Posts tagged "Media e pubblicità"
La morte in diretta da Gaza

La morte in diretta da Gaza

In riferimento al post del 24 luglio “Sbatti un ragazzino ucciso a Gaza in Tv al Tg delle h20” ringraziamo Cesare Cantù per l’utile articolo qui sotto che ha scritto che ci ricorda che la MORTE IN DIRETTA non è mai UTILE. A nessuno/a.

E’ del 1980 La morte in diretta, film di Bertrand Tavernier con Romy Schneider e Harvey Keitel nel quale, in un futuro prossimo, la protagonista malata di cancro e con soli tre mesi di vita viene seguita da un reporter che ha una telecamera impiantata in un occhio per filmarne di nascosto l’agonia ad uso di un programma televisivo seguitissimo. La presenza di un videotelefono nel film ribadiva che nel futuro prossimo sarebbero state le immagini quotidiane elettronicamente riprodotte ad avere un peso decisivo nella vita delle persone. Mentre il film veniva girato, i gruppi televisivi privati europei si preparavano al grande balzo in avanti e i primi pc casalinghi, che avrebbero rapidamente portato a quelli attuali che abbiamo per le mani, venivano assemblati nelle fabbriche californiane.

Gli oltre 30 anni che ci separano da quel film duro, triste e premonitore, sono stati una storia di illusioni.

L’illusione che i limiti e i problemi che la televisione e i media avevano posto fino a quel momento potessero essere superati con il moltiplicarsi dei mezzi e dei canali di trasmissione. Monopolio, censura strisciante, conformismo, ingerenza dei partiti e delle lobbies sono invece aumentati.

L’illusione che la democratizzazione degli strumenti elettronici prima e informatici poi avrebbe …

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6 marzo, Roma: Convegno Rai

6 marzo, Roma: Convegno Rai

www.donnaerai.it  La Rai, nell’ambito delle celebrazioni in occasione del 90° Anniversario della Radio e del 60° della Televisione, ha deciso di organizzare un Convegno dedicato alle donne e al loro percorso di crescita e di consapevolezza. Il Convegno “Donna è…”, che si terrà a Roma, nella Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica, mercoledì 5 e giovedì 6 marzo, in prossimità della Festa della Donna, sarà l’occasione per raccontare il rapporto della donna con la politica, l’economia, l’innovazione, la cultura e i media, con l’intento di evidenziarne la capacità di conseguire importanti risultati anche in presenza di difficoltà, stereotipi, limitazioni.

A tal fine verranno messe a confronto esperienze di donne italiane e straniere che sono giunte all’apice della loro carriera professionale senza disconoscere, ma anzi potenziando la specificità di genere.

La presidente della RAI, Anna Maria Tarantola aprirà e concluderà i lavori che verranno coordinati dalla Redazione di Rai News. Il Convegno sarà articolato in cinque sessioni dedicate al confronto delle donne con altrettanti aspetti della vita pubblica.

L’intervento di Lorella Zanardo è previsto nel panel Donna è… Media e Comunicazione, tra le 15 e le 17.30.

E’ prevista la diretta streaming dell’intero convegno su: www.rai.it e www.rainews.it

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Oggi al Senato ad ascoltare

CONVENZIONE DI ISTANBUL E MEDIA Indirizzi di saluto Pietro GRASSO Presidente del Senato della Repubblica Laura BOLDRINI  Presidente della Camera dei Deputati

Introduce Valeria FEDELI Vice Presidente del Senato della Repubblica

Ne parlano Anna Maria TARANTOLA Presidente RAI Mario CALABRESI Direttore de La Stampa Ferruccio DE BORTOLI Direttore del Corriere della Sera Massimo GIANNINI Vice Direttore de La Repubblica Sarah VARETTO Direttore SKY TG24 Luisa BETTI  Articolo21 e Giulia

Conclude Luigi ZANDA Presidente Gruppo PD Senato della Repubblica

“Le Parti incoraggiano il settore privato, il settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione e i mass media, nel rispetto della loro indipendenza e libertà di espressione, a partecipare all’elaborazione e all’attuazione di politiche e alla definizione di linee guida e di norme di autoregolazione per prevenire la violenza contro le donne e rafforzare il rispetto della loro dignità.” [Art. 17, comma 1, Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, fatta a Istanbul l’11 maggio 2011 e ratificata dall’Italia ai sensi della legge 27 giugno 2013, n. 77]…

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Trattare gli italiani come Deficienti

Trattare gli italiani come Deficienti

Prendi una sera qualsiasi in Australia, qui nel Queensland sono le h 20 di lunedì. Sulla prima rete di uno dei canali nazionali ABC1 c’è un dibattito politico,il 7 settembre ci sono le elezioni. Su SBS 1, altro canale nazionale, va in onda “Test your Brain, Pay Attention”un programma intrigante su come si possa confondere la ns mente attraverso dei trucchi. Su altri canali, Masterchef, il Grande Fratello, come da noi. Ma sulle reti nazionali l’ obbiettivo è chiaramente quello di intrattenere informare ed educare. Come per la BBC. In questo momento una signora di mezza età sta leggendo le previsioni del tempo. Nella homepage di ABC si trova un sito di analisi dei Media molto interessante.

