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Continua a leggere...Cosa conosco del maschilismo
La prima e più evidente qualità del nuovo libro di Chiara Volpato, Psicosociologia del maschilismo, è l’utilità. Non solo per l’argomento che affronta, il maschilismo nella sua genesi nelle sue forme e nei danni che provoca, ma anche per il modo in cui lo fa. Non è facile trovare saggi scritti da docenti universitarie che siano così volutamente accessibili alla maggior parte del pubblico, senza perdere in alcun modo il valore scientifico e i dati della disciplina in cui si inseriscono. Quella di Chiara Volpato è la psicologia sociale, utile preziosa quando impiegato come lei fa, per spiegare i processi in cui siamo tutti immersi quotidianamente e per contribuire, attraverso la scelta dei temi e del linguaggio, al cambiamento e al miglioramento delle relazioni tra persone. Queste qualità erano già presenti nel lavoro precedente della docente all’Università di Milano Bicocca Deumanizzazione – Come si legittima la violenza, sull’oggettivazione dei corpi e la sua devastante conseguenza per il benessere degli individui: libro preziosissimo per tutti e che noi abbiamo adottato e ampiamente utilizzato all’interno dei corsi e della formazione dei formatori per il progetto Nuovi Occhi per i Media. Psicosociologia del maschilismo è altrettanto prezioso, indagando e rendendo chiaro a chiunque lo legga le costruzioni culturali e sociali che stanno alla base della più infida e diffusa forma di discriminazione tra esseri umani. Le valutazioni sul neosessismo, i paragrafi sul maschilismo nei media e in politica, l’ampia mole di ricerche citate e riassunte e in particolare l’attenzione …
Continua a leggere...Solidarietà alle donne egiziane
Il mio cuore è con le donne di Piazza Tahrir. Riprendiamo questo articolo dal sito dell’ISPI (Istituto per gli studi di politica internazionale):
Il fenomeno della violenza sulle donne non è nuovo nelle strade egiziane, soprattutto dopo la rivoluzione del 25 febbraio 2011. Da allora i disordini politici e la confusione all’interno degli organi di sicurezza hanno portato alla proliferazione dei crimini, compresi quelli di natura sessuale. Quello a cui si assiste ora in piazza Tahrir e negli altri luoghi di protesta sembra però andare oltre a un semplice problema di sicurezza pubblica.
A febbraio l’associazione femminista Nadhra ha pubblicato un report dettagliato sul fenomeno. Le molestie sessuali sistematiche all’interno dei luoghi di protesta, e l’atteggiamento tollerante verso questi crimini da parte delle autorità, vengono descritti come un vero e proprio tentativo di allontanare le donne dagli spazi pubblici e dalla politica. Quelli usati sono strumenti di tipo terroristico, che utilizzano la paura della violenza e della condanna sociale come armi di intimidazione.
Le reazioni da parte dei gruppi di attivisti non si sono fatte attendere. Alcuni di essi si sono repentinamente organizzati in “gruppi di scorta”, come le associazioni Tahrir bodyguard e Operation anti sexual harassment, che hanno creato veri e propri protocolli di sicurezza per le donne che desiderano partecipare alle proteste, protette dai dimostranti maschi con schemi quasi militari. Questi gruppi forniscono anche supporto psicologico alle vittime delle violenze, e stanno ora tentando di formare un fronte di protesta compatto che richiami le autorità e
#TISALUTO
In Italia l’insulto sessista è pratica comune e diffusa. Dalle battute private agli sfottò pubblici, il sessismo si annida in modo più o meno esplicito in innumerevoli conversazioni.
Spesso abbiamo subito commenti misogini, dalle considerazioni sul nostro aspetto fisico allo scopo di intimidirci e di ricondurci alla condizione di oggetto, al violento rifiuto di ogni manifestazione di soggettività e di autonomia di giudizio.
In Italia l’insulto sessista è pratica comune perché è socialmente accettato e amplificato dai media, che all’umiliazione delle persone, soprattutto delle donne, ci hanno abituato da tempo.
Ma il sessismo è una forma di discriminazione e come tale va combattuto.
A gennaio di quest’anno il calciatore Kevin Prince Boateng, fischiato e insultato da cori razzisti, ha lasciato il campo. E i suoi compagni hanno fatto altrettanto. Mario Balotelli minaccia di fare la stessa cosa.
L’abbandono in massa del campo è un gesto forte. Significa: a queste regole del gioco, noi non ci stiamo. Senza rispetto, noi non ci stiamo. L’abbandono in massa consapevole può diventare una forma di attivismo che toglie potere ai violenti, isolandoli.
Pensate se di fronte a una battuta sessista tutte le donne e gli uomini di buona volontà si alzassero abbandonando programmi, trasmissioni tv o semplici conversazioni.
