Dalla nostra corrispondente Marina Freri uno sguardo, e un’intervista, sulla vita dei giovani australiani alle prese con studio, lavoro e progetti per il futuro:
Mi prendo una pausa da una settimana di cronaca locale dominata da incendi di portata gigantesca, che hanno distrutto oltre 200 case e che, al picco massimo, si sono estesi su un perimetro di 1600 chilometri in New South Wales, lo stato dove vivo. I bushfires, come li chiamano qui, sono una costante delle estati torride ma quest’anno sono arrivati in anticipo, in piena primavera.
Ne parlavamo in casa in queste sere, mentre il cielo era arancione e il fumo di un incendio, divampato a settanta chilometri da Sydney, si faceva strada anche nel nostro quartiere di palazzine e case col giardino, con una scuola elementare e un paio di negozi detti “convenience store” (i nostri alimentari) che vendono pane, latte e uova al carato – ci ho lasciato 15 dollari per un pane a fette, una busta di prosciutto cotto e un litro di latte.
Tornando agli incendi, certe cose qui, se ci sei nato, sono normali e le avverti – prezzi dei convenience stores a parte, a quelli non ci si abitua neanche col passaporto australiano.
Una collega della mia coinquilina Federica a mezzogiorno del 16 ottobre, ancora prima che ne parlassero i giornali, era uscita sul marciapiede del bar dove lavora e, guardando in su, aveva profeticamente annunciato: “Bushfires…”
Io ne ero rimasta affascinata e pensavo già di chiederle indicazioni sul mio …
Continua a leggere...
commenti recenti