Monthly archive Giugno 2009

Porno

Quella che segue è la testimonianza di un ragazzo di 24 anni che ci ha scritto un mese fa, firmandosi. Gli ho risposto chiedendo un approfondimento a quanto mi spiegava e l’autorizzazione a pubblicare le sue mail, garantendogli l’anonimato.

gent. Lorella Zanardo,

sono un ragazzo di nome… e volevo complimentarmi per il documentario “Il Corpo delle Donne”. Mi ha colpito tantissimo perchè fino a 1 anno e mezzo fa anch’io ero cascato in questa trappola. In alcune battute credo che abbia centrato il vero e devastante problema: la TV sta diventando pornografia allo stato puro.

Frequentando il sito: “Noallapornodipendenza”, sono riuscito ad uscire da questo schifo (anche se per il 99% degli uomini è normale) e finalmente riesco davvero a capire quanto facciano orrore il tipo di immagini come quelle del suo documentario. Spero che la mia testimonianza le possa essere “utile” e le faccia capire ancor di più quanto lei abbia ragione… gli uomini “sani di mente” non vogliono donne così.

Io ne sto uscendo a testa alta, e ciò mi rende molto fiero di me stesso. 🙂 Grazie di aver dato importanza alla mia mail, non c’è molta gente al mondo pronta a capire; forse perchè, come mostrato dal suo documentario, all’industria fa comodo così. Il tutto inizia in casa, purtroppo da piccolo di notte ho visto mio padre che guardava delle cassette, e quella immagini mi scioccarono abbastanza. Ma non farti trarre in inganno, non è questa la causa principale. Purtroppo iniziarono a

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Ripartire dalla Costituzione

“La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove: perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile; bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità. Per questo una delle offese che si fanno alla Costituzione è l’indifferenza alla politica. È un po’ una malattia dei giovani l’indifferentismo.

«La politica è una brutta cosa. Che me n’importa della politica?». Quando sento fare questo discorso, mi viene sempre in mente quella vecchia storiellina che qualcheduno di voi conoscerà: di quei due emigranti, due contadini che traversano l’oceano su un piroscafo traballante. Uno di questi contadini dormiva nella stiva e l’altro stava sul ponte e si accorgeva che c’era una gran burrasca con delle onde altissime, che il piroscafo oscillava. E allora questo contadino impaurito domanda ad un marinaio: «Ma siamo in pericolo?» E questo dice: «Se continua questo mare tra mezz’ora il bastimento affonda». Allora lui corre nella stiva a svegliare il compagno. Dice: «Beppe, Beppe, Beppe, se continua questo mare il bastimento affonda». Quello dice: «Che me ne importa? Unn’è mica mio!».

Questo è l’indifferentismo alla politica. È così bello, è così comodo! è vero? è così comodo! La libertà c’è, si vive in regime di libertà. C’è altre cose da fare che interessarsi alla politica! Eh, lo so anche io, ci sono… Il mondo è così bello vero? Ci sono

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Mambo

Negli Anni Cinquanta gli Italiani erano appena usciti dalla guerra, il Paese era ridotto allo stremo e gli analfabeti rappresentavano piu del 50% della popolazione.

La televisione non esisteva ancora e al cinema ci andavano tutti, le sale erano migliaia e le dive del grande schermo erano modelli da seguire.

Gli abiti delle star venivano presi come spunto per i vestiti che le sartine avrebbero poi cucito, ci si pettinava come la Loren o la Bosè e si sognava dei loro amori.

Pier Paolo Pasolini aveva capito in anticipo che la televisione stava per distruggere la poetica potenzialmente espressa dal volto umano. Pasolini aveva un senso acuto della realtà del volto umano, come luogo d’incontro di energie ineffabili che esplodono nell’espressione, cioè in qualche cosa di asimmetrico, di individuale, di impuro, di composito, insomma il contrario del tipico.

Che ne è dei volti delle donne? ci chiediamo nel nostro documentario. Intendendo i volti reali, le facce che esprimono vita vissuta.

Mi ha sempre sorpreso come un periodo come quello del dopoguerra abbia prodotto modelli di bellezza così infinitamente piu vicini al significato stesso di questo termine, così ben espresso da Pasolini, che con sorprendente chiaroveggenza ne intuisce la fine determinata dalla televisione.

Che dire del naso della Mangano? O anche di quello della Loren? Cosa sarebbe accaduto ai loro nasi nell’Italia del 2009? Sarebbero divenuti nasini sottili e irrimediabilmente all’insù?

Un Paese povero dove gli uomini sognavano donne uniche, particolari, per nulla uniformi.

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Corpi

Questa è l’immagine shock con cui si chiude il documentario IL CORPO DELLE DONNE sull’uso del corpo della donna nella tv italiana, pubblica e privata.

E’ una immagine umiliante.

Ovunque abbiamo proiettato il documentario, che si trattasse di festival, incontri pubblici, trasmissioni televisive, c’è sempre stato un lungo minuto di silenzio prima dell’applauso o del dibattito.

Anche a l’Infedele di Lerner, nonostante gli ospiti fossero in un certo modo prevenuti verso un’operazione culturale come quella da noi proposta, la loro critica mi è arrivata dopo qualche secondo di silenzio assoluto.

La motivazione è evidente: questa immagine non allude a veline, facili richiami sessuali, erotismo a poco prezzo: questa è un’immagine di sopraffazione ed umiliazione assoluta.

