Berlino
Livia Anita Fiorio scrive da Berlino, dove si è trasferita otto anni fa. Laureata in estetica e filosofia del linguaggio, ex pizzaiola, commessa, babysitter, centralinista, segretaria di produzione, cameriera, traduttrice non qualificata, organizzatrice di eventi e redattrice per formati on-line, si occupa attualmente di restauro, conservazione e archiviazione cinematografica per una fondazione tedesca, oltre che di molte altre cose! Quello a Berlino è stato il suo primo e ultimo lungo viaggio. Crede che l´esperienza dell´emigrazione sia una lama a doppio taglio che necessita di preparazione e consapevolezza. Vivere all´estero significa oggi per lei raccogliere finalmente i frutti di un lungo e faticoso impegno, ridere in un´altra lingua ed essere allenata a pensare oltre ogni conformismo.
Fate Qualcosa. Non Importa Cosa

Fate Qualcosa. Non Importa Cosa

Grazie a  Livia Anita Fiorio, la nostra corrispondente da Berlino, scopriamo quest’uomo che piacere a molte/i qui. I cui insegnamenti sono attualissimi. Dicevo venersi scorso in una scuola ad un ragazzino che mi chiedeva “cosa facciamo?” Agire agire agire. L’unica raccomandazione: NOn state fermi. “Il 30 novembre del 2013 viene inaugurata ai KW (KUNST-WERKE) di Berlino una prima retrospettiva completa su Christoph Schlingensief, deceduto il 21 agosto di tre anni fa all´età di 49 anni a seguito di una rara forma di cancro ai polmoni. Non vedo l´ora. Schlingensief rappresenta e ha rappresentato per me uno degli artisti più radicali e coraggiosi della Germania contemporanea.

 Per Schlingensief non esistenvano confini tra arte e vita. Ogni sua creazione, che fosse un´opera teatrale, cinematografica o un´azione in spazio pubblico, così come i talkshow o i programmi televisivi seguiti da tantissimi giovani e giovanissimi, doveva avere un legame con la sua biografia e la storia geopolitica, passata e presente, di una Germania che Schlingensief – come pochi altri – osò interrogare, mettere alla berlina e, spesso, osteggiare, guadagnandosi, presso molti critici, la nomea di “Provokator”.

 Nel 1998, giusto in occasione delle imminenti elezioni, Christoph Schlingensief ed altri nomi noti della scena artistica tedesca ebbero un´ennesima idea geniale: fondare un partito. Il nome: CHANCE 2OOO, un partito/progetto artistico nato un giorno di marzo in un tendone da circo della Volksbühne, uno dei teatri più trasgressivi di Berlino, sotto il motto “Scheitern als Chance ”, “Il fallire come possibilità”. Il fine:

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Lettera da Berlino o "del Ricominciare"

Lettera da Berlino o “del Ricominciare”

Questa lettera di Livia è  l’inizio di qualcosa. Mi arriva la mail di Livia da Berlino e contemporaneamente mi arrivano mail di ragazze, giovani donne e ragazzi che mi raccontano che stanno intraprendendo. C’è fermento. Sto riflettendo. Mi interessa. Ci occuperemo di questo prossimamente.

12.05.2013: Con oggi anche la rassegna ALICE ALLO SPECCHIO è terminata: un mese di dibattiti, discussioni, presentazioni e, per me, grandi scambi. Devo ancora rielaborare imput, impressioni, voci. Sono state delle settimane intense, almeno per la parte del programma che mi ha riguardata. Ringrazio di cuore Lorella Zanardo, Slavina, Loredana Lipperini e Alina Marazzi che si sono alternate durante le ultime due settimane, passandosi la palla di mano in mano con entusiasmo, estrema curiosità e attenzione rispetto a questo nuovo contesto che andavano ad esplorare grazie anche alla guida di noi organizzatrici.

