Posts tagged "marina terragni"

Per i giovani, tutto

Questo il post sul nostro libro Senza chiedere il permesso pubblicato il 6 dicembre da Marina Terragni sul suo blog:

Per il suo documentario “Il corpo delle donne” (5 milioni di contatti online), la mia amica Lorella Zanardo è stata amata, odiata, celebrata, detestata, perfino un po’ perseguitata. Lì si vedeva semplicemente quello che ogni giorno vedevamo in tv: non c’era niente di diverso, se non lo sguardo. In questo caso, lo sguardo di un’italiana poco italiana e non assuefatta, grazie alla frequentazione assidua con altri Paesi. Prova del fatto che il cambio di sguardo sulle cose è tanto, è quasi tutto, e quindi che molto dipende da noi, dalla nostra volontà e dal nostro desiderio.

“Il corpo delle donne” è stato anche un libro, edito da Feltrinelli. Recentemente per lo stesso editore Lorella ha pubblicato “Senza chiedere il permesso-Come cambiamo la tv e l’Italia”, dedicato ai ragazzi. L’intento è l’educazione alla cittadinanza attiva, attraverso un uso consapevole dei media. Le chiedo di raccontarmi il cambio d’oggetto.

“Semplice” dice. “Quando uscì il documentario centinaia di docenti di tutta Italia ci chiamarono per presentarlo e commentarlo nelle  scuole. Insegnanti appassionati e responsabili, ma in qualche modo “vinti” dalla concorrenza imbattibile della tv. Ci siamo andati: qui è l’embrione di questo progetto di educazione ai media, che in altri Paesi è materia obbligatoria. Se non conosci il linguaggio dei media, a cominciare dalla tv, hai scarse possibilità di essere un cittadino attivo e consapevole.

La gente …

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Voglio una Risposta. Qui

Voglio una Risposta. Qui

Marina Terragni nel post di oggi si interroga su come sia possibile che la massa di corrotti che ci governa sia così impunita:

“Com’è che questi continuano a parlare delle loro ruberie al telefono? mi sono chiesta, leggendo l’ennesima tornata di intercettazioni sulla Lega. Che le comunicazioni vengano intercettate lo si sa: mentre la crisi ci stava già mordendo i garretti, abbiamo passato un’annata buona di lavori parlamentari del tutto inconcludenti soltanto su questo.Dico a un’amica: ma se io e te rubiamo, non è che ne parliamo al telefono. Ci vediamo da qualche parte per spartirci il bottino. Com’è che questi invece ne conversano amabilmente, come se niente fosse? Delirio di onnipotenza”. Così ho commentato sul suo blog:

Tutto vero. Però anzichè noi donne analizzare all’infinito, perchè non passiamo all’azione? Onniponteza maschile? certo. Però l’impotenza la vedo nostra. Di che cosa abbiamo paura? Siamo il 60%della popolazione, e mai pronte, mai empowered, mai convinte nel mandarli affanculo. Quante analisi ancora, quante ricerche, quanto tempo ancora speso a parlare? Bindi finocchiaro% company non hanno coraggio. Basta! che paura abbiamo a dirlo? Avanti, andiamo avanti noi con coraggio. Magari ci facciamo male, fa niente. Ma stare in questo limbo melmoso che vita è? Invito a ragionare che tra se non ora quando e mille altri movimenti siamo una marea, potremmo provocare un terremoto, una valanga un cataclisma. Quale autorizzazione stiamo aspettando? manca un anno alle elezioni: scusate non mi è chiaro a chi dovrei chiedere se mi volessi candidare? a partiti

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A Noi la Festa, a Voi la Parola

A Noi la Festa, a Voi la Parola

Sarebbe bello che per questo Ottomarzo le cose andassero un po’ diversamente.

Che per una volta non toccasse alle donne elencare di tutti i guai causati a questo Paese da un’irriducibile “questione maschile”: il monopolio, come lo chiama Chiara Saraceno, dei posti di potere, l’applicazione di cospicue quote non scritte (tra l’85 e il cento per cento) a favore degli uomini.

Sarebbe interessante che stavolta fossero i nostri colleghi giornalisti, opinionisti e blogger, a dire “I care”. A scrivere: la violenza e il femminicidio sono un mio problema, e rivelano l’incapacità della sessualità maschile di liberarsi dalla tentazione del dominio. Come posta un lettore, Claudio Losio, sul blog Il Corpo delle Donne, commentando la vicenda della ragazza stuprata da un militare a L’Aquila, “il quadro che ne esce ci riporta indietro di 30 anni, al documentario di Tina Lagostena Bassi sul processo per stupro. La giovane studentessa dell’Aquila è nostra figlia, dobbiamo trovare il modo di sostenerla e proteggerla”.

