Parigi
Giulia Camin, storica dellʼarte e blogger di tematiche di genere, ci scrive da Parigi dove lavora per una fondazione culturale. Si é trasferita in Francia nel 2010 dopo alcuni anni trascorsi in Germania. Si sente europea e pensa che in questo momento vivere allʼestero sia importante non solo per trovare la giusta distanza critica nei confronti della crisi culturale ed economica italiana ma anche per trovare un terreno capace di valorizzare le proprie competenze mettendole a disposizione di un sistema più meritocratico, meno discriminatorio e più paritario.
La Bambina Modella più Bella del Mondo

La Bambina Modella più Bella del Mondo

Grazie a GIULIA CAMIN che porta avanti un lavoro prezioso, che sta alla base di NUOVI OCCHI per i MEDIA: osservare le immagini e analizzarle per comprenderle e all’occorrenza, agire per contrastarle.Qualche giorno fa il Corriere della sera versione online ha pubblicato un articolo che mi ha colpita profondamente. Lo trovate qui, nella rubrica «Moda», ecco il link  La lettura prende davvero pochi minuti e il taglio è uguale a tante altre “notizie” cui oramai siamo forse abituati e assuefatti. In queste righe Kristina, una bambina di 9 anni, viene definita la modella-bambina più bella del mondo. Nell’articolo si parla di perfezione. Nel sottotitolo questa domanda : « È perfetta: che effetto produce sulle nostre figlie che la guardano?». Mi sembra che queste righe cerchino di sottolineare da un lato la bellezza della bimba-modella e dall’altro il pericolo in cui le coetanee incorrerebbero nel confrontarsi con lei ( si allude forse a eventuali gelosie, invidie, senso di inadeguatezza). Il Corpo delle Donne, Lorella Zanardo, il prezioso lavoro sul campo portato avanti da Nuovi Occhi per i Media, ci hanno più volte ricordato quanto sia importante restare all’erta e sviluppare uno sguardo critico rispetto alle modalità con cui la stampa tratta determinate tematiche.

Innanzitutto, trovo discutibile e superficiale l’uso che si fa del concetto di perfezione. Che cos’é la perfezione se non un canone estetico (inesistente), imposto dalle mode e dal mercato ? Ha senso dedicare spazio per osannare sulla stampa una bambina dai lineamenti gradevoli che, per scelta dei genitori, …

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Gender Gap: Italia al 69esimo posto

Gender Gap: Italia al 69esimo posto

Questo articolo và letto con attenzione, è l’analisi del nuovo rapporto sul GENDER GAP, che significa disparità tra i generi. Ve ne ho parlato spesso, lo cito nelle mie presentazioni. Questa volta è GIULIA CAMIN a raccontarvi le parti più salienti del rapporto e a svelarci perchè la FRANCIA, dove Giulia risiede, ha guadagnato 40 posizioni in un anno. Si può imparare dalle esperienze altrui.

“Recentemente é stato pubblicato il rapporto annuale del World Economic Forum (WEF) sul Gender Gap 2014. Si tratta di un’analisi che valuta la disparità delle condizioni uomo-donna e che delinea una classifica di quali siano i paesi in cui nascere donna sia più o meno svantaggioso. Preciso che si parla di svantaggi, più o meno marcati, semplicemente perché non esiste ad oggi un luogo nel mondo in cui il nascere donna provochi vantaggi da un punto di vista sociale o economico. Qui http://www.weforum.org/issues/global-gender-gap trovate maggiori informazioni e il pdf scaricabile. La scheda riassuntiva che riguarda l’Italia si trova a pagina 217. Sono dati, cifre, tabelle molto significative e vale la pena di spendere qualche minuto per leggerle con attenzione. In questi indici cifrati troviamo la sintesi dei problemi che moltissime donne incontrano nella loro vita quotidiana.