Ognuna di loro ha lasciato a me (e a chi, con me, ha seguito questo percorso) molto materiale e molto spazio per riflettere e continuare ad agire in modo consapevole, con caparbietà e fiducia rispetto al fatto che NON È TUTTO INUTILE ciò che, giornalmente, nel proprio minuscolo microcosmo, si sta facendo per migliorare questo mondo. Farò tesoro delle conversazioni fatte con loro in pubblico o in in momenti d´intimità e di svago e spero che questo facciano anche i partecipanti e le partecipanti agli incontri di ALICE ALLO SPECCHIO. In molti e in molte ci hanno ringraziate, perchè sí, sembra superficiale organizzare una rassegna “culturale”, ma da dove cominciare altimenti? Come …

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Lettera da..Berlino. Avere 30 anni. E Vivere Lontano da Qui

Lettera da..Berlino. Avere 30 anni. E Vivere Lontano da Qui

  Voi che mi scrivete in tante/i, leggete queste LETTERE DA…Sono uno spaccato della vita di vostri coetanei/e che ci raccontano come si vive lontano da qui. La fatica spesso è tanta, Livia lo prova da anni cosa significhi vivere in un Paese straniero, impararne la lingua-il tedesco non è facile-adattarsi ad usi e costumi diversi, sentire la lontananza. Ma imparare contemporaneamente tantissimo, ed avere una professione e sentirsi adulti/e perchè si può decidere della propria vita.

Sono le ore 06:30 del giorno 9 aprile 2013 e vi scrivo con una coperta a quadri rossi e blu e un berretto di lana in testa, seduta allo scrittoio di questo appratamento della ex- Berlino est.

P. mi ha consigliato di fare i gargarismi con la coca-cola per sedare le tonsille gonfie.

M. è uscito di casa alle ore 05:30 ed era già giorno.

Le ore di luce aumentano, le temperature no.

La sera, quando torno dal lavoro verso le 20:00 è come se fossero le 16:00 del pomeriggio e io, da otto anni ormai, trascorro questa fase dell´anno con enorme stress e le immancabili “borse sotto agli occhi”, per citare la canzone di Franco Battiato come già una volta avevo fatto nelle mie lettere. Sabato 6 aprile, nel pomeriggio, ad un´altra latitudine ma sempre in Germania, Melanie spingeva e spingeva.

Nel frattempo io raccattavo gli ultimi ospiti nella pensione per sole donne Artemisia, sperando che il mio discorso sgangherato, in un tedesco imperfetto, fosse per lo meno apprezzato come

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Da Dove Veniamo o meglio Dove Stiamo Andando

Da Dove Veniamo o meglio Dove Stiamo Andando

Una LETTERA DA BERLINO importante che Livia ci invia. Una lettera che parla di Germania, di una donna coraggiosa ma anche e soprattutto di noi e del nostro futuro.

Una Germania federale in un´Europa unita dopo la guerra.” Questa era la visione di Sophie Sholl mentre combatteva contro il regime nazionalsocialista. Venne imprigionata esattamente settant´anni fa, il 18 febbraio del 1943, insieme al fratello Hans e ad altri membri della “Weiße Rose” (la rosa bianca). Pochi giorni dopo fu giustiziata. Anche in Germania ci furono partigiani e partigiane ma di loro – in Italia – si parla sempre troppo poco.

19, 20 e 21 febbraio 1937, Addis Abeba: a seguito di un attentato compiuto da patrioti della resistenza etiope (Abraham Debotch e Mogus Asghedom) contro il viceré Rodolfo Graziani vengono martoriati e massacrati senza pietà 30.000 cittadini etiopi, donne, uomini, bambini. Si trattava per la maggior parte di civili. Il 19 febbraio è, per il popolo etiope, il “Giorno della Memoria”. L´occupazione fascista italiana ha messo in ginocchio un popolo e perpetrato crimini bellici indimenticabili. Un vero e proprio eccidio, una strage cancellata, come la descrive lo storico Angelo Del Boca. Anche mio nonno ha combattuto in Etiopia e probabilmente il nonno di qualcun´altro o qualcun´altra che ora sta leggendo.

14 febbraio 1975: a dieci mesi dalla sua prima mondiale arriva nei cinema tedeschi il film di Liliana Cavani “Il portiere di notte”. Dopo essere stato considerato immorale  in Italia, grazie all´opposizione dell´industria cinematografica italiana

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A Berlino che Tempo c'è?

A Berlino che Tempo c’è?

Sono stata un paio di volte recentemente a Berlino e confermo  che mi è parsa una città interessantissima con alcuni evidenti vantaggi in particolare se si è giovani e altri svantaggi di cui Livia ci racconta. Il numero di italiani/e che si è trasferito è notevole. Da Berlino ci scrive Livia e vi consiglio di leggerla con attenzione sia se volete trasferirivi sia se lottate da qui: sapere cosa accade oltralpe è sempre utile. Buona Lettura!