 “I care”: è un mio problema di uomo lo sfruttamento commerciale e mediatico della bellezza femminile, che indebolisce le donne inchiodandole a stereotipi umilianti.

E’ un mio problema che l’agenda politica e quella economica siano decise quasi esclusivamente da vecchi maschi che bloccano qualunque innovazione per il loro vantaggio personale. E’ un mio problema la mancanza di welfare e di servizi, freno all’occupazione femminile e allo sviluppo. E’ un mio problema l’eccesso maschile che sta danneggiando tutti, donne e uomini. E serve anche il mio impegno …

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Marina Terragni e Lorella Zanardo alla Libreria delle Donne

Ecco il resoconto filmato dell’incontro tenuto alla Libreria delle Donne di Milano con Marina Terragni che intervista Lorella Zanardo a 2 anni dall’uscita del nostro documentario. VIDEO

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LEADERSHIT

“Abbiamo ancora bisogno del leader titanico, decisionista, ma  al tempo stesso così anacronistico ed ingombrante?” si chiede Andrea Vitullo autore di Leadershit – Rottamare la mistica della Leadership e farci spazio nel mondo, uscito da pochi giorni per Ponte allle Grazie.

Ed è una domanda per nulla retorica oggi in Italia. Stamane ho fatto una prova: cliccando sulle homepage dei maggiori quotidiani online, quelli che hanno anche il cartaceo intendo, è tutto un proliferare di leadership: il premier Berlusconi, Bossi, ma anche Fini, Di Pietro e Vendola. Le parole invecchiano, e  questo pare essere il destino della parola Leadership, termine che negli ultimi decenni è parso potere guarire ogni problema sociale, economico e politico, lasciandoci ormai da anni delusi e impauriti: restano ovunque leader che vivacchiano sulle macerie di una leadership moribonda e impotente. Dico Leadership e, senza rifletterci troppo, ho elencato qui sopra solo nomi maschili. Sarà che di donne al potere e visibili non ce ne sono. Sarà. Sarà che quelle donne che hanno avuto potere all’estero ed hanno esercitato leadership, Margaret Thatcher o Condoleeza Rice ad esempio,parevano uomini in tutto e per tutto, ora possiamo dirlo. Senza colpevolizzarle: come ho già avuto modo di dire, le prime che entravano nei luoghi del “potere” che altro potevano fare se non scimmiottare il comportamento del gruppo dominante?

Forse è giunto il momento di fare spazio ad una logica non più verticistica, ma orizzontale, di rete, incarnata dalla LEADERSHIT: il dilagare della rete e dei social network ne

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Elezioni Milanesi

Trovo la proposta di Marina Terragni interessante e condivisibile. Trovo che sia una proposta ragionevole e quindi spero vivamente che il candidato Pisapia la faccia sua.…

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Date Expo a un Paese civile

Anticipo copia della lettera che insieme a Marina Terragni intendo inviare al Bureau International des Expositions di Parigi, nonché rendere nota a media italiani e internazionali. Vi invito a sottoscriverla qui nel blog e a diffonderla.

Al Bureau International des Expositions di Parigi

e p. c

a Letizia Moratti, Commissaria Straordinaria Expo 2015

a Diana Bracco, Presidente Expo 2015

Gentili Signore, Gentili Signori,

apprendiamo con sorpresa che i 42 partecipanti ai 9 tavoli tematici per Expo 2015 sono tutti uomini, come da elenco che riportiamo in calce. Non un nome femminile, nemmeno per caso o per errore, tra quelli di tutti questi pur stimabilissimi signori. Questo male italiano -una politica machista, caparbiamente chiusa alla società femminile- è ormai noto in tutto il mondo, ma non si danno nemmeno timidi segni di guarigione.

Colpisce in particolare che il fatto che ai vertici di Expo 2015 siano state designate due donne, la Signora Moratti e la Signora Bracco,  ma nemmeno questo basti a produrre l’indispensabile cambiamento. Ci chiediamo peraltro come la Commissaria straordinaria e la Presidente non si siano rese conto della cosa, e se nella loro politica tengano conto del fatto di essere loro stesse donne.

In verità il machismo politico italiano è talmente consolidato da produrre una sostanziale cecità di fronte a episodi come questo. Nessuno se n’è accorto, né i vertici di Expo 2015, né i media che hanno riportato l’elenco dei partecipanti ai tavoli. Nel caso specifico di Expo 2015, la cosa può essere tradotta in questo

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