L’Italia si trova al 69esimo posto (su 142 paesi). Significa che, rispetto allo scorso anno, il nostro paese ha guadagnato due posizioni. I primi dieci paesi della lista sono: Islanda, Finlandia, Norvegia, Svezia, Danimarca, Nicaragua, Ruanda, Irlanda, Filippine, Belgio. Non stupitevi se tra questi troviamo paesi come il Nicaragua …

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DALLA PARTE dei FIGLI/E

DALLA PARTE dei FIGLI/E

Tempo fa fui invitata al Convegno Nazionale Alcolisti Anonimi. Ciò che mi colpì profondamente fu la presenza dei figli e delle figlie di padri e madri alcolisti che cercavano aiuto da parte dell’associazione e intraprendevano un lungo cammino di formazione per potere convivere con un genitore alcolista. Come vivono i figli e le figlie di genitori violenti? Come stanno in equilibrio tra l’odio per quell’uomo  che massacra di botte la loro madre e l’amore immenso per quell’uomo che è il loro  padre? Grazie a Chiara Baldin ci racconta come il problema viene affrontato a LISBONA. “Tutti i bambini hanno il diritto di crescere nell’amore e nella protezione dei genitori. Tuttavia non sempre è così. In un’ elevata percentuale dei casi di aggressioni domestiche, vi sono i figli ad assistere in prima fila e a soffrire in silenzio.UMAR, União de Mulheres Alternativa e Resposta (Associazione di Donne Alternativa e Risposta), ha cominciato a compilare dati su* figli* delle vittime di violenza domestica e allerta che in Portogallo nessuno sa cosa ne sarà di loro dopo la tragedia vissuta.

Nello stesso giorno Joana ha visto suo padre accoltellare a morte la madre e la sorella, colpirla al petto con un coltello e mutilarsi poco prima che la polizia entrasse nell’appartamento della famiglia, a Soure.

L’adolescente di 13 anni è rimasta ferita a un polmone ma la sua situazione sta pian piano migliorando.

Come Joana, negli ultimi due anni la violenza domestica ha lasciato 107 bambin* orfan* di madre – rivelano i dati …

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L'interruzione di gravidanza in Francia meno umiliante che da noi

L’interruzione di gravidanza in Francia meno umiliante che da noi

Giulia Camin da Parigi ci racconta come funziona l’interruzione di gravidanza per le donne francesi:

Ho letto allibita la storia di Valentina, affetta da una grave malattia genetica, costretta ad abortire da sola, abbandonata in un bagno dell’ospedale di Roma perché tutti i medici presenti erano obbiettori. Ma quante saranno le storie simili di cui sappiamo poco o nulla? Ho appreso con estremo smarrimento le dichiarazioni della Ministra Lorenzin sul piano di fertilità di cui ha trattato anche Lorella recentemente su questo blog. Credo che in situazioni difficili come quella che stiamo attraversando, per evitare di fare passi indietro, per evitare di farci portare via diritti acquisiti con anni di lotte, sia necessario studiare e aggrapparsi alle legislazioni a volte esemplari di altri paesi a noi vicini. Vi racconto quindi brevemente come funzionano le cose qui, in Francia non solo perché credo che il Ministero per i diritti delle donne dell’attuale governo francese stia permettendo un avanzamento reale e costante nel consolidare e acquisire diritti e uguaglianza, ma anche perché, se di questo voleva parlarci la Ministra Lorenzin, qui di bambini ne nascono eccome. Ma non è solo di aumento demografico che stiamo parlando, i temi prioritari  sono ben altri: sicurezza, salute, libertà di scelta.

IVG (interruzione volontaria di gravidanza) :

Secondo l’articolo L.2212-1 del Code de la santé publique, l’ivg  è accessibile a tutte le donne, previo il rispetto di alcune tappe che ne regolamentano l’attuazione. Le tappe consistono in due visite mediche e una consultazione “psyco-social”.

La

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Viva il Papà

Viva il Papà

 E se quel film si fosse chiamato “ Papà ho perso l’aereo?” E se Edoardo Bennato avesse scritto “ Viva il papà”? I giovani europei sparsi nel mondo, pure quelli della generazione Y, quelli di cui ci parlava Livia nella sua ultima lettera, gli stessi che fanno community ma che moriranno sotto i ponti perché non hanno lavorato abbastanza ( o solo in nero) per poter riscuotere una pensione dignitosa, mostrano nonostante tutto con discreto ottimismo una certa capacità alla filiazione. Intorno a me piovono gravidanze, e mi sembra una bella notizia! E’ arrivato il turno dei genitori post35enni, quelli che bofonchiando metteranno nelle mani del figlio neonato l’I-pad con un bel cartone da guardare su youtube per farlo smettere di frignare e che vivranno con terrore l’era del cyber-bullismo cercando di difendersi e di difendere come possibile.

