Berlino
Livia Anita Fiorio scrive da Berlino, dove si è trasferita otto anni fa. Laureata in estetica e filosofia del linguaggio, ex pizzaiola, commessa, babysitter, centralinista, segretaria di produzione, cameriera, traduttrice non qualificata, organizzatrice di eventi e redattrice per formati on-line, si occupa attualmente di restauro, conservazione e archiviazione cinematografica per una fondazione tedesca, oltre che di molte altre cose! Quello a Berlino è stato il suo primo e ultimo lungo viaggio. Crede che l´esperienza dell´emigrazione sia una lama a doppio taglio che necessita di preparazione e consapevolezza. Vivere all´estero significa oggi per lei raccogliere finalmente i frutti di un lungo e faticoso impegno, ridere in un´altra lingua ed essere allenata a pensare oltre ogni conformismo.
La Berlinale delle Donne

La Berlinale delle Donne

Livia Anita Fiorio ci racconta la Berlinale delle Donne:

Berlino, 16. Febbraio 2015. Ieri si è conclusa la 65esima Berlinale, il festival internazionela del cinema di Berlino. Nel corso del festival sono stati presentati più di 400 film di cui 114 diretti da registe donne. Film d´apertura: “Nobody wants the Night” di Isabel Coitexet. Film in concorso assolutamente da vedere: “Body” di Malgorzata Szumowska, caratterizzato da un ironico e malinconico iper-realismo in cui il corpo di anoressiche, bulimiche, feti, morti, malati, uomini, donne, spiriti e gestanti compare nelle sue moltepilici declinazioni e “Ixcanul”, di Jayro Bustamante, la vicenda di una giovane donna guatemalteca della regione Kakchiquel-Maya nata e cresciuta ai piedi di un vulcano. Il direttore del festival Dieter Kosslick e la delegata della Repubblica Federale per la Cultura e i Media Monika Gütters hanno annunciato fin da subito che la Berlinale 2015 sarebbe stata un festival all´insegna delle donne proprio perchè, come ha spiegato Kosslick in un´intervista con il Tagesspiegel del 28.01.2015 “ è sempre molto sorprendente che in 65 anni di storia della Berlinale l´orso d´oro sia stato assegnato solo tre volte a una donna, ossia all´ungherese Marta Mészáros esattamente 40 anni fa, a Jasmila Zbanicnel 2006 e a Claudia Llosa nel 2009.” È stata quindi una presa di posizione politica consapevole quella della direzione del festival, non solo una battuta di spirito da cronaca mondana: raccontare storie inedite “di donne forti in situazioni estreme” anche se, precisa Kosslick “siamo comunque ben distanti dall´aver raggiunto una quota del …

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LETTERA da BERLINO

LETTERA da BERLINO

Ci scrive Livia Anita Fiorio da Berlino. Queste corrispondenze sono preziosissime, leggetele e facciamone tesoro

Ormai mi conoscete, sono una grande fan degli studi condotti dalla Bertelsmann Stiftung che, giusto tre giorni fa, ha pubblicato i risultati di una ricerca dal titolo “Lo Stato Sociale trae profitto dall´immigrazione. Nel 2012 gli immigrati hanno sgravato lo stato sociale con 22 miliardi di euro”. Project manager di questo studio è Franco Zotta, giornalista e responsabile di molti progetti di ricerca universitari e non, nato nel 1966 e laureato in filosofia, un tedesco con lampanti radici italiane. Autore della ricerca è Prof. Dr. Holger Bonin.

Si tratta di uno studio importante, pubblicato proprio in un momento in cui, in Germania, le tensioni sociali e gli episodi di discriminazione rispetto a immigrati sud- e est-europei si stanno facendo sentire più di qualche anno fa. Lo stereotipo alla base delle suddette discriminazioni: l´immigrato sud- o est- europeo viene in Germania per starsene con le mani in mano e gozzovigliare, scroccando sovvenzioni statali e servizi resi possibili solo grazie al lavoro e ai contributi versati da cittadini e cittadine tedesche.

