Monthly archive Aprile 2012
Didala e Vanessa

Didala e Vanessa

Oggi alle ore 16 nel Duomo di Enna ci saranno i funerali di Vanessa. Oggi starò in silenzio, forse anche voi ne sentite il bisogno. Faremo un bilancio degli ultimi due giorni più avanti.

Vanessa Scialfa è morta negli stessi giorni in cui moriva Didala Ghilarducci, staffetta durante l’ultima guerra, partigiana per amore per avere seguito suo marito insieme al piccolissimo figlio sulle montagne a combattere. Per me e sono certa per molte altre donne adulte, è proprio un dolore brutto pensare a Vanessa così giovane che se ne va sola, dove non sappiamo. Mi piace pensare che Didala sia con lei, che vadano insieme. Didala racconterà a Vanessa di cosa sia l’amore, quello grande e che non chiede nulla in cambio, quello che anche Vanessa avrebbe di certo provato se avesse potuto vivere un po’ di più.

MI CHIEDI PERCHE’ NON SONO SERENA

Mi chiedi perché non sono serena.

La serenità appartiene a chi è nella pace, non a chi muore ogni giorno con chi non può dirsi serena perché vittima di un’ingiustizia.

 Mi chiedi perché non sono serena.

 Perché ogni figlia è mia figlia, ogni madre è mia madre, perché ogni donna costretta in un angolo è la donna che sarei potuta essere, quella che ero, quella che un giorno sarò.

 Mi chiedi perché non sono serena

 Perché di fronte ad un dolore narrato non volto la faccia, non dico “basta” perché mi uccide saperlo,

ma resto. E non cambio discorso.

Giorgia Vezzoli Vitadastreghe

 …

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Femminicidio: Eccolo spiegato

Femminicidio: Eccolo spiegato

Intervento chiarificatore di Barbara Spinelli sul termine femminicidio:

http://27esimaora.corriere.it/articolo/perche-si-chiama-femminicidio-2/#more-4542

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Per Vanessa

Comunicato stampa.

Cinquantaquattro. L’Italia rincorre primati: sono cinquantaquattro, dall’inizio di questo 2012, le donne morte per mano di uomo. L’ultima vittima si chiama Vanessa, 20 anni, siciliana, strangolata e ritrovata sotto il ponte di una strada statale. I nomi, l’età, le città cambiano, le storie invece si ripetono: sono gli uomini più vicini alle donne a ucciderle. Le notizie li segnalano come omicidi passionali, storie di raptus, amori sbagliati, gelosia. La cronaca li riduce a trafiletti marginali e il linguaggio le uccide due volte cancellando, con le parole, la responsabilità. E’ ora invece di dire basta e chiamare le cose con il loro nome, di registrare, riconoscere e misurarsi con l’orrore di bambine, ragazze, donne uccise nell’indifferenza. Queste violenze sono crimini, omicidi, anzi FEMMINICIDI. E’ tempo che i media cambino il segno dei racconti e restituiscano tutti interi i volti, le parole e le storie di queste donne e soprattutto la responsabilità di chi le uccide perché incapace accettare la loro libertà.

E ancora una volta come abbiamo già fatto un anno fa, il 13 febbraio, chiediamo agli uomini di camminare e mobilitarsi con noi, per cercare insieme forme e parole nuove capaci di porre fine a quest’orrore. Le ragazze sulla rete scrivono: con il sorriso di Vanessa viene meno un pezzo d’Italia. Un paese che consente la morte delle donne è un paese che si allontana dall’Europa e dalla civiltà.

Vogliamo che l’Italia si distingua per come sceglie di combattere la violenza contro le donne e non per l’inerzia …

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Altradimora: Officina dei Saperi Femminili

Altradimora: Officina dei Saperi Femminili

ALTRADIMORA – OFFICINA DEI SAPERI FEMMINISTI

MAREA

QUARTO INCONTRO ANNUALE

 

PRENDI I SOLDI E SCAPPA:

DENARO, POTERE, DONO, GRATUITA’

VISIONI DI DONNE SULL’ECONOMIA

 

ALTRADIMORA Caranzano (AL) – 8,9,10 giugno 2012

 

Di cosa parleremo

 

“Nell’ambito delle scienze sociali l’economia – dal greco οiκονομία , parola composta da oikos, casa, intesa anche come beni di famiglia, e νόμος (nomos), norma o legge e quindi regole della casa ma anche, più estensivamente, gestione del patrimonio, amministrazione – è la scienza che analizza la produzione, lo scambio, la distribuzione ed il consumo di beni e servizi”.

 

Questa su wikipedia è la definizione che troviamo se cerchiamo un modo semplice per risalire alla radice del significato della parola che forse ultimamente è, insieme a lavoro, quella che ricorre di più nel nostro quotidiano, a partire dai media come nelle conversazioni più banali.

