Posts tagged "Tempo"
Crepare per Scelta

Crepare per Scelta

Se arrivasse  il Terremoto, pensavo giorni fa mentre tremava il pavimento di casa sotto i miei piedi. Qualcosa di grande e indolore che ci inghiottisse tutti. Non un terremotello così. Tutte e tutti fuorchè i bambini e le bambine, le ragazze e i ragazzi. Che così potrebbero cominciare da capo. Leggeri, senza il fardello delle nostre colpe da portarsi sulla schiena.

L’ho pensato oggi alle ore 15 di nuovo. Con intensità ho voluto che la mia città fosse inghiottita insieme a me. L’ho pensato per disperazione e per vergogna. Arrivo in Stazione Centrale: freddo siberiano, ghiaccio sull’asfalto, nevischio gelido negli occhi. Esco dalla Stazione e con passo rapido vado a prendere il bus. Inciampo in qualcosa. Guardo: non è un fagotto, si muove. Mi chino: è una donna vecchissima, quasi sdraiata sul marciapiede, vestita con una gonna lunga di cotone e una giacchetta lurida. Pare intontita. La tocco e le parlo. E’ rumena. Capisco: si tratta di una delle tante anziane/i che vengono rapite dai loro villaggi da gruppi di delinquenti per sbatterle in strada da noi. Pare che per compassione molti diano loro dei soldi. Che gli aguzzini a sera raccolgono. Se i soldi raccolti non sono quelli ritenuti sufficienti, gli aguzzini bastonano le vecchie, che dormono  in stamberghe al gelo. Questo racket dei vecchi è noto alle forze dell’ordine.

L’anziana trema in modo impressionante. Io voglio urlare. Vado di corsa a cercare un poliziotto. Ne trovo tre, due uomini e una giovane donna. “C’è una donna vecchissima che …

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Da Donna a Donna: la Pasta Madre viva da 150 anni

Da Donna a Donna: la Pasta Madre viva da 150 anni

Modifico questo post oggi 5 gennaio, sulla scia del calore che mi ha provocato il commento di Niki, leggi qui sotto :-): la pasta madre che le è stata data da un’altra donna, e che viaggia da Sicilia a Sardegna da 150 anni! Da qui ripartire? mi domando. Da questa capacità delle donne di tenere vivo, di accudire, di non interrompere. 150 anni in cui la società si è trasoformata e le donne si sono “passate” la pasta madre, e  insieme a questa, cosa altro? E voi, avete da raccontarci altre storie di donne che si tramandano vita?

Mi pento delle diete, dei piatti prelibati rifiutati per vanità, come mi rammarico di tutte le occasioni di fare l’amore che ho lasciato correre… Non posso separare l’erotismo dal cibo e non vedo nessun buon motivo per farlo; al contrario, ho intenzione di continuare a godere di entrambi fino a quando le forze e il buon umore me lo consentiranno“, scriveva Isabel Allende nel suo Afrodita anni fa.

Alice, la “buona terrorista” del romanzo di Doris Lessing, trovava il suo momento più glorioso nella confezione del minestrone, momento di unità e di solidarietà per tutti i compagni riuniti intorno ai piatti fumanti nella grande cucina. Clara Sereni nel suo Casalinghitudine, ama la sua “Minestra dei sette grani”, in cui il ricordo del nonno si mescola alle incertezze del nuovo ruolo materno, e la zuppa di piselli in un ristorante di lusso accompagna la prima rivelazione sui suoi rapporti …

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Ti lascio andare

Ti lascio andare

Condividiamo l’augurio  che ci invia  Emanuela Chiarini che trovate anche  sul suo blog. Un saluto  al tempo che se ne va, accogliendo il tempo nuovo.

Lascio andare questo anno trascorso e mi ritiro condividendo. 

L’impronta che il tempo ha lasciato con l’esperienza nella mia anima la scioglierò nel sudore che andrà alla Terra e al Cielo accompagnato dai miei intenti. 

Ringrazio per l’esperienza. L’aver visto meglio, l’imparare a guardare, lo sconforto che poi passa, il coraggio che accellera il battito, la diversità che insegna. Il parlare troppo dimenticandosi che quando poi finiscono le parole… [continua a leggere]…

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www.zeitgeistmovie.com

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Passateci qualche ora… guardate il video che guardano milioni di persone.…

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Aspettare… Stanca

Ecco un sito da conoscere e visitare su cui scrive Rosanna Oliva, una donna che ha cambiato con le sue azioni la storia delle donne.…

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Poichè Sono una Donna

Ringrazio la mia amica Giorgia perchè stasera riesco a dire solo attraverso le sue, ora anche mie, parole. Altro non ho da aggiungere.

Poiché sono donna, nessuno, più di me, conosce il silenzio del tempo che muta, le parole del conforto, il dolore dell’abbandono.

So della caducità della vita e dell’illusione dell’apparenza, ma intuisco più di altri l’eternita’ di un gesto compiuto nella bellezza.

Poiché sono donna, porto su di me il peso dei reietti, e di tutti coloro che in ogni epoca furono emarginati.

Sul mio viso si scorgono ancora le sofferenze delle donne che mi hanno preceduto. Nel mio grembo, la pienezza di tutte coloro che hanno procreato.

Poiché sono donna, so cos’è il dono. E ho imparato, nel tempo, a vivere nella sua dimensione.

Raramente sono stata ascoltata, più spesso osservata con brama, con sospetto, con disprezzo, con risoluta indifferenza.

La mia voce dice di voci mai considerate. La mia penna di menti che, per loro natura e per la propria diversità, non sono state comprese.

Poiché sono donna sogno, e sognando sperimento l’esistere di differenti creazioni.

Nella mia complessità nutro in silenzio il seme del caos da cui proveniamo e che non potrò mai, poiché sono una donna, fingere di non aver avvertito.

Giorgia Vezzoli

attacchidipoesia.blogspot.com

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Esistere a modo mio

Oggi sono ad Oxford invitata dai docenti del Christ Church College e dalla lettrice Chiara che studia lì.

E’ per me un’emozione grandissima, come ho scritto nel mio libro Oxford ha rappresentato la presa di coscienza.

Domattina alle h 10 parlo ad una ascoltatissima trasmissione di BBC radio: Woman’s Hour.

“In Inghilterra tornai tempo dopo e fu un altro degli anni più importanti della mia vita. Ero a Oxford, dove studiavo lingua e letteratura inglese. Non avevo molto tempo per divertirmi, anche se il solo stare in college era un’esperienza incredibilmente eccitante. Uscire dalle gabbie, Oxford fu principalmente questo per me.

I primi tre mesi condivisi la camera con Birna, una ragazza gentile e biondissima: veniva da Akureyri, in Islanda, e diventò ben presto una delle mie migliori amiche. Attraverso di lei scoprii con stupore che fuori dall’Italia la vita delle donne era diversa e, a me pareva, per certi versi migliore. Non c’era, lo capivo dai racconti di Birna, quella separazione di giudizio che distingueva i comportamenti maschili da quelli femminili. La libertà, anche sessuale, era un dato di fatto, e maschi e femmine godevano di uguale indipendenza fisica e mentale. Feci mio da subito quel modo di pensare: esisteva e, dato che mi corrispondeva, potevo appropriarmene.

Mesi dopo, il posto di Birna fu preso da Farzaneh, una ragazza persiana figlia di uno stretto collaboratore dello scià. Fin dall’inizio la nostra amicizia fu completamente diversa, ma non meno interessante: mi portò una grande consapevolezza del mio corpo

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