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Se Laura Boldrini è incompetente, lo sono anche Onu, Cedaw e Parlamento Europeo

Se Laura Boldrini è incompetente, lo sono anche Onu, Cedaw e Parlamento Europeo

Mi ero ripromesso di restare fuori dalla gazzarra generata dalla chiacchierata tra Giuseppe Cruciani e Guido Barilla.L’indegna deriva denigratoria, ai danni della Presidente della Camera, mi crea però un profondo disagio. Civico e umano. Impossibile assistere in silenzio.

L’intervista di Cruciani a Guido Barilla è stata chiaramente concepita per creare un bel vespaio intorno alle dichiarazioni rilasciate da Laura Boldrini, il 24 settembre, al convegno “donne e media”.

Per chi non lo sapesse, l’Onorevole Boldrini si era dichiarata sconcertata dagli spot ancora ancorati allo stereotipo mamma-moglie che serve la famiglia a tavola.

Non è difficile immaginare il tenore dell’invito rivolto da Cruciani a Guido Barilla: “Laura Boldrini ce l’ha con i suoi spot pubblicitari, vuole venire in trasmissione a parlarne?”

Poi, la registrazione della puntata è andata come sappiamo tutti. Tanta di quella “carne al fuoco” che in redazione si saranno leccati le dita. Quasi non sapevano scegliere il piatto forte.

Il 26 settembre mattina, alle 11.57, il mittente “G La Zanzara” ha inviato alla propria mailing list un’anticipazione sulla trasmissione prevista nel tardo pomeriggio.

Per brevità riporto solo la “subjectline” della email arrivata in bold:

Guido Barilla (presidente gruppo Barilla) choc a La Zanzara su Radio24: “Mai spot con una famiglia gay, sono per famiglia tradizionale”. “In azienda abbiamo concetto sacrale della famiglia”. “Gay? Rispetto tutti, basta che non disturbino gli altri”

Lo stesso mittente, il giorno dopo, tra le 15.13 e le 15.14 ha inviato altre due email. Questi gli “urli” sparati in subject line e sempre in

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17 settembre, Milano, Comunicazione e Discriminazione

17 settembre, Milano, Comunicazione e Discriminazione

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Bocca di Rosa

Bocca di Rosa

Le amiche di Un Altro Genere di Comunicazione mi hanno aiutata a comporre questo post cercando le campagne pubblicitarie  che utilizzano la nostra bocca come immagine  indispensabile, parrebbe, per vendere. Qui nella foto ne vedete solo una piccola parte: come sapete la  bocca è forse la nostra parte del corpo più abusata in pubblicità: perchè? Senza giri di parole queste immagini richiamano la pratica della fellatio, sui cui credo che nessuna/o abbia nulla da dire senonché qualsiasi pratica erotica, quando è abusata perde di attrazione, ne viene svilita. Una fellatio può essere un gesto di grande eros. Ma eros è relazione, e in queste immagini di relazione non ce n’è. Come spesso accade nella pubblicità nazionale, si usano simboli sessuali femminili per vendere prodotti che però non presentano alcun legame con la parte del corpo femminile che mostrano. Se devo vendere un costume da bagno, la scelta di mostrare una donna in costume è logica. Ma questo legame si perde in molti prodotti qui mostrati. E poi: gli uomini non mangiano gelati? yogurt? Mai? E siamo certi che non si possano collegare qs prodotti a immagini che rimandino al sapore, alla cremosità ecc ecc? Consideriamo ognuna di queste pubblicità singolarmente. Solo alcune sono volgari e inaccettabili. Le altre però offendono ugualmente perchè producono “l’effetto accumulo“: non  è grave se,  per pubblicizzare un gelato, viene utilizzata l’immagine   di una bocca femminile, ma l’umiliazione che viene provocata  in chi guarda, nell’utilizzare SEMPRE e SOLO bocche femminili per pubblicizzare qualsiasi …

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Ma questa è l’Italia (non la è la Norvegia): il caso Yamamay

Ma questa è l’Italia (non la è la Norvegia): il caso Yamamay

Qualche giorno fa la nota azienda di lingerie YAMAMAY è uscita con qs campagna pubblicitaria

Annamaria Testa l’ha così commentata

Io ho scritto questo post

Le amiche di Un altro genere di Comunicazione hanno così criticato

Sono d’accordo con l’analisi di Annamaria Testa, il cui blog è di grande utilità per noi tutte.

Ma come attiviste, e qui mi rivolgo in particolare alle amiche di UAGDC ritengo che il nostro principale obbiettivo sia, oltre a quello di analizzare,   di INNALZARE IL LIVELLO di CONSAPEVOLEZZA sul tema degli stereotipi di genere e, in questo caso, sul tema della VIOLENZA DI GENERE. Come scrivo nel mio post, avendo lavorato anni in azienda, so bene che anche le campagne pubblicitarie più etiche hanno come obbiettivo il mantenimento o l’aumento del profitto. Anche campagne come DOVE. Da anni ci battiamo perché le aziende, pur perseguendo il profitto, non ci offendano e ci umilino, come qui:

O qui:

O qui:

E potrei, come sappiamo continuare, purtroppo, con altre centinaia di esempi.

