Monthly archive Luglio 2010

Nasce Baubò, e si mette in mostra

“Donne che ridono” è l’evento che segna l’inizio dell’attività dell’associazione Baubò, che si prefigge la promozione e lo sviluppo della personalità umana.

Lo segnaliamo volentieri perché i temi e l’approccio ci paiono davvero interessanti.

In località Laghetto, frazione Ferrania, a Cairo Montenotte (SV). Il 1 agosto 2010, ore 21.

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Chi Le Ha Viste?

Hanno firmato in 100.000 quando il premier ha offeso una loro simile.

In altrettante hanno accompagnato con fierezza la staffetta dell’UDI in giro per l’Italia. Alcune hanno denunciato  la tv che le umilia. Altre hanno protestato con coraggio contro programmi indecenti che le privano di dignità.

Le più anziane tra loro tengono in piedi il famoso “welfare all’italiana”: in assenza di lavoro, di stipendi, di assistenza agli anziani, di nidi per i bambini, mantengono figli e nipoti oltre a dar loro alloggio.

Altre, le quarantenni, partecipano al mantenimento delle famiglie per 8/10 ore giornalmente e nel tempo restante fanno le casalinghe, ché la colf non se la possono permettere.

Dispongono di talenti eccezionali: vivono in un Paese che è agli ultimi posto nella classifica del gender gap, cioè della differenza tra generi, e ciò nonostante ottengono brillanti risultati a scuola, in università e riescono anche a fare figli. Pochi? In condizioni così anche uno mi pare un atto eroico.

Le giovanissime vivono all’interno di uno stereotipo che se avessi la loro età denuncerei i media giornalmente: tutte parrebbero volere fare le veline. Che non è la verità ma questa idiozia le obbliga a fare molta piu fatica delle loro coetanee europee per essere ritenute  credibili al di là di un bel faccino e un bel sedere.

Non sbaglio quando dico che l’immagine dei media indebolisce la nostra autostima. Non sbaglio quando dico che vedendoci ritratte perennemente a culo per aria, ammiccanti e disponibili, stiamo perdendo fiducia nelle nostre capacità intellettuali …

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Metropolis, sull’altopiano

Succede che in un piccolo centro dell’Altopiano di Asiago, in una sera d’estate, ci si trovi nella Chiesa sulla piazza dove, per inaugurare il Festival di opere prime italiane che si tiene da 14 anni, si scelga di proiettare METROPOLIS di Fritz Lang. In bianco e nero. Muto. Del 1927. Con un Maestro che accompagna improvvisando all’organo. Il film dura 2 ore.

Succede che  resti tramortita dalla bellezza. Succede che vi siano anche bambini che non si lamentano, seguono rapiti.

Al termine applausi calorosissimi. Organizzatori del Festival sorpresi e felici.

Un piccolo miracolo.

Un ottimo festival che prende avvio domani www.galliofilmfestival.it

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Lipperatura: a proposito di un articolo de Il Sole 24 Ore

Il blog di Loredana Lipperini lo conoscete. Così come sapete che il suo pensiero mi è stato di grande aiuto per il documentario. Leggete questo post e i commenti: io ero in dubbio se prendere in considerazione l’articolo de Il Sole 24 Ore, perché mi pareva il prodotto del precariato = pochi soldi = molta frustrazione = poca preparazione = articolo misero. Però Lipperini mi ha fatto ricredere: vale la pena di discuterne.…

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Noi Che Così Non Siamo

“Voi, siete corrotti, delusi, cinici” diceva su per  giù un meraviglioso Nanni Moretti parlando ai suoi coetanei in Caro Diario e continuava prendendo una posizione definitiva: “Io, sono uno splendido 40enne”.

Notizie dagli inferi mi balzano addosso ogni mattina: l’odore di fogna mi sommerge, guitti dalla fisiognomica rivelatrice fanno capolino con le loro facce immonde dai quotidiani. All’orrore non c’è limite: personaggi mostruosi hanno in mano il paese da decenni, impuniti in un Far West senza fine. E  quelle frasi sospese che minano la nostra stabilità: forse non c’è solo la mafia dietro le stragi?

Voi che il potere lo avete e lo avete voluto, quanto tempo ci terrete proni e in vostra balia in attesa della verità che, in un modo o in un altro, libererebbe il futuro?

E voi che scrivete i giornali, voi quali notizie attendete per finalmente decidervi a scrivere con il dolore e lo sdegno che ci si attenderebbe da chi è testimone della fine di un Paese? Quel tono saccente e distante per recensire con ironia e scetticismo anche gli eventi più turpi e dolorosi fa male quanto l’immondizia di cui raccontate.

Voi che avete vent’anni e meno e so che mi leggete, ascoltate bene ciò che vi dico: noi, io con voi, noi così non siamo.

Noi con quelli della fogna non c’entriamo.

Non credete un solo momento che quella sia la vita, la norma, il futuro.

Non è così. Non è assolutamente così.

Quelli di cui leggete sono esseri immondi e schifosi …

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UN Women

Dal 2 luglio è operativa la nuova agenzia ONU per i diritti delle donne, UN Women appunto. Nasce dalla fusione di quattro istituti impegnati da tempo a sostenere i diritti delle donne presso le Nazioni Unite: UN Development Fund for Women (UNIFEM), Division for the Advancement of Women (DAW), International Research and Training Institute for the Advancement of Women (INSTRAW) e l’Office of the Special Adviser to the UN Secretary-General on Gender Issues and Advancement of Women (OSAGI).

Tra le associazioni che si sono impegnate per ottenere questa nuova istituzione c’è anche AIDOS, Associazione Italiana Donne per lo Sviluppo. Dopo la soddisfazione per la decisione delle Nazioni Unite c’è ora verificare che UN Women sia adeguatamente sostenuta e finanziata perché, dice Daniela Colombo presidente di AIDOS, “500 milioni di dollari l’anno, come stabilito dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, sono pochi soprattutto se dipendono dai contributi volontari degli Stati Membri dell’Onu”.…

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La società dello spettacolo

E senza dubbio il nostro tempo… preferisce l’immagine alla cosa, la copia all’originale, la rappresentazione alla realtà, l’apparenza all’essere… Ciò che per esso è sacro non è che l’illusione, ma ciò che è profano è la verità. O meglio, il sacro si ingrandisce ai suoi occhi nella misura in cui al decrescere della verità corrisponde il crescere dell’illusione, in modo tale che il colmo dell’illusione è anche il colmo del sacro.

(Feuerbach, Prefazione alla seconda edizione de L’essenza del Cristianesimo).

Questa è la citazione che Guy Debord pone all’inizio del suo libro più importante, La società dello spettacolo. Opera fondamentale della riflessione sul rapporto tra cultura, massa e capitalismo (e sulla cultura di massa), è un libro ostico, di pura filosofia, articolato in una serie di brevi aforismi.

Quello che apre il saggio è però di una chiarezza che non lascia scorciatoie alla riflessione:

“L’intera vita delle società, in cui dominano le moderne condizioni di produzione, si annuncia come un immenso accumulo di spettacoli. Tutto ciò che era direttamente vissuto si è allontanato in una rappresentazione”.

Tanto per ribadire che le immagini non sono mai solo immagini, e che la possibilità di una libera scelta dipende dalla natura, non dalla quantità, di ciò che ci viene offerto.

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