Quando presentiamo la nostra analisi dei media italiani, ciò che sconvolge letteralmente le platee di studenti /esse sono le immagini a cui noi non facciamo più caso, delle ragazze raffigurate come deficienti: come la soubrette durante la trasmisisone Trasformat vestita come una bambolina con i seni tg 7a strizzati in un abitino cinque taglie piu piccolo,che lancia gridolini cone una neonata. Gli australiani non sono un popolo di intellettuali. L’Australia è uno dei pochi Paesi dove noi italiani godiamo ancora di una certa credibilità legata alla nostra cultura passata. Di noi immaginano che siamo un Paese composto da persone colte, ancora oggi. Attraverso la programmazione televisiva, che non è fantastica ma dignitosa sì, i canali nazionali australiani innalzano il livello di informazione dei cittadini. Come abbiamo più volte ripetuto, se qualcosa che …

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Ma questa è l’Italia (non la è la Norvegia): il caso Yamamay

Ma questa è l’Italia (non la è la Norvegia): il caso Yamamay

Qualche giorno fa la nota azienda di lingerie YAMAMAY è uscita con qs campagna pubblicitaria

Annamaria Testa l’ha così commentata

Io ho scritto questo post

Le amiche di Un altro genere di Comunicazione hanno così criticato

Sono d’accordo con l’analisi di Annamaria Testa, il cui blog è di grande utilità per noi tutte.

Ma come attiviste, e qui mi rivolgo in particolare alle amiche di UAGDC ritengo che il nostro principale obbiettivo sia, oltre a quello di analizzare,   di INNALZARE IL LIVELLO di CONSAPEVOLEZZA sul tema degli stereotipi di genere e, in questo caso, sul tema della VIOLENZA DI GENERE. Come scrivo nel mio post, avendo lavorato anni in azienda, so bene che anche le campagne pubblicitarie più etiche hanno come obbiettivo il mantenimento o l’aumento del profitto. Anche campagne come DOVE. Da anni ci battiamo perché le aziende, pur perseguendo il profitto, non ci offendano e ci umilino, come qui:

O qui:

O qui:

E potrei, come sappiamo continuare, purtroppo, con altre centinaia di esempi.

Credo molto al potere educativo. E quindi in questi anni non ci siamo mai stancate di denunciare le campagne pubblicitarie sessiste e al contempo, educare ragazze e ragazzi al corretto utilizzo dei media. Che significa anche comprendere se e come una pubblicità ti offende .

Questo è il PAESE dove i femminicidi avvengono ormai giornalmente, talvolta piu volte al giorno. Ed è al contempo il Paese dove chi avrebbe il dovere di governare bene, NULLA o quasi sta facendo per combattere la violenza …

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Predicare bene e razzolare male

Predicare bene e razzolare male

Ecco qui un caso emblematico di cosa significhi oggi predicare bene, tanto non costa nulla, e contemporaneamente non mettere in pratica nulla di ciò che si afferma: agire coerentemente prevede impegno e fatica. In questi giorni è (ri)diventato di moda parlare di femminicidio. Questa volta speriamo sia la volta buona. Anche nel recente passato, ricordate la campagna Mai più Complici?, c’era stato molto rumore per nulla. Speriamo che questa sia la volta buona.

La Presidente della Camera Boldrini in una sua dichiarazione giustamente collega l’uso sfrenato del corpo, spoglIato passivo e umiliato in tv e nelle pubblicità, all’oggettivizzazione delle donne. Quotidiani e canali tv riprendono la notizia, la amplificano e aderiscono con entusiasmo, anche alla raccolta firme per fermare il femminicidio. Fin qui tutto bene. La dichiarazione di Laura Boldrini viene data in homepage su uno dei maggiori quotidiani, attribuendole dunque importanza. Ecco l’immagine che le viene affiancata, nella mefitica barra a destra. Per chi legge è irrilevante conoscere il codice implicito di lettura sotteso e che implica che nella parte centrale della homepage appaiano le notizie rilevanti , mentre nelle sidebar vengono proposte notizie di cronaca e costume. I due messaggi antitetici finiscono per divenire un ossimoro quasi che la dichiarazione di Boldrini, se affiancata all’immagine triviale del’ennesima parte di corpo femminile, stesse a ribadire che il solo corpo possibile è appunto quello spogliato. Non è questa la pratica di un solo quotidiano italiano, Corriere, Repubblica e La Stampa ne fanno grande uso. E se non fosse che …

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Alzarsi dal divano

Alzarsi dal divano

Nuovi Occhi per i Media è il nostro nuovo sito, che oltre a parlare dei nostri corsi e delle attività che svolgiamo sul territorio e nelle scuole, offre una serie di materiali liberamente consultabili, in continuo aggiornamento e arricchimento, a chi, docenti adulti ragazzi formatori, vuole approfondire l’educazione ai media di impronta sociale. Siamo anche su Fb e Twitter. Qui sotto proponiamo un breve accenno su alcuni degli elementi utili per una visione consapevole delle immagini, riprendendo qualcuno dei temi tracciati nelle 100 pagine di analisi e approfondimenti contenute nel nostro libro “Senza chiedere il permesso”, ed Feltrinelli. Per “alzarsi dal divano” e non subire passivamente tutto quanto ci viene proposto occorre fare attenzione ad alcuni, semplici, elementi che caratterizzano tutte le immagini, anzi è meglio cominciare a parlare di inquadrature. Perché le immagini della Tv, del cinema, di Internet questo sono: porzioni del mondo ritagliate all’interno di uno schermo. Gli elementi basilari per capire un’inquadratura sono: -il punto di vista: da dove è stata ripresa? dove era fisicamente la telecamera che la ha ripresa? -il rapporto con le inquadrature che precedono e seguono, cioè il montaggio: quanto è veloce? quanto mostra e quanto nasconde? -il rapporto che esiste tra lo scopo che ha nelle intenzioni di chi la produce e il contesto in cui è collocata. Perché non sempre un certo stile è adeguato ad un certo messaggio. Se si riflette su questi elementi, se si cerca di “vederli” mentre le immagini scorrono, o meglio fermando momentaneamente queste …

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