 Guardo con un pizzico di astrazione, curiosità quei tanti giovani uomini intelligenti che, pur non definendosi femministi, manifestano almeno a parole una certa apertura in campo di tematiche di genere. Non so quali siano le vostre esperienze, ma alle cene degli ultratrentenni di oggi a cui sono invitata non è più la donna in cucina a preparare da mangiare, non è stata necessariamente lei a fare la spesa o a passare l’aspirapolvere e soprattutto non è soltanto l’uomo ad essere stanco morto per avere avuto una settimana pesante a lavoro. Il primo banco di prova della parità è forse proprio quello : si lavora, si guadagna in due ? Si pensa alla …

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Una Sindaca per Parigi

Una Sindaca per Parigi

 Giulia Camin, la nostra inviata a PAris, ci raccotna della prossima SINDACA di PARIGI. Grazie Giulia! A marzo 2014 in Francia si terranno le elezioni municipali; pur essendo italiana, potrò votare anche io visto che hanno diritto di voto tutti i cittadini europei residenti in Francia. Parigi sarà chiamata ad eleggere il suo sindaco e l’aspetto interessante dell’evento risiede nell’unica certezza riguardante il risultato elettorale: il sindaco sarà una sindaca.

 Questo non significa assolutamente nulla in termini di merito; una donna, in quanto donna, non è migliore né peggiore di un uomo (perdonate l’ovvietà, ma forse capita spesso anche a voi di passare buona parte delle vostre preziose giornate a ribadire concetti basilari che, con una buona dose di ingenuità, pensavate essere universalmente condivisi). Significa soltanto che i candidati di punta dei partiti maggiori sono due candidate, due donne, e che quindi, comunque andrà, la vincitrice sarà quasi sicuramente una donna. Curioso che la notizia sia dunque una “non-notizia”. Da millenni concorsi di ogni genere e sorta ci hanno abituate a vedere serie interminabili di candidati uomini (spesso giudicati da commissioni interamente al maschile); è dalla notte dei tempi quindi che accogliamo con relativa serenità (o impotenza) il fatto che, per forza di cose, il vincitore sarà un uomo. Per le donne, lo sappiamo, è diverso. La presenza di donne in politica, come in molti altri ambiti importanti per la gestione della società e della vita pubblica, è ancora esigua, inefficace, e quando si presenta e rafforza è quindi

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Oui, Je suis Feministe!

Oui, Je suis Feministe!

 

Io sono a Milano, che è in Lombardia, che è in Italia che è in Europa. Voi siete a Siracusa, Napoli, Tento, Pierolo, Ravanna, Mantova, Lecce…che sono in Italia, e che sono in Europa. Inizio così da un anno tutte le mie presentazione nelle scuole. Per far comprendere ai ragazzi/e che Europa non significa solo euro bensì  idee che posso importare ed esportare dal mio Paese. Leggiamo questo utilissimo articolo di Giulia Camin da Parigi. Ragazze: non c’è cambiamento senza fatica, questo articolo è dettagliato, serio, completo e quindi richiede un po’ di tempo. Troviamolo, è importante:-)

L’altra sera ho ceduto alla tentazione e, cenando, ho seguito in streaming il confronto tra i tre candidati alle primarie del PD. Quattro gli uomini in scena: tre i candidati, un presentatore mediatore del dibattito. Neanche una donna presente. La domanda riguardante le pari opportunità è stata essenzialmente una e verteva, mi pare, sulla questione donne e lavoro. Quali le politiche da attuare? Quale futuro per le donne italiane e per il paese intero bisognoso di risorse in cui investire? Pochi, pochissimi, i secondi per rispondere a questa domanda, una fra tante. Ho ripensato a quando, a pochi mesi dalle elezioni presidenziali, il 7 marzo 2012 ero al teatro La Cigale a Montmatre,Parigi, per seguire un dibattito non ripreso dalle telecamere in cui i candidati alle elezioni presidenziali rispondevano alle domande di 45 associazioni femministe francesi. Ricordo perfettamente la risposta di François Hollande, ma anche quella di Eva

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