Posts tagged "società"
Tra cinque minuti in scena

Tra cinque minuti in scena

Esce giovedì 27 giugno nelle sale “Tra cinque minuti in scena”, film che racconta una tenera storia di dipendenza tra una donna, un’attrice di teatro, e una madre non più autonoma, che s’intreccia tra fiction e vita reale in un quadro di passaggio tra generazioni al femminile. Gianna è una figlia, con una madre anziana e molto ingombrante di cui prendersi cura. È anche un’attrice, con uno spettacolo teatrale da portare in scena tra mille difficoltà. Non da ultimo è una donna, con una storia d’amore in punta di piedi cui è difficile trovare spazio. Un film che come un gioco di scatole cinesi racconta con il sorriso il prendersi cura di qualcuno, mixando i linguaggi del documentario, del teatro e della fiction.

Il film affronta un tema importantissimo nella nostra attuale società, come evidenziato anche recentemente dal direttore del Censis, il sociologo Giuseppe De Rita che racconta dello sfinimento delle donne adulte in mezzo, schiacciate tra cura dei figli e cura dei genitori. In assenza di wolfare.  Ed è un film indipendente, che vuole raccontare la realtà con libertà creativa sfuggendo alla banalità e al conformismo di molto cinema. Il soggetto è di Marco Malfi Chindemi, che ne è anche il produttore, e la regia è di Laura Chiossone.

Il tema del film continua ed è discusso sul blog Mamma a carico.…

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Per non morire di mafia

Per non morire di mafia

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Paolo Bonolis: realtà e desiderio...

Paolo Bonolis: realtà e desiderio…

“Silvio Berlusconi ha rimbambito gli italiani”. E’ sorprendente la dichiarazione rilasciata da Paolo Bonolis durante un’intervista al settimanale “A”. Non tanto perché è un attacco al proprio datore di lavoro, grazie alle cui reti televisive Bonolis ha costruito la propria fama e la propria ricchezza. Si può anche fare, le grandi televisioni sono organizzazioni complesse e al cui interno possono, per fortuna, esistere idee, opinioni e punti di vista divergenti: le critiche e il dibattito fanno bene per preservare le diversità e l’obiettività. Ma è la posizione da cui viene fatto che lascia sconcertati. Se Bonolis criticasse il proprietario di Mediaset dall’alto di un curriculum segnato dalla qualità dei programmi che conduce e di cui è spesso anche autore, al cui centro fossero stati messi, almeno qualche volta, l’interesse del pubblico (non solo quello dell’emittente) e la diffusione di cultura, popolare e spettacolare, ma pur sempre cultura, il racconto del mondo e delle persone, le sue parole su Berlusconi sarebbero non solo giuste, ma anche coraggiose. Ecco il problema. Bonolis critica un rimbambimento di cui è stato artefice in prima persona con la volgarità, la semplificazione, gli stereotipi offensivi, le parole e le immagini create al solo scopo di richiamare facile attenzione nel pubblico. Critica un’azione di stordimento degli spettatori perpetrata negli anni dagli schermi televisivi (non solo da parte di Mediaset, anche la Rai ha fatto la sua ampia e triste parte) di cui lui è stato uno dei principali protagonisti. Se Berlusconi abbia mai avuto questo obiettivo, rimbambire …

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Renzi, l’aborto e il cimitero dei non-nati

Vorrei che gli uomini stessero fuori dalla questione aborto. Vorrei che chiedessero a noi. Vorrei rispoetto per questa dolorosissima questione. Vorrei che le donne non fossero giornalmente umiliate. Vorrei che il dolor non fosse la costante di molte vite. Questo il post:

Nella campagna presidenziale americana il tema dell’aborto è stato dirimente. Per il 39 per cento delle elettrici, la questione numero uno. L’elettorato femminile è stato decisivo per la riconferma di Barack Obama, la cui vittoria ha a che vedere anche con questo.

Sull’aborto, invece, l’Italia preelettorale si scalda poco. Causa aumento esponenziale dell’obiezione di coscienza, la legge 194 è sostanzialmente inapplicata in larga parte del  territorio: le ragioni per discuterne non mancherebbero. Ma il tema è praticamente inesistente nelle agende dei candidati alle primarie del centrosinistra. Nessuno ne parla volentieri. Neppure Matteo Renzi, che pure da sindaco ha deliberato su temi contingui.

Interpellato sulla 194, Renzi dichiara di essere a favore “senza rimettere però in discussione l’obiezione di coscienza, che è anch’essa una libera scelta”. Riconosce che la legge è stata efficace, riducendo il numero degli aborti.

D’altro canto nel marzo scorso la giunta Renzi ha deliberato la realizzazione di un nuovo spazio nel cimitero fiorentino di Trespiano destinato al ricevimento di “di prodotti abortivi e di prodotti del concepimento” (quindi non di bambini nati morti, la cui sepoltura è già consentita da un decreto Presidenziale), consentendo anche “l’installazione di coprifossa, monumentini e altri ricordi”. Un vero e proprio “cimiterino degli Angeli” -non esattamente …

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Disubbidire.

Disubbidire.

