente a cuore e parlandone me ne rendo sempre più conto: sì, mi piacerebbe poter dire la mia, questa volta, qui in un paese dove non sono nata, ma dove abito e  lavoro.

Da parecchi mesi mi sono messa di impegno, ho cercato di seguire quella che sentivo …

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Gocce portoghesi: Lettera da.. Lisbona (4)

Gocce portoghesi: Lettera da.. Lisbona (4)

Quando mai ci capita di sentire raccontare di Lisbona? Ci ho pensato giorni fa quando ho letto della morte di Tabucchi, scrittore pisano perdutamente innamorato di Pessoa e da tempo cittadino lusitano. E dunque grazie alla nostra Chiara Baldin che doveva restare a Lisbona pochi mesi e che ci pare, lei pure, irrimediabilmente presa dal fascino portoghese.

 

Farò finta di non aver sentito

I tuoi passi scorrere su di me.

La violenza delle tue ossa sbattere;

La tua voglia di ferirmi,

graffiare con maglia e pelle ruvida.

L’indifferenza nel voltarti

E lasciare frammenti di paura

Incastrati negli occhi.

I miei.

 

 

Ho sgocciolato il costume di nuoto e mi sono fermata a pensare.

Sono passati quasi sei mesi e mi sembra di aver vissuto una vita intera, a Lisbona. Guardavo le gocce che scendevano fino a terra e ho immaginato di essere una di loro, liscia e trasparente: scomparire tra le tubature, scivolare e raggiungere, chissà, il mare. Probabilmente ci arriverei sporca. Forse più grande, unita ad altre gocce. Cambierei, mi modellerei a seconda del percorso da affrontare. Raccoglierei ciò che incontro e mi farei accompagnare da chi incontro. Ne sono sicura.

Ho lasciato asciugare il costume e, sorridendo, ho capito che l’immagine della goccia rappresenta proprio l’esistenza vissuta finora. Quante scivolate, quante strade, quanti viaggi e quanti incontri.

Il mese scorso ho dovuto salutare molte persone incrociate nel nuovo cammino e concludere alcuni capitoli. L’esperienza COMENIUS (http://www.programmallp.it/index.php?id_cnt=31), il progetto con il quale sono arrivata a …

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Fecondazione e Chirurgia: Lettera da.. Barcellona (5)

Giusi Garigali da Barcellona continua i suoi reportage e ci racconta in questo articolo della fecondazione assistita e della chirurgia estetica per le quali Barcellona è meta europea. Si tratta di un post importante perché, come sempre diciamo, non c’è progresso senza aprire gli occhi sulla realtà al di là dei nostri confini.

Devo dire che una delle cose che più mi colpiscono da quando vivo qua (mi domando se in Italia sia altrettanto evidente) è la contraddizione insanabile che a mio modo di vedere esiste tra la ricerca spasmodica della maternità – a tutti i costi e a tutti i prezzi – e la negazione sistematica dei segni che lascia quest’ultima. Attenzione, non sto affatto dicendo che siano le medesime donne quelle che ricorrono a tecniche di riproduzione assistita e quelle che fanno uso della chirurgia plastica, ma certo mi sembra assai singolare che proprio in uno stesso luogo, e cioè la capitale catalana, queste due possibilità vengano portate alle loro estreme conseguenze. Sono certa, infatti, che Barcellona sia una delle città europee in cui in maniera più stridente coesistono e si fronteggiano queste due realtà e in cui, dunque, il corpo della donna viene brutalmente manipolato e calpestato, guarda caso quasi sempre da uomini (anche se con il totale, apparente, beneplacito delle donne). In questa città, infatti, pullulano gli apprendisti stregoni della fecondazione assistita e della chirurgia estetica, professionisti abilissimi che, grazie ad un marketing aggressivo, riescono a creare sempre nuovi “desideri” nelle donne. Qui, tecniche mediche e …

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Lettera da Oxford

Lettera da Oxford

Chiara Carpita si aggiunge oggi alle amiche italiane che ci scrivono dall’estero e che ci raccontano come si vive e si lavora lontano dall’Italia. In questo momento così faticoso è auspicabile se possibile andarsene un po’ di anni, fare esperienza e tornare per migliorare il contesto culturale italiano. Tutto il blog oggi è dedicato alle amiche corrispondenti sia perchè ne ammiro la forza e la perseveranza nel ricavarsi una posizione, sia perchè consocere altri modi di vivere e di pensare ci aiuta ad uscire dalle gabbie. Spesso nelle scuole le ragazzine/i mi dicono “ma tanto la tv è così ovunque?” Non è così come sappiamo, e andarsene per un po’ aiuta ad allargare i nostri orizzonti.

