Posts tagged "tv"

Quando va in onda l’ecografia

Sabina Ambrogi commenta sul Manifesto del 7 maggio la messa in onda nel contenitore pomeridiano di Canale 5 di una ecografia. L’ambito non è quello medico-scientifico ma quello gossip-spettacolare. Qui sotto l’articolo e qui il link al sito del Manifesto.

Applausi e spot per l’ecografia dell’insensatezza. Azzeramento della coscienza, anime alla frutta, annientamento della dignità umana, ecografia della nazione andata in onda martedì su Canale 5 nella trasmissione Pomeriggio cinque. Protagonisti della puntata la coppia proveniente dal marketing del nulla: il tronista Daniele Interrante e Guendalina Canessa, bionda di qualche Grande Fratello, un bebé in arrivo. Si parlerà della dolce attesa. E di che sennò? I due futuri genitori e un canetto scaraventato in una borsa entrano in studio. Lei col seno rigonfio di latte viene così apostrofata dalla conduttrice: «ammazza che bocce». Lei «te credo c’ho la quinta, so’ piena di latte». Applausi alla quinta. Poi si sbottona la camicia e mostra il pancione. Dettaglio su pancione e mani unghiosmaltate della conduttrice che tastano. Pubblicità. La vendita dello spazio dell’alveo materno agli investitori Mediaset, inizia. L’avevamo già visto oggetto di scambio tra politica e Vaticano, oggetto di riflessioni e anatemi da Buttiglione a Cota, da Ferrara a Bagnasco. Oggetto delle campagne di Feltri, di Radio Maria contro l’Anticristo Emma Bonino. Cosa mancava se non il marketing per appropriarsi dell’individuo anche prima della nascita, prima che diventi un consumatore? E quale luogo migliore di incontro dei tre poteri – politica, chiesa, e marketing – se non nel corpo delle …

Continua a leggere...

Non accettiamo il pensiero dominante

“…Dopo la realizzazione de Il Corpo delle Donne, fin da subito avremmo voluto fare qualcosa per incidere concretamente sull’offerta della televisione. Per prima cosa, abbiamo passato giorni interi tra i libri: quelli che avevamo in casa, poi quelli delle librerie e delle biblioteche che già conoscevamo ma che andavano ripresi. I testi di critica televisiva abbondano, e già lo sapevamo. Centinaia di pagine fitte, che si rifanno soprattutto a filosofi come Jean Baudrillard e Guy Debord, o a sociologi come Raymond Williams. Opere che per l’alto livello culturale e la specificità degli argomenti sono difficilmente comprensibili ai più. Ci siamo resi conto che avremmo dovuto trovare un metodo accessibile a tutti, un metodo che partisse dalle immagini della tv e non dal di fuori, cioè dalla pura riflessione sui concetti. Com’è possibile, ci chiedevamo, criticare e modificare un fenomeno diffuso come la tv con testi che sono comprensibili solo da chi la tv non la guarda, in possesso di una cultura varia e complessa, da chi insomma non è il target della proposta televisiva generalista? No, non era possibile.

Se gli strumenti teorici e analitici esistevano già, cosa serviva dunque per attivare il cambiamento? Serve metterli in campo, quegli strumenti. Serve passare dalla teoria alla pratica. Serve un atteggiamento attivo e non passivo. Serve far rispettare le regole che già esistono. Serve non accettare sempre e comunque il pensiero dominante.

In questo senso è fondamentale essere consapevoli non solo dei propri diritti, ma anche della possibilità che abbiamo tutti di …

Continua a leggere...

Basta spegnere la TV!

“Basta spegnere la tv”!, commenta sicura la femminista radical chic seduta in terza fila. Abiti sobri, capelli grigi diononvoglia la tinta!, peccato non sia estate perché le birkenstock sono una certezza. E le donne che non appaiono come lei, sono certo nemiche.

“Basta spegnere la tv”, ribadisce a gran voce, sicuro di se, il direttore di una sede regionale, regione di “sinistra”, della Rai.

“Ma perché non spegnete la tv?”, insinua saccente la studentessa universitaria. Avrà 20 anni ma la sicurezza che le proviene da una famiglia colta, lo si annusa già a distanza.

Io, se fossi uno dei pochi operai rimasti, voterei Lega.

Anzi no. Dato che io non ho 20 anni, e sono una ancora capace di incazzarsi, io questi li contesterei duramente.

