peppinoradioLa storia l’avete probabilmente letta sui quotidiani: il sindaco leghista di Ponteranica, Cristiano Aldegani, ha rimosso la targa affissa alla biblioteca del paese e dedicata a Peppino Impastato. Si raccolgono firme per chiedere al ministro dell’interno il ripristino della targa.

Un piccolo fatto in un paese piccolissimo.

Davanti alla mia scrivania, da molti anni, ci sono 2 immagini a cui mi ispiro, a cui penso ogni volta che la mia fiducia vacilla: una è la foto di Giovanni Falcone in compagnia di Paolo Borsellino, l’altra ritrae Peppino fuori dalla sede di radio aut a Cinisi. I miei figli sono cresciuti sentendomi raccontare spesso le vicende di Peppino.

Per chi non conoscesse la sua storia www.peppinoimpastato.com

Voglio incitarvi a riflettere su questi nostri tempi in cui l’ignoranza regna ormai sovrana e sulla rimozione collettiva della nostra memoria storica, anche recente.

Quanti conoscono ancora la storia di Peppino Impastato? Io credo se ne sappia poco.

Peppino è stato un modello di protesta pacifica; con ironia e sberleffi gridava “il re è nudo” dai microfoni della sua piccola e innovativa radio. Potremmo dire di lui che è stato un modello di coraggio e impegno, che sarebbe utile riproporre in momenti bui come questo, quando molti si chiedono: che fare?

“Peppino è stato il modo di combattere la mafia per gli “analfabeti di legge”, cioè per quelli che non potevano permettersi di fare i magistrati come Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Antonino Caponnetto e tanti tanti altri…

Peppino è stato la presa di coscienza che la mafia si sconfigge prima di tutto delegittimandone quell’atteggiamento di superiorità tipico di chi si sente al di sopra, pur essendo uomo tra uomini…

Peppino è stato il tentativo di far capire alle persone che – come diceva Giovanni Falcone – la mafia è un fenomeno culturale, ed è quello il principale piano sul quale combatterla…

Peppino è stato RadioAut, il primo tentativo di comunicazione di massa anti-mafia…

…ed è stato un ragazzo….” come scrive il blogger Intonti sul suo sito Senor Babylon.

Questa estate camminando sull’Altopiano di Asiago, teatro di sanguinosissime battaglie durante la 1° guerra mondiale, pensavo a tutti quei morti giovanissimi, patrioti che si erano fatti ammazzare per non lasciare che l’Austria usurpasse il Triveneto al territorio italiano: quanti se lo ricordano mentre rivendicano l’indipendenza da un Paese che disprezzano? Perché non elaborano quanto è accaduto dal secolo scorso? Perché non provano a costruire un ponte tra passato e presente cercando di comprendere da dove veniamo e costruire un futuro motivante?

Molti di voi conoscono probabilmente il progetto meraviglioso e di alto significato sociale www.bancadellamemoria.it: 3 ragazzi che attraverso un preziosissimo lavoro di raccolta di testimonianze si adoperano perché il nostro passato comune offra spiegazioni per il presente. Costruiscono ponti, appunto.

C’è molto da fare, c’è molto da costruire. Principalmente c’è da educare. E il Femminile, quello vero, quello di cui c’è bisogno oggi, lo troviamo in figure così, a cui è importante ispirarci:

Felicia Impastato