Monthly archive Novembre 2014
Sia un 25 novembre contro la cultura dello stupro: delle donne e del Pianeta

Sia un 25 novembre contro la cultura dello stupro: delle donne e del Pianeta

Condividiamo questo articolo dal blog Politica al Femminile:
Nella Giornata Internazionale per i diritti dell’Infanzia ricordiamo che ai nostri bambini e alle nostre bambine stiamo togliendo il futuro. E che, senza aspettare il gravissimo ultimo allarme dell’ONU, da tempo in tutto il mondo le donne stanno battagliando per impegni sul clima; perché, come ha detto Winnie Byanyima bacchettando il #G20: i potenti della terra non possono più permettersi di ignorare che le 2 maggiori sfide del nostro tempo sono la disparità di genere e il cambio climatico.

E non possiamo permettercelo neanche noi. Si aggiunga che – benché molti stentino a coglierla – esiste una stretta connessione fra la violenza contro le donne, e quella contro il Pianeta: e sta nella cultura che sottende alla sopraffazione.

Per questo si tratta di 2 sfide strettamente collegate: e questo 25 novembre è ora di dirlo. E’ ora di riconoscere, e di dire, che la cultura dello stupro delle donne e la cultura dello stupro del Pianeta sono la  stessa cosa.

E che, se i Governi non raccolgono l’allarme più grave di sempre appena lanciato dall’ONU, possiamo farlo noi, le donne.
Già un anno fa l’IWECI (International Women’s Earth and Climate Summit) approvò una Dichiarazione (che  fu integralmente recitata in italiano anche in questo video). Una chiamata che, a solo un anno di tempo, appare alquanto profetica. E che è anche preziosa per capire: non si tratta di slogan, ma di una denuncia circostanziata e di un
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Il Salvataggio delle Borse

Il Salvataggio delle Borse

Ne ho salvata un’altra venerdì scorso. E’ questa che vedete, immagino fine anni ‘50, il manico è rotto, ma ho chi lo aggiusterà, è una mia fidata complice. Oramai da anni ricevo l’invito al mercatino di Natale da parte dell’Associazione benefica  che mette in vendita i contenuti degli armadi di vecchie signore: si disfano di ricordi passati o degli oggetti di parenti oramai decedute. Sono una cliente affezionata, non mi perdo un’inaugurazione  per tutto l’oro del mondo: i ricavi del venduto vanno a sostenere opere pie: aiuti al terzo mondo per lo più. Ma io ammetto che non è la solidarietà verso i più derelitti la ragione che mi avvicina ai banchetti, o almeno  non è solo quella. Il motivo per cui aspetto con ansia questo periodo di novembre è per mettere in salvo le vecchie borsette che lì sono in vendita. All’inizio la mia opera di salvataggio coinvolgeva, oltre alle borse, cappellini, guanti, colli di pelo, e gonne con sottogonne, scarpine…. Insomma tutto ciò che era appartenuto alle donne che mi avevano preceduto e di cui mi sentivo erede e come tale, in obbligo di conservarne la memoria. La mia attività si è fatta  poi più frenetica via via che il “vintage “diveniva di moda: non sopportavo di vedere le mani di modaiole predatrici che arraffavano rapaci  tutto ciò che aveva costituito il corredo delle mie amatissime donne passate: non c’era rispetto nelle loro mani, non c’era amore. Vedevo l’ingordigia di possedere una cloche, un cache couer, una pochette …

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VORREI NON SCRIVERE QUESTA RECENSIONE

VORREI NON SCRIVERE QUESTA RECENSIONE

E’ uscito da poco un Libro di cui non vorrei parlarvi. Un Libro che vorrei non fosse stato scritto perché significherebbe che non ce n’è bisogno. E se non ce ne fosse bisogno significherebbe che la nostra società è in grado di far fiorire al meglio il potenziale di ognuna di noi. Vorrei non essere qui a battere i tasti del mio pc per scrivere ciò che potrebbe essere naturale a tutti e a tutte, se solo iniziassimo ad essere in relazione con chi ci circonda e non temessimo il cambiamento.

Vorrei che gli stereotipi scomparissero e fossimo in grado così di valutare chi ci sta accanto per quello che fa e per come lo fa, lasciandoci stupire dalla proposta di modalità nuove per raggiungere un obbiettivo che pensavamo avesse un’unica modalità di risoluzione. E invece no. Vorrei che diventasse evidente ciò che è evidente ma che schemi e rigidità ci impediscono di accogliere e utilizzare a beneficio di tutti. Vorrei che la Maternità fosse vissuta come un valore arricchente non solo per la madre e il padre che la vivono, ma per la società tutta e che le imprese dunque non costringessero nessuna donna a “dividersi” tra vita privata e vita professionale perché saprebbero che un contesto accogliente può amplificare le enormi competenze che con la maternità si producono. Se UNIRE diventasse l’obbiettivo. Vorrei. Ma so bene che così non è . Almeno per ora. E allora sono grata a Riccarda Zezza e Andrea Vitullo per avere raccontato con …

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Gender Gap: Italia al 69esimo posto

Gender Gap: Italia al 69esimo posto

Questo articolo và letto con attenzione, è l’analisi del nuovo rapporto sul GENDER GAP, che significa disparità tra i generi. Ve ne ho parlato spesso, lo cito nelle mie presentazioni. Questa volta è GIULIA CAMIN a raccontarvi le parti più salienti del rapporto e a svelarci perchè la FRANCIA, dove Giulia risiede, ha guadagnato 40 posizioni in un anno. Si può imparare dalle esperienze altrui.