Pensate se donne e uomini di buona volontà non partecipassero a convegni, iniziative e trasmissioni che prevedono solo relatori uomini, o quasi (le occasioni sono quotidiane).
Pensate se in Rete abbandonassero il dialogo, usando due semplici parole: #tisaluto.
Sarebbe un modo pubblico per dire: …
Continua a leggere...Fermiamo la pubblicità sessista: firmato Art Directors Club Italiano
Di seguito riportiamo il post pubblicato sul blog dell’ADCI per l’abolizione del sessismo in pubblicità. Condividiamo con Massimo Guastini che è tra i principali promotori, sottoscriviamo e diffondiamo:
Quest’anno, in occasione della manifestazione “Giovani leoni” organizzata da Sipra, il brief per la sezione stampa ha invitato i giovani concorrenti a immaginare una campagna a favore della petizione online contro la pubblicità sessista.
La petizione sarà online dal 13 maggio 2013. Oltre che firmarla vi invito a condividerla. La troverete QUI, in home page nel sito Adci e nella home page di changes.org
E questo è il lavoro che abbiamo scelto per sostenere la petizione. L’idea è di Lara Rodriguez e Giorgio Fresi (Tbwa).
Per regolamento non è possibile iscrivere campagne multi soggetto ai Giovani Leoni, e l’unico soggetto iscritto al concorso da Lara e Giorgio non era nella forma attuale. Ma ha comunque colpito l’attenzione mia e della giuria presieduta da Annamaria Testa. Li abbiamo quindi contattati affinché tirassero fuori con più calma (rispetto alle sole 24 ore concesse dal concorso) tutto il potenziale della loro idea.
A quante figure carismatiche, possibili premier, premi nobel, imprenditrici, artisti, stiamo rinunciando, tarpando loro le ali, senza esserne consapevoli? Siamo certi che sia conveniente, per un paese a terra, accontentarsi di un solo motore quando per decollare ce ne servirebbero due?
Sono ormai vent’anni che le nostre università laureano più donne che uomini. E il 66% delle votazioni superiori a …
Continua a leggere...Se Berlusconi sbaglia. E Ballarò pure.
Questo articolo è pubblicato anche su ilfattoquotidiano.it
“Lei quante volte viene?” Chiede l’ex premier a una ragazza con lui sul palco. E continua “ Si giri..” mentre le osserva il deretano.
Che sia chiaro che l’indignazione per questo spaccato di avanspettacolo a cui abbiamo assistito non ha nulla a che fare con rivendicazioni femministe: l’Italia è all’80simo posto del Gender Gap, un indice che viene diramato dal World Economic Forum, e che sta a significare che la profonda misoginia italica ha delle gravi ripercussioni sul Paese tutto.
Ciò che appare grave nel video che riprende il dialogo tra i due, è il comportamento del pubblico. Ride la gente, donne e uomini. E fotografano Berlusconi compiaciuti. Ecco la spiegazione del successo di B. che è il rappresentante di un’Italia arretrata e maschilista di cui conosce usi e costumi, che ha ben interpretato e utilizzato per i propri fini mercantili.
Un’Italia vecchia, lontana dal resto d’Europa dove, davanti a una battuta così vergognosa, il pubblico avrebbe abbandonato la sala, donne e uomini in eguale misura.
Ride anche la ragazza e le ragioni possono essere diverse e opposte. Ride per compiacimento ma io non lo credo perché nel video è evidente come cerchi di riportare il discorso sul tema lavoro. Lo so perché l’ho provato, quanto possa essere difficile in un Paese come il nostro, dove i comportamenti misogini sono socialmente accettati, essere dura e ferma. Dire “lei è maleducato e io con lei non parlo, si vergogni” presuppone …
Continua a leggere...Ma Questo è il Mondo che Sta Scomparendo. I giovani sono Oltre
Lei quante volte viene? Si giri..” chiede l’ex premier ad una ragazza che è con lui sul palco. Il pubblico ride ed è questo forse il dato più preoccupante. Siamo passati dall’essere al 74esimo posto del Gender Gap all’attuale 80esimo. Il Gender Gap viene pubblicato dal World Economic Forum, che è come dire che l’arretratezza italiana sui temi delle pari opportunità, è un dato che incide pericolosamente anche sulla performance economica del Paese oltre che sulla dignità delle persone. Ma io non ho più paura.
In giro per l’Italia fotografo un Paese composto da giovani che prendono le distanze dai vecchi misogini italiani. Giovani europei che si rapportano in modo paritario alle loro compagne. E’ necessario educare le giovani generazioni, offrire strumenti di educazione alla relazione e soprattutto alla visione dei media in modo critico. In questo video infatti Berlusconi propone ciò che da trent’anni le sue tv trasmettono: una visione deumanizzante delle donne che non rispecchia in alcun modo la realtà delle donne italiane.
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