Carissime, CarissimiVi scrivo da Oxford. Sta nevicando, sono appena uscita da una lezione sul romanzo l’Invitata di Simone de Beauvoir. Continuo a pensare a Françoise, all’uccisione di Xavière, l’intrusa, il tradimento che rompe l’equilibrio di coppia . Il sogno di unione di Françoise crolla, scopre di essere stata solo mente, che il binomio mente-corpo non si è mai risolto dentro di lei, lo scopre incontrando l’altra, Xavière, la giovane donna bella e vitale. “Credete che il sogno di fusione dell’amore sia possibile? Esista ancora? Sia ancora possibile crederci?”. A questi Gender Seminars ho incontrato e preso contatti con il gruppo femminista di studentesse di Oxford (OUSU Women’s Campaign) con il quale mi incontro tutti i lunedì per discutere e organizzare conferenze, dibattiti, attivismo in rete. Anche in UK la rete è diventata il luogo

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Il personale e il politico: lettera da Berlino (3)

Il personale e il politico: lettera da Berlino (3)

E di colpo venne il mese di febbraio faceva freddo in quella casa

mi ripetevi: sai che d’inverno si vive bene come di primavera! Sì sì proprio così. La bidella ritornava dalla scuola un po’ più presto per aiutarmi “ti vedo stanca hai le borse sotto gli occhi come ti trovi a Berlino Est?”

Alexander Platz aufwiederseen c’era la neve faccio quattro passi a piedi fino alla frontiera: “vengo con te”. (Franco Battiato, Alexander Platz)

Berlin, Berlin… da qualche mese mi sembra di vivere in un mondo parallelo, surreale, che non conosco. In testa mi risuona il ritornello della bellissima canzone di Franco Battiato (per chi non la conoscesse: http://www.youtube.com/watch?v=8L6v9f8FYys ). Crisi finanziaria e bilanci che vanno a picco provocano nella popolazione di questa metropoli un continuo affannarsi per qualsiasi cosa, grande o piccola che sia. Competizione alla cassa del supermercato tra chi impacchetta per prima la minestra in polvere, competizione in bicicletta per arrivare in pol-position allo stop, competizione nella ricerca di un lavoro tra chi manda più candidature nel minor tempo possibile, competizione anche per trovare un alloggio decente, a portata di portafogli. Finalmente i nodi vengono al pettine e la Verità mostra il suo vero volto: homo homini lupus.

In Italia si dice che in Germania si stia meglio. Posso rassicurarvi: in un mondo in cui le distanze fra strati sociali inferiori e superiori della popolazione si stanno facendo incolmabili, in Germania… chi è sopra nella scala sociale continua ad esserlo e chi è sotto pure! Ma …

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Un lavoro "fisso": lettera da Parigi (3)

Un lavoro “fisso”: lettera da Parigi (3)

Cari amici e care amiche, come state?

Oggi a Parigi il cielo e grigio e grossi nuvoloni si spostano veloci, spinti da un vento caldo che sembra scirocco e che mi ricorda Venezia. Io sto bene e se non ho avuto il tempo per scrivere la mia terza lettera per il blog del Corpo delle donne è proprio perché il mio tempo libero ultimamente si è ridotto drasticamente. Sto lavorando moltissimo, e in questi mesi mi sento completamente assorbita dal mio nuovo lavoro come anche dall’esplorazione di Parigi, così instancabilmente caotica, vivace e stimolante, una città che sembra non riposare mai. Le mie giornate sono piene di sfide, corse e spostamenti, una costante ricerca di equilibrio nella nuova routine. A lavoro sto imparando molto, e questo mi riempie di gioia oltre a farmi sentire più viva e utile. Mi succedono però anche cose strane, tragicomiche direi, del tipo: andare ad una riunione di lavoro e pensare di aver sbagliato sala solo perché c’erano a mio parere troppe donne giovani sedute intorno al tavolo. Triste e divertente al contempo. Ma effettivamente il mondo dei musei e delle istituzioni culturali a Parigi testimoniano una presenza femminile di quantità e qualità, e questo mi rassicura. Ce la faremo anche in Italia, dobbiamo solo continuare a crederci e a lottare.

Tornando al mio microcosmo, le vacanze di Natale (oramai lontane) dalle quali io e Tommaso siamo tornati carichi di pesantissime valige farcite di grana e delizie nostrane consegnateci dalle nostre mamme, sono state un’occasione …

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