Eclatante a livello mediatico è stato, ad es., l´episodio accaduto al Jobcenter (ufficio di collocamento) di Lipsia, dove a una donna rumena di 25 anni e al figlio di 5 è stata negata la pensione sociale argomentando che la donna, arrivata nel 2010, non aveva ancora lavorato in Germania. A seguito della presentazione del caso sopra citato alla corte europea, il 12.11.2014 i giudici …

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Germania-Italia: Università a Confronto

Germania-Italia: Università a Confronto

Ammetto di amare molto la Germania: da giovanissima studia a Monaco e imparai il tedesco, e fui una delle prime; Thomas Mann è nel mio cuore e quando RyanAir ha aperto il Milano- Amburgo, volai immmediatamente a Lubeck e poi in battello a Travemunde dove Thomas andava in vacanza Ciò detto amo ancora di più l’Italia, ed è questo amore viscerale che mi fa restare qui ora e lottare come sto facendo. Il motivo per cui raccontiamo di come si vive fuori non è dunque esterofilia banale, ma la possibilità di comprendere che il MEGLIO esiste e che possiamo lottare per averlo o quando siamo ragazze/i possiamo vivere in un Paese più evoluto sotto alcuni aspetti e tornare per fare qui ciò che altrove, per ora, fanno meglio. Ecco cosa ci racconta LIVIA ANITA FIORIO. Leggete fino in fondo, esperienza interessantissima, di grande ispirazione. “Buongiorno a tutt*! Qualche giorno fa “Il Corpo delle Donne” ha titolato su Face Book “Le università tedesche sono ora del tutto gratuite” e di nuovo si sono accese polemiche e discussioni tra le fazioni GERMANIA Sì / GERMANIA NO. Visto che questa settimana la rubrica “Lettere da” prevede una mia lettera da Berlino, mi permetto di condividere con voi la mia esperienza personale su questo tema, senza avere nessuna pretesa di esaustività.

Ho potuto portare a termine una parte dei miei in Germania grazie al programma Ersmus, un progetto fantastico che ha aperto ai giovani della mia generazione le porte dell´Europa a 180 gradi. Una …

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Violenza: Siamo dalla Parte della Costruzione?

Violenza: Siamo dalla Parte della Costruzione?

Recentemente  è stato pubblicato anche in Germania un report sull´incidenza della violenza domestica in Europa:

http://fra.europa.eu/en/press-release/2014/violence-against-women-every-day-and-everywhere

Eccoli qui: i tedeschi – brava gente – confrontati con il tema della violenza domestica da una statistica “europea” e da un film drammatico d´autore. Loro, sì, proprio loro, i bravi, puliti, corretti, giusti cittadini della Germania unita. “Noo, non può essere” direte voi. E invece sì, capita anche qui. Capita anche nel 2014 nella Germania della Kanzlerin. Eccovi un po`di numeri e fatti tratti da uno studio del 2004 del Bundesministeriums für Familie, Senioren, Frauen und Jugend (trad: Ministero per la Famiglia, gli Anziani, le Donne e Giovani):

 

  • A partire al loro 16emo anno di il 40% delle donne viiventi in Germania hanno subito violenza fisica e/o sessuale.

 

  • Il 25% delle donne che abitano in Germania hanno subito violenza attraverso attuali o ex-partner (violenza domestica).

 

  • Il 13% delle donne viventi in Germania hanno subito forme di violenza sessuale giuridicamente punibili e penalmente rilevanti.

 

  • Il 42% delle donne che abitano in Germania hanno subito violenze psicologiche come per esempio: intimidazione, diffamazione, calunnia, minacce, terrorismo psicologico.

 

  • La violenza sulle donne viene esercitata prevalentemente da partner o ex-partner in ambiente domestico.

 

  • Donne in situazioni di separazione o divorzio sono particolarmente in pericolo, divenendo spesso vittime di violenza da parte del partner o ex-partner.

 

  • Più della metà delle donne che hanno subito violenza fisica ha subito gravi ferite corporee da violazioni, un terzo ha dovuto ricorrere a un soccorso medico
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Tv, pregiudizi e apprendimento

Tv, pregiudizi e apprendimento

Ecco una interessante analisi sulla tv via cavo oin Germania di Livia Anita Fiorio da Berlino:

Ebbene sì, accade anche nella Germania unificata e democratica: propaganda di genere. Da giovedì 10 aprile 2014 il canale televisivo per soli uomini DMAX assisterà alla nascita (via satellite, cavo o IPTV) della sua sorellina minore che si chiamerà TLC. Retroscena: TLC – abbreviazione di The Learning Channel (trad. Il canale per l´apprendimento) è un canale televisivo americano via cavo che trasmette per la maggior parte programmi d´informazione e reality-TV. Dal 1991 TLC appartiene al gruppo Discovery Communications. TLC importa importa un gran numero di trasmissioni da imprese-figlie della BBC (Regno Unito). La versione internazionale di TLC è stata lanciata nel marzo del 2010 in Norvegia, seguita da Polonia, Balcani, Asia, India, Olanda, Sudafrica, Grecia, Regno Unito e Irlanda.