ORGOGLIOSA DI ESSERE UNA DONNA Gli uomini, il loro orgoglio di genere lo mostrano al mondo giornalmente. Poi c’è l’orgoglio gay. E noi? Quando tocca a noi? Quando tireremo fuori il nostro orgoglio, la nostra bella certezza che donna è bello, anzi è bellissimo? Scrissi tempo fa un post, PRIMA DONNA. Intendendo che viene prima ESSERE DONNA del mio essere di un partito, di un azienda di un uomo. PRIMA DONNA. Elezioni primarie e immagino poi le politiche, da sesto mondo. Persino Vendola che fino qualche tempo fa proponeva donne a destra  e manca, ora pronuncia solo nomi maschili. Poi c’è il baldanzoso rottamatore, poi  Bersani che in tanti anni non ha mai fatto nulla di importante per la causa nostra e Grillo con il suo punto G. Allora? Italia popolata da migliaia di YES GIRLS, donnine contente di essere alla corte di quel giornalista, di quel politico, di quel manager. Donne che mai si autorizzano. Passo ormi la vita ad innalzare il livello di consapevolezza delle ragazze e/i sperando che tra 10 anni possa essere diverso. Lo sapete che il World Economic Forum ci ha declassati? Che siamo all’80esimo posto del gender gap e l’anno scorso eravamo al 74esimo? Non ci vergogniamo? Che cavolo stiamo facendo? Il Paese va a rotoli perchè noi donne italiane siamo delle deboli, senza forza, senza convinzione. Siamo la maggioranza santiddio? Su la testa! e basta sentirsi di esistere solo se ottieni lo sgaurdo di approvazione di uno qualsiasi. Qui non è questione di …

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Sono Choosy e me ne Vanto

Sono Choosy e me ne Vanto

Oggi ospitiamo la nostra corrispondente da Parigi GIULIA CAMIN che interviene nel dibattito avviato da Giulia Rosoni NON SONO CHOOSY VOGLIO SOLO VIVERE. Giulia mi interroga direttamente, a breve interverrò dunque anch’io.

Tra le varie vicende che sottolineano il fallimento delle società contemporanee incapaci di guardare al futuro ho ripensato a questo: La France n’aime pas ces jeunes (La Francia non ama i suoi giovani). Questo il titolo di un sondaggio che circa un anno fa venne pubblicato e discusso pressoché ovunque nei media francesi e che ricordo bene mi colpì particolarmente. Ricordo anche di aver ascoltato stupita un’emissione di una delle radio nazionali in cui a turno, giovani e adulti/anziani, telefonavano offendendosi reciprocamente “i giovani di oggi non sanno cosa vogliono e stanno incollati al pc”. No siete voi che siete vecchi e ci avete lasciato in eredità un mare di rogne. E ancora: “provo fastidio quando vedo dei giovani malvestiti e tatuati nelle metropolitane”. Insomma, un gran dibattito che verteva su di una sorta di scontro generazionale.

La cosa che mi fa e mi faceva ridere è che la categoria giovani comprendeva spesso età che oscillavano indistintamente  dai 18 ai 25 anni, fino ad arrivare ai 30-35. Perché poi alla fine chi sarebbero i giovani? Di chi stiamo parlando? Quali le etichette pronte da incollare sulla loro fronte? Questo sondaggio mi è tornato in mente mentre leggevo il brulicare di reazioni più o meno vivaci che su tweeter, hashtag vari e iniziative facebook sono nate …

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Non sono Choosy, Voglio solo Vivere

Non sono Choosy, Voglio solo Vivere

Ricevo da Giulia Rosoni, 26 anni, e pubblico. C’è molto da riflettere pensare discutere.

Vengo ora da un colloquio serale; un colloquio di lavoro per diventare animatrice per bambini. E’ un gruppo magnifico, vorrei farlo vedere alla nosta amata ministra. Rgazze di 20-22 anni, hanno tirato su un’associazione dal niente, e ne hanno fatto una professione; sono appassionate e intraprendenti. E’ il loro sogno, e l’ hanno realizzato da sole, con fatica e tenacia. E’ il loro sogno, non il mio. Io sono in una fascia di mezzo: troppo giovane per avere esperienza, troppo adulta per iniziative. Ma forse questa seconda cosa è solo un’alibi.

Non lo so. Una cosa la so di per certo però: ho 26 anni, una laurea ottenuta con entusiasmo, fatica e passione. Vivo sola, perchè a 26 anni non voglio più dipendere dai miei genitori. Genitori meravigliosi, volenterosi, grandi lavoratori, impegnati e energici, ridotti all’osso da un paese che se poco offre a me, quasi nulla ormai offre a loro. Ma mi appoggiano e mi aiutano e mi sostengono. 26 anni, una laurea, un lavoro nel sociale che mi porta a contatto con persone che si definiscono (e cito) “ingombranti ma invisibili”. Persone disabili.

400 euro al mese: cifra che non basta neanche per l’affitto. 260 euro: quello che riesco a racimolare con un lavoro da babysitter che occupa 10 ore della mia giornata.

Un tirocinio obbligatorio, GRATUITO, perchè sia mai che il lavoro di 5 anni di studio debba essere ricompensato.

600 euro dunque. …

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