Possiamo anche affermare che in molti altri Paesi europei un programma che avesse mandato in onda un’immagine così violenta, si sarebbe visto costretto ad interrompere le trasmissioni.

Da noi non ne ha parlato nessuno.

Sofia Ventura politologa, sostiene che se appeso ci fosse stato un uomo di colore, saremmo scesi tutti giustamente in piazza a protestare.

Per una donna no.

Nemmeno noi donne abbiamo protestato e difeso la nostra dignità.

Mi chiedo e vi chiedo perché.

L’immagine fa parte di un video che continua così:

Un’amica mi racconta che qualche giorno fa guardava il documentario insieme ad un gruppo di ragazze: si stupiva di come la loro attenzione fosse catturata totalmente dalla bellezza di molti dei corpi proposti e non vi fosse nessuna attenzione al ruolo umiliante in cui questi corpi

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Come sta Sharon quando indossa le rughe di George? (Sharon wearing George’s wrinkles)

Qualche giorno fa Giampiero, carissimo amico, mi diceva che a suo avviso le donne invecchiano peggio degli uomini.

Cercavo di spiegargli che non è così, anzi. Le donne si tengono di più, sono a volte meno pigre, si curano, fanno ginnastica…non lo convincevo.

Poi ho capito.

Ho capito che quello che lui intendeva stava dentro il suo sguardo.

Noi tutti ci guardiamo l’un l’altro partendo da dei pre-concetti ben radicati in noi che agiscono a livello subliminale, di cui non ci rendiamo conto e che spesso ci sono stati tramandati da generazioni.

George è nato il 6 maggio 1961.
Sharon è nata il 10 marzo 1958.

Sharon Stone ha 51 anni.

E’ unanimemente giudicata una donna bellissima.

George Clooney ne ha 48.

E’ unanimemente giudicato un uomo bellissimo.

Possiamo affermare che il mio amico Giampiero ha torto?

Apparentemente sì.

Sharon non ha le rughe nContinua a leggere...

Il corpo è delle donne?

La prima impressione guardando le foto che seguono è che il voyeurismo che contraddistingue questi anni non ha limiti.

http://www.repubblica.it/2006/08/gallerie/gente/dive-microscopio/1.html

In queste foto c’è anche dell’altro, il cattivo gusto, ad esempio. E il sentimento diffuso di meschina rivincita di noi comuni mortali nei confronti delle star.

C’ è anche però un forte sentimento di misoginia.

Pare che oggi le donne non abbiano scelta: o si adeguano ai canoni della “bellezza” chirurgica imposti dalla moda e dai media e al processo di ibernazione che le costringe a una giovinezza grottesca e perenne, o vengono punite e mostrate impudicamente nella loro “verità”.

Queste foto rimandano alle immagini dei film porno degli ultimi anni dove l’erotismo ha lasciato il posto ad un interesse da entomologo per i dettagli, lo smembramento, gli zoom ravvicinatissimi da visita ginecologica.

Uguale interesse morboso si evince dall’immensa raccolta di immagini del web: migliaia di foto raccolte e schedate per tipologia di “parti di corpo di donne ”: seni, cosce, bocche…

Che ne è delle donne? mi chiedo nel documentario IL CORPO DELLE DONNE.

Dove sono le donne nelle immagini in tv, nelle immagini delle affissioni pubblicitarie, nelle immagini sulle riviste e sui giornali?

Dove trovare il femminile oggi? Dove siamo nascoste?

Troviamolo, prendiamone coscienza, pensiamolo e raccontiamolo.

Prima che si perda.

Prima che anche noi donne, con l’immaginario annientato da queste immagini, avendo ormai introiettato il presunto sguardo maschile, arriviamo a credere di essere quelle immagini.

Ieri ero ad una festa di fine anno in una scuola elementare.

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Prendere posizione

Da dove cominciamo?

Da dove si comincia per raggiungere una corretta e rispettosa immagine di noi donne in tv?

Io penso che si cominci dichiarando che è un tema che ci riguarda tutte, indipendentemente dalle nostre posizioni politiche.

Ho molto apprezzato la posizione dura e chiara di Sofia Ventura, politologa, che ha scritto per denunciare il fenomeno velinismo sulla rivista della Fondazione Fare Futuro presieduta da Gianfranco Fini, uomo di destra. Così come apprezzo gli scritti di Chiara Saraceno e di Norma Rangeri.

La condanna della tv dell’umiliazione delle donne e della rimozione dei volti non è appannaggio della sinistra, anzi io credo che la sinistra e i suoi leaders debbano uscire allo scoperto e dichiarare cosa pensano realmente delle donne, quali azioni vogliono intraprendere con e per le donne, che posizione assumeranno a breve nella lotta alla discriminazione, che la tv privata e pubblica attua nei confronti delle donne quindi negando uno dei diritti portanti della Costituzione Italiana,.

Quando un cittadino straniero e di etnia differente dalla nostra viene offeso e non rispettato nel nostro Paese, giustamente la Sinistra fa il suo dovere e trova le risorse per mobilitarsi. Perché non vi è uguale attenzione alla negazione dei Diritti alla donne?

Perché delle questioni discriminanti del femminile si debbono occupare solo le donne? Non è una questione di rilevanza per tutti i cittadini? O d’ora in poi decidiamo che le donne si occupano di diritti delle donne, i cittadini dell’est che qui risiedono si occupano del rispetto dei diritti

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