IzokefalizmDiamo a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio: facendo questa massima nostra e non volendo decidere chi sia Cesare e chi sia Dio nella vicenda che segue.

Da parecchi anni Loredana Lipperini scrive libri e post con l’obbiettivo di innalzare il livello di consapevolezza sul tema della rappresentazione delle donne nei media: il suo testo Ancora dalla parte delle bambine ne è un esempio. Oltre a ciò affronte il tema durante numerosi dibaitti e interviste.

Giovanna Cosenza insegna linguaggio dei media all’Università: spesso tratta del tema della rappresentazione della donna nei media innalzando il livello di consapevolezza su questo tema.

Marina Terragni illumina da anni il borghesissimo Corriere della Sera con illuminanti aritcoli sulle donne.

Io, Lorella Zanardo, insieme a Cesare Cantù e Marco Malfi Chindemi ho scritto e diretto un documentario visto da 3 milioni e mezzo di persone che ha innalzato il livello di consapevolezza delle persone su questo tema, dei giovani e delle giovani in particolare che sono sensibili al linguaggio delel immagini. Oltre a ciò tengo un blog, una pagina FB ma piu’ di tutto vado nelle scuole e incontro centinaia di ragazze e ragazzi. E innalzo il livello di consapevolezza.

I blog gestiti da giovani donne: vitadastreghe, donne pensanti, unaltrogeneridicomunicazione, svolgono da due anni circa un importante lavoro di innalzamento del livello di consapevolezza sul tema della rappresentazione delle donne nei media.

Le donne citate qui sopra oltre all’UDI, ad Annamaria Testa, a Femminismo a Sud, al lavoro prezioso di Monica Lanfranco, e a molte altre hanno lavorato in modo spesso personalissimo, all’innalzamento del livello di consapevolezza.
“Perchè le donne italiane non reagivano, e ora paiono reagire
?” mi chiedono decine di media esteri intervistandomi.
Perchè c’è stato il lavoro prezioso, continuo, spesso non riconosciuto di queste donne, donne che commettono errori come tutti, ma a cui va riconosciuto, e io me lo riconosco tutti i giorni guardandomi allo specchio, di avere risvegliato le coscienze addormentate.

CHANGE AGENTS: dicono nella cultura britannica. Senza persone che innescano un processo di cambiamento, le rivoluzioni non si fanno, o restano sulla carta.
E’ evidente che vi è un importante cambiamento in corso sulla rappresentazione della donna nei media: si moltiplicano i comitati, si emettono protocolli: tira aria nuova, e molto ancora arriverà.
L’Assocaizone Pari o Dispare con Presidente Emma Bonino, il Comitato Donne e Media di Gabriella Cims svolgono un altro importante compito: attraverso l’associazionismo, il lavoro di lobby,e l’organizzazione di convegni sul tema della rappresentazione delle donne nei media rendono visibile un problema che altrimenti tende ad essere emarginato.
L’Associazione Se non ra quando? ha contribuito a portare in piazza il 13 febbraio moltissime donne, che parevano essere scomparse ed invece si sono dimostrate vivissime.
Tutti i ruoli di cui sopra sono fondamentali e, se fossimo in un altro Paese, già ci saremmo consociate amabilmente ognuna utilizzando al meglio i propri talenti.

Volendo dare a Cesare quel che è di Cesare è necessario però precisare e spiegare.
Una settimana fa si è svolto un convegno dell’Art’s Directo’rs Club a Roma a cui ero stata invitata: avendo già previsto un incontro nelle scuole, ho declinato l’invito. Da tale convegno è scaturito un protocollo stilato dai creativi di diverse agenzie pubblicitarie, che si impegnano ad un comportamento piu etico.
Per ben tre volte sono stata invitata a trasmissioni televisive ultimamente: in tutti tre i casi avevo già previsti incontri nelle scuole e con gli adulti, ed ho quindi declinato.
Non un attimo ho vacillato tra scegliere se  trascorrere il venerdì sera ad un dibattito in un paesino sperduto del polesine o in un salotto televisivo: senza il lavoro di innalzamento di livello delle cosienze, non mi inviterebbe nessuno, poichè nessuno avvertirebbe il problema.
Senza un lavoro continuo sull’innalzmanto del livello di consapevolezza, non ci sarebbe protocollo dei pubblicitari
. Alla manifestazione Se non Ora Quando sarebbe andata molta meno gente. Lo IAP non si occuperebbe con tanta solerizia della immagine delle donne.
E’ bene dirlo e ribadirlo. Lo dobbiamo, e se voi non sentite di doverlo lo devo io, alle migliaia di ragazzine a cui abbiamo insegnato che protestare serve: e allora scrivono alla sera una mail allo IAP o all’azienda che offende . E allora è grazie a loro, a noi, se oggi i pubblicitari che seguono solo le leggi del mercato, sembrano avere interesse per la nostra dignità. Diciamolo e a voce alta.
E’ solo attraverso  questa protesta educata e continua che la Commisisone di Vigilanza e la Rai nomineranno un comitato per la tutela dell’immagine delle donne in tv.

C’è in giro un nuovo modo di fare politica che è questa che stiamo portando avanti noi qui, le donne dei blog che poi vanno sul territorio. E’ il fare politica attiva, stando ad ascoltare ciò che la gente vuole, i loro desideri. E’ dare strumenti di emancipazione a chi non può averli, è fare cultura intorno al tema della rappresentazione di genere.
Così si cambia il mondo, solo così.