Da quando la nostra palazzina è stata venduta, io e Mathias siamo diventati membri del Berliner Mieter Gemeinschaft e.V., un comitato che promuove i diritti degli affittuari e li aiuta a mantenere la calma e il sangue freddo in tempi di sfratti programmati e gentrificazione. (Ne avevamo parlato anche qui.) Ogni mese ci viene spedito un giornale – il MieterEcho – nel quale vengono raccolte notizie ineterssanti riguardo la politica locale e nazionale. Ho chiesto alla redazione il permesso di poter tradurre un loro articolo che mi sembrava molto interessante in tempi di crisi finanziaria. Quando torno in Italia, vengo costantemente confrontata con una serie di stereotipi riguardanti la Germania, la sua potenza economica, la crescita di occupazione e il benessere dei suoi cittadini e lavoratori. Mi è capitato addirittura che figuri ignoti mi chiedessero l´amicizia su Face Book per chiedermi consigli su “come trovare lavoro a Berlino”. Ogni volta che mi trovo al bar con un qualche italiano o una qualche italiana in vacanza a Berlino che mi …

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E' che di Lavoro non ce n'è Più

E’ che di Lavoro non ce n’è Più

Il dibattito è partito da una dichiarazione della Ministra Fornero sull’essere troppo choosy, esigenti, dei giovani italiani. GIULIA ROSONI ha risposto con una lettere dolorosa  Non Sono Choosy voglio solo vivere.

GIULIA CAMIN successivamente da Parigi ha affermato il suo diritto ad essere esigente: Sono choosy e me ne vanto.

Oggi ospitiamo LIVIA FIORIO da Berlino, una giovane italiana che si è trasferita in Germania da qualche anno. Livia  rilancia e propone che il tema non sia solo essere più o meno esigenti, bensì IL FARE POLITICA IN MODO NUOVO, una reale Rivoluzione insomma. Leggiamo.

Cara Giulia Camin per quanto io la pensi come te sul ruolo della Ministra e sul fatto che le sue proposte dovrebbero essere ben altre, purtroppo rimango dell´idea che la sua affermazione sia -oggi come oggi- PER ME qualcosa di drammaticamente vero. Come detto, tu sei choosy e te ne vanti, io vorrei essere choosy ma non posso. E in tutto questo non ho mai affrontato colloqui strappandomi capelli e dondolandomi su di una sedia, anzi, ho offerto quello che avevo da offrire e, ti diró di piú, credo pure di essere stata molto fortunata. Purtroppo i posti di lavoro sono limitati e le persone qualificate molte, troppe. E allora che si fa? Ripeto: per me si tratta di un´urgenza strutturale. Il discorso é lungo e parte da molto lontano. Anche dire “sono esigente e vado in un posto in cui c´é –attualmente- piú lavoro, non é una scelta molto esigente”: non

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Lettera da Berlino: Meglio essere Cyborg che Dea?

Lettera da Berlino: Meglio essere Cyborg che Dea?

“Donna non si nasce, ma si diventa”

Simone de Beauvoir 1946

 

“Meglio essere cyborg, che dea”

Donna J. Haraway (1885/ ) 1991

 

(Citazioni tratte da “Manifesto contra-sessuale”, Beatriz Preciado)

 

A giugno di quest’anno un consiglio di medici e giuristi tedeschi ha riconosciuto nelle operazioni mediche applicate a neonati intersessuali, delle pratiche lesive di alcuni dei diritti umani fondamentali. Ad essere dibattuto è stata la presa di posizione del Comitato Etico tedesco sul tema dell’ intersessualità. Non solo i Verdi, ma anche gruppi evangelici, associazioni gay e losbo e gruppi di genitori di donne-XY  hanno sostenuto l’ istanza di una maggiore tutela di diritti di persone intersessuali. Il passo più importante che è stato fatto: riconoscere ufficialmente che l’ intersessualità non è una malattia. Ulteriori punti del dibattito hanno interessato l’ aspetto giuridico della connotazione sessuale sui documenti ufficiali: alcuni membri del comitato hanno proposto di aggiungere su carta d’ identità o passaporto la possibilità di scegliere -oltre alla dicitura “sesso: maschile” o “sesso: femminile”- anche “ALTRO”.

Questi sono dei piccoli ma essenziali passi che in Germania si stanno compiendo sul fronte della lotta alle discriminazioni di genere, qualsiasi esso sia e presupposto che esso esista. Una lotta che non è conclusa e che procede da anni. É dal 2011 che un comitato di individui e gruppi trans- e inter-sessuali ha redatto un documento per la riforma della legge transessuale (TSG) del 1981. Chi è  volesse sostenere questa riforma, può sottoscrivere una petizione il cui testo può essere letto qui.

Di …

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