 

Ma come è possibile, se stiamo all’origine della parola economia, che questa oggi descriva l’ambito più lontano e alieno dalla nostra vita quotidiana?

Come è successo che da ‘regola della casa’ l’economia oggi sia il territorio di potenze finanziarie che giocano a dadi con denaro virtuale condizionando e più spesso spezzando le vite reali e concrete di donne e uomini in paesi che rischiano la bancarotta, o sono ostaggi di poche decine di banche?

 

Esiste un pensiero alternativo femminile su questo argomento, che nel mondo globale non può essere analizzato senza connetterlo con altri temi importanti e pesanti quali il potere, ma anche …

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Si chiama FEMMINICIDIO

Si chiama FEMMINICIDIO

La stanza è chiusa, la luce spenta. Non è in casa. Poggio la borsa sul tavolo. Mi levo le scarpe. Sono stanca. Mi metto a cucinare. Prima o poi arriverà. Vado in bagno. L’ha lasciato in disordine ancora. Dopo mi sente. Torno in cucina. Spengo i fornelli. Chiamo. Telefono spento. La cena si fredda. Va beh, io comincio. Richiamo. Telefono spento. Non mangio più perché sono incazzata. Mando un messaggio e glielo dico, che sono incazzata. Buio. Chiamo una sua amica. Non c’è. Chiamo la mamma della sua amica. Non lo sa. Chiamo un amico. Niente. Chiamo mia madre. Non l’ha vista. Chiamo suo padre all’estero? Chiamo il 112. Spiego. Non mi sento meglio dopo. Aspetto. Esco, la cerco e mi porto il cellulare. E se torna? Aspetto. Mi risolvo a chiamare mio marito. Aspetto. Mi richiama mio marito. Vuole tornare. Aspetta, magari non è niente. Richiamo i carabinieri. Aspetto. Mi faccio una tisana, tanto non dormo. Aspetto. Richiamo mio marito. Sta prendendo l’aereo. Aspetto. Aspetto. Aspetto. La stanza è chiusa, la luce spenta.

www.vitadastreghe.blogspot.com

 URGENTE: ASSOCIAZIONI O BLOGGER  VOLESSERO  ADERIRE A COMUNICATO STAMPA PER VANESSA MI INVII ADESIONE A INDIRIZZO MAIL ENTRO H 16,30 DI OGGI 27 APRILE

OGGI DECIDO DI METTERE LA FOTO IN HOMEPAGE PERCHE’ VOGLIO NON DORMIRE PIU LA NOTTE. CHE IL VOLTO DI VANESSA  RAGAZZINA CHE SORRIDE  CI IMPEDISCA DI FARE FINTA CHE NULLA SIA ACCADUTO

Vanessa Scialfa non c’è più. Ammazzata e buttata dal ponte. Basta retorica. Si chiama FEMMINCIDIO. I quotidiani stamane non

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Vanessa aveva 20 Anni

Vanessa aveva 20 Anni

Vanessa aveva 20 anni, scomparsa da 2 giorni è stata trovata oggi. Qui la notizia dell’Ansa.

h 21. Uccisa dal fidanzato che poi l’ha gettata da un ponte. Se gli uomini qui ci aiutano a capire, per favore. Per favore possiamo lavorare insieme per capire. Per favore per favore…

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Io non Piango

Io non Piango

Io non ho pianto. Come dice la mia amica Anna “piangere? dovrei poi asciugarmi le lacrime e non ho tempo di cercare il fazzoletto”. Letto il post di Giovanna Cosenza e anche quello di Loredana Lipperini sullo spot Procter e le mamme.

In breve si racconta in 2 mn di come le mamme di tutto il mondo con la loro dedizione, abnegazione, fatica eccetera eccetera, conducano figli e figlie a vincere anche nello sport: riuscire, farcela. “Il lavoro delle mamme: il lavoro più bello del mondo”.

Che il lavoro di madre sia il più bello del mondo, sono d’accordo. Ma è un’opinione personale e so per certo non condivisa da tutte. Far crescere attraverso migliaia di piccoli gesti tutti i giorni, gesti piccoli talvolta aparentemente inutili, gesti faticosi e talvolta noiosi, gesti importanti e tutti, tutti questi gesti sai nel profondo del tuo cuore che comunque servono, lo e la faranno divenire adulta e adulto.

Per 6 anni ho accompagnato mio figlio a violino, da quando aveva 5 anni: il maestro voleva che stessi lì durante la lezione. Il violino non è il   pianoforte che già dopo poche lezioni ti permette di emettere suoni gradevoli. Anni di stridori :-), dita che non stavano al loro posto, lui che ci teneva però motissimo. Io che uscivo dal lavoro di corsa, correvo all’asilo o più avanti negli anni a scuola, lo caricavo sulla bici, quando pioveva no! che è pericoloso, la 94 che non arrivava, lui che aveva freddo e i guantini …

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