In Germania TLC si rivolgerà soprattutto a donne di età compresa tra i 20 e i 49 anni. Esempi di formati inclusi nella programmazione: sotto la lettera “V” trovo per esempio “Verliebt, verlobt, verhaftet” (trad. Innamorat*, fidanzat*, imprigionat*); alla lettere “D” “Die Schönheits-Retter” (trad. I salvatori di bellezza); “J” come “Jo Frost – die Familienterapeutin” (trad. Jo Frost – terapeuta familiare); “K” come “Kitchen Boss” (trad. Il capo cuoco); “P” come “Plötzlich Mutter” (Trad. Improvvisamente mamma); “M” come “Mein nackten Geheimnis” (trad. Il mio nudo segreto) e come “Mein Traum in Weiß” (trad. Il mio sogno in bianco). Insomma, matrimonio, shopping, problemi di coppia (eterosessuale), bellezza, cucina, figli e lavoro a maglia: queste le tematiche …

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BERLINO: Trentenni generazione perduta?

BERLINO: Trentenni generazione perduta?

Berlino 17 Marzo 2014.La nostra corrspondente LIVIA FIORIO ci scrive da BERLINO. I TRENTENNI come GENERAZIONE PERDUTA?

Domani grande incontro Renzi-Merkel a Berlino. Noi italiane in Germania attendiamo con ansia cosa verrà fuori dal primo colloquio faccia a faccia tra la veterana Kanzlerin e il neo premier. Con Hollande, Renzi, ha deciso di rivoluzionare l´Europa. Chissà se Angela si farà trascinare in quest´impresa.

Con alcuni giovani europee e europei dibattevo ieri – tra un bicchiere di vino e l´altro – i temi della giustizia sociale in Europa. In più lingue ci chiedavamo se, prima o poi, questo tanto atteso cambiamanto avverà anche per mano della politica istituzionale.

Dei destini apparentemente lontani ma vicinissimi segnano le vite di noi giovani europei della cossiddetta Y-Generation: una generazione di individualisti che, più per necessità che per scelta, ha fatto della flessibilità il proprio stile di vita.

Mi ricordo la balla assurda che, qualche anno fa, ci raccontavamo a vicenda: la grande libertà dell´essere freelance, la possibilità di poter gestire la propria vita, i tempi lavorativi, le vacanze, la residenza, le amicizie, la nazionalità e, perchè no, anche i rapporti sessuali, liberamente, in modo del tutto disimpegnato. Una generazione in apparente tumulto. La generazione dei choosy, quelli sempre con la valigia fatta, l´i-Phone in tasca connesso su FaceBook, l´i-Pod ben ficcato nelle orecchie, la camera da letto hipster, arredata con pochi mobili ma alternativi, (magari vintage), in realtà gli stessi di tanti altri che, come noi, sono cresciti tra un volo low-cost easyjet e …

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Le AFFISSIONI colpiscono tutti/e

Le AFFISSIONI colpiscono tutti/e

 Da Berlino, Livia Anita Fiorio Dall´11 gennaio del 2014 nei luoghi più frequantati di Berlino e della Germania campeggiano degli enormi cartelloni pubblicitari in formato LED-digitale o cartaceo. Su di essi una persona (uomo o donna), più o meno vestita, viene spruzzata di polvere dai colori accesi. Lo sfondo è bianco. A destra o a sinistra della persona ritratta compare un solo slogan: “La pubblicità colpisce. Tutti”. In basso in piccolo l´indirizzo di un sito internet: www.trifft-jeden.de

„ASSENWERBUNG TRIFFT. JEDEN.“ è una campagna pubblicitaria promossa dalla FAW (Fachverband Aussenwerbung e.V.) e destinata a creativi e operatori nell´ambito dei media tedeschi. Scopo: implementare le affissioni pubblicitarie integrandole con il supporto di internet in modo crossmediale. Da più di un mese ogni giorno passo due volte al giorno davanti a questi cartelloni pubblicitari. “Trifft jeden” (= ci becca tutt*) penso e ripenso da settimane.

Già dopo la prima settimana non ho resistito.Una sera, tornata a casa, ho inserito nel motore di ricerca internet lo slogan che ogni mattina e ogni sera vedevo piazzato a caratteri cubitali sulle affissioni: “La pubblicità affissa becca. Tutti”.

A quanto pare non sono stata l´unica: nell´arco delle prime tre settimane il FAW ha registrato 12551 visitatori e 16480 visite sulla pagina web; 2495 downloads e 19,9% conversioni; valori di memoria dei visitatori: 71% recognition e 52% recall.

Una campagna/prova esemplare che ha attestato non solo ai “creativi” quanto una pubblicità efficace possa sortire, ancora oggi, degli effetti vincenti se la comunicazione in uno spazio pubblico viene gestita

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