“Recentemente é stato pubblicato il rapporto annuale del World Economic Forum (WEF) sul Gender Gap 2014. Si tratta di un’analisi che valuta la disparità delle condizioni uomo-donna e che delinea una classifica di quali siano i paesi in cui nascere donna sia più o meno svantaggioso. Preciso che si parla di svantaggi, più o meno marcati, semplicemente perché non esiste ad oggi un luogo nel mondo in cui il nascere donna provochi vantaggi da un punto di vista sociale o economico. Qui http://www.weforum.org/issues/global-gender-gap trovate maggiori informazioni e il pdf scaricabile. La scheda riassuntiva che riguarda l’Italia si trova a pagina 217. Sono dati, cifre, tabelle molto significative e vale la pena di spendere qualche minuto per leggerle con attenzione. In questi indici cifrati troviamo la sintesi dei problemi che moltissime donne incontrano nella loro vita quotidiana.

L’Italia si trova al 69esimo posto (su 142 paesi). Significa che, rispetto allo scorso anno, il nostro paese ha guadagnato due posizioni. I primi dieci paesi della lista sono: Islanda, Finlandia, Norvegia, Svezia, Danimarca, Nicaragua, Ruanda, Irlanda, Filippine, Belgio. Non stupitevi se tra questi troviamo paesi come il Nicaragua …

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Libere di Uscire. Libere di Correre.

Uno dei capisaldo di un cammino vero reali pari opportunità è costruire un mondo dove bambini e bambine godano degli stessi diritti. Per un genitore, padre o madre che sia, è terribile dovere dare istruzioni diverse a seconda che si rivolga ad un figlio o ad una figlia.

Mi batto contro questa ingiustizia da quando sono piccola.

L’ingiustizia permane ancora oggi e chiunque abbia figli maschi e figlie femmine sa bene che quest’ultime sono più limitate nei loro spostamenti: la discoteca è lontana? Hai 16 anni? E allora troviamo qualcuno che ti accompagni, ti vengo a prendere non ci vai eccetera eccetera.

Giorni fa Irene correva lungo il Naviglio, frequentato canale milanese, durante un giorno festivo, mezzogiorno. Mentre era ferma ad una fontanella per bere, in quattro l’hanno circondata e seviziata tentando di stuprarla. Per torturarla hanno usato un pezzo di vetro ed un coltello. Irene è poi scappata, ha corso insanguinata fino al Centro Sportivo più vicino, dopodiché è svenuta. “Meno male che è viva” diceva ieri un’amica. “Meno male che la violenza non è riuscita” diceva un’altra.

Sì. Certo è che la vita di Irene non sarà mai più la stessa, di questo ne siamo tutte consapevoli.

E allora da quando Irene è stata aggredita, noi donne siamo ancora più spaventate: anch’io corro spesso sul Naviglio ed ho pensato che da sola forse non ci andrò più. Le madri impaurite hanno ridotto la libertà delle figlie, le ragazze sono corse a dotarsi di spray antiaggressione.…

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Germania-Italia: Università a Confronto

Germania-Italia: Università a Confronto

Ammetto di amare molto la Germania: da giovanissima studia a Monaco e imparai il tedesco, e fui una delle prime; Thomas Mann è nel mio cuore e quando RyanAir ha aperto il Milano- Amburgo, volai immmediatamente a Lubeck e poi in battello a Travemunde dove Thomas andava in vacanza Ciò detto amo ancora di più l’Italia, ed è questo amore viscerale che mi fa restare qui ora e lottare come sto facendo. Il motivo per cui raccontiamo di come si vive fuori non è dunque esterofilia banale, ma la possibilità di comprendere che il MEGLIO esiste e che possiamo lottare per averlo o quando siamo ragazze/i possiamo vivere in un Paese più evoluto sotto alcuni aspetti e tornare per fare qui ciò che altrove, per ora, fanno meglio. Ecco cosa ci racconta LIVIA ANITA FIORIO. Leggete fino in fondo, esperienza interessantissima, di grande ispirazione. “Buongiorno a tutt*! Qualche giorno fa “Il Corpo delle Donne” ha titolato su Face Book “Le università tedesche sono ora del tutto gratuite” e di nuovo si sono accese polemiche e discussioni tra le fazioni GERMANIA Sì / GERMANIA NO. Visto che questa settimana la rubrica “Lettere da” prevede una mia lettera da Berlino, mi permetto di condividere con voi la mia esperienza personale su questo tema, senza avere nessuna pretesa di esaustività.

Ho potuto portare a termine una parte dei miei in Germania grazie al programma Ersmus, un progetto fantastico che ha aperto ai giovani della mia generazione le porte dell´Europa a 180 gradi. Una …

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