Credo molto al potere educativo. E quindi in questi anni non ci siamo mai stancate di denunciare le campagne pubblicitarie sessiste e al contempo, educare ragazze e ragazzi al corretto utilizzo dei media. Che significa anche comprendere se e come una pubblicità ti offende .

Questo è il PAESE dove i femminicidi avvengono ormai giornalmente, talvolta piu volte al giorno. Ed è al contempo il Paese dove chi avrebbe il dovere di governare bene, NULLA o quasi sta facendo per combattere la violenza …

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7 giugno, Milano: premiazione Hall of Fame dell'Art Directors Club

7 giugno, Milano: premiazione Hall of Fame dell’Art Directors Club

 

Venerdì 7 giugno, ore 20, presso l’Auditorium della Provincia di Milano, in via Corridoni 16, L’Art Directors Club Italiano saluterà l’ingresso nella propria Hall of Fame di: Giovanna Cosenza, Erik Gandini e Lorella Zanardo. Nel corso della stessa serata verranno proiettati i vincitori degli Adci Award 2013 e votato il Grand Prix.

Perché tre non pubblicitari entrano nella Hall of Fame dell’ADCI e cosa c’entrano con un’associazione che ha come obiettivo quello di migliorare la pubblicità italiana?

Giovanna Cosenza, Erik Gandini e Lorella Zanardo hanno svolto un enorme lavoro (e continuano a farlo) teso a diffondere strumenti critici accessibili a tutti, per rendere la fruizione della TV, e dei mass media in generale, più consapevole.

Lorella, Erik e Giovanna hanno creato contenuti in grado di riportare all’attenzione un aspetto fondamentale: la grande responsabilità morale che si assume chiunque abbia accesso ai media.

Erik, Lorella e Giovanna sono creatori di contenuti critici e quindi utili e ispiranti per la società e per chi come noi, Soci dell’Art Directors Club Italiano, da quasi trent’anni si pone l’obiettivo di migliorare la comunicazione d’impresa e istituzionale in Italia.

Accoglierli nella Hall of Fame dell’ Art Directors Club Italiano significa rimarcare la differenza esistente tra noi, Soci Adci, e chi deve ancora comprendere che la pubblicità non dovrebbe mai costituire una forma d’inquinamento cognitivo.

Personalmente considero il lavoro e i contenuti di Lorella Zanardo, Erik Gandini e Giovanna Cosenza un segnale di speranza: l’organismo Italia, anche dopo trent’anni di TV come quelli …

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Fermiamo la pubblicità sessista: firmato Art Directors Club Italiano

Fermiamo la pubblicità sessista: firmato Art Directors Club Italiano

Di seguito riportiamo il post pubblicato sul blog dell’ADCI per l’abolizione del sessismo in pubblicità. Condividiamo con Massimo Guastini che è tra i principali promotori, sottoscriviamo e diffondiamo:

Quest’anno, in occasione della manifestazione “Giovani leoni” organizzata da Sipra, il brief per la sezione stampa ha invitato i giovani concorrenti a immaginare una campagna a favore della petizione online contro la pubblicità sessista.

La petizione sarà online dal 13 maggio 2013. Oltre che firmarla vi invito a condividerla. La troverete QUI, in home page nel sito Adci e nella home page di changes.org

E questo è il lavoro che abbiamo scelto per sostenere la petizione. L’idea è di Lara Rodriguez e Giorgio Fresi (Tbwa).

campagna contro la pubblicità sessista in Italia, promossa dall’Art Directors Club Italiano

Per regolamento non è possibile iscrivere campagne multi soggetto ai Giovani Leoni, e l’unico soggetto iscritto al concorso da Lara e Giorgio non era nella forma attuale. Ma ha comunque colpito l’attenzione mia e della giuria presieduta da Annamaria Testa. Li abbiamo quindi contattati affinché tirassero fuori con più calma (rispetto alle sole 24 ore concesse dal concorso) tutto il potenziale della loro idea.

A quante figure carismatiche, possibili premier, premi nobel, imprenditrici, artisti, stiamo rinunciando, tarpando loro le ali, senza esserne consapevoli? Siamo certi che sia conveniente, per un paese a terra, accontentarsi di un solo motore quando per decollare ce ne servirebbero due?

Sono ormai vent’anni che le nostre università laureano più donne che uomini. E il 66% delle votazioni superiori a …

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25 marzo, Milano: Austerità Creativa e Inquinamento Cognitivo

25 marzo, Milano: Austerità Creativa e Inquinamento Cognitivo

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