A muso duro mi alzerei e, con la voce che si fa sentire griderei: “ehi tu, bella di sinistra. E tu della sede regionale di una tv di stato. Dico anche a te ragazzetta che straparli. Spegni la tv e vai a teatro? Spegni la tv e parli con i tuoi amichetti di Baudrillard? Spegni la tv nel tuo casale nel Chianti e guardi la luna? A me mia mamma mi ha messo davanti alla tv a 3 anni. Io se non guardo il Grande Fratello che cavolo devo fare? Che a leggere con piacere si impara da bambini, e pure a teatro non ti viene voglia di andare, alla mia età e se non ti hanno insegnato a farlo”.

Vedete, durante i dibattiti da …

Continua a leggere...

Donne e Tv. Workshop a Roma: modificare subito il Contratto di servizio Rai e, soprattutto, farlo rispettare

Giorgio Napolitano: ‘Rifiutare un’immagine della donna che risponda a funzioni ornamentali o che venga offerta come bene di consumo, attraverso una forma di rappresentazione che offende profondamente la dignità delle donne italiane’.

Si è tenuto a Roma il 15 aprile 2010, presso la Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio, l’incontro ‘Donne in TV e nei Media: un nuovo corso per l’immagine femminile’, workshop promosso da Gabriella Cims, coordinatrice dell’Osservatorio Direttiva UE Servizi di Media Audiovisivi, e Key4biz, con lo scopo di dare seguito, visibilità ed esecuzione all’Appello ‘Donne e Tv’ lanciato a novembre 2009. Un percorso intenso che ha raccolto nei mesi l’adesione convinta di centinaia di donne impegnate in diversi settori della vita sociale, politica ed economica del paese, che ha raggiunto a febbraio il suo primo e rilevante riconoscimento istituzionale, grazie alla lettera pervenuta al Presidente del Comitato Pari Opportunità del Ministero dello Sviluppo Economico, Mirella Ferlazzo, a firma del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Una prima risposta che ha certamente rafforzato la crescente attenzione attorno alla proposta di emendamenti presentata da Gabriella Cims e finalizzata a modificare nel dettaglio il Contratto di servizio pubblico della Rai, con la richiesta espressa di adottare un codice regolamentare simile a quello adottato da altri Paesi europei in materia, nel pieno rispetto della dignità umana, culturale, di genere e professionale delle donne.

Un Contratto di servizio pubblico che è scaduto nel dicembre del 2009 e che in vista del suo rinnovo può e …

Continua a leggere...

Homo videns

Le immagini costituiscono un linguaggio ben preciso, autonomo, potente. Un linguaggio, oggi dominante, che si declina in diverse lingue: fotografia, cinema, televisione, computer grafica, solo per citare le più diffuse aree di comunicazione di questo idioma. Ma le immagini hanno notevolmente aumentato la loro componente mistificatoria, da quando la loro produzione e riproduzione elettronica si è potenziata a dismisura. Data la loro enorme diffusione e lo spazio che hanno sottratto ad altre forme di comunicazione, diventa decisivo per la nostra società comprendere la natura del rapporto da intrattenere con le immagini di derivazione elettronica.

In questo libro del 1997, Giovanni Sartori, politologo attento ai mess media, affronta l’importantissima questione dell’immagine televisiva come veicolo di diffusione del sapere, mezzo di affermazione della moderna democrazia, strumento educativo delle nuove generazioni. Questi tre fondamentali compiti della comunicazione televisiva sono ad oggi fallimentari (e l’oggi è, ancor di più, anche quello del 2010), per come la TV si è definita: senza una approccio diverso, che non si basi solamente sulla ricerca dell’ascolto e che possa “spiegare” davvero ciò viene mostrato, la TV rischia di distruggere la capacità di pensiero attivo di chi la guarda molto e senza alternative, e di annullare le conquiste democratiche degli ultimi decenni.

Particolarmente interessante la riflessione di Sartori su come la TV generalista sarebbe migliore, e più democratica, se non fosse gratuita. Pagandola ne avremmo tutti noi il controllo, in quanto saremmo i veri clienti: nell’attuale sistema i clienti (e padroni) sono gli inserzionisti ubblicitari, che non sempre …

Continua a leggere...

Cattiva Maestra Televisione

Una patente per fare TV” è il titolo del breve saggio del filosofo Karl R. Popper dedicato alle soluzioni possibili per risolvere il problema, planetario, del degrado televisivo. Il grande pensatore di origine austriaca, teorizzatore della società aperta, vi dedicò gli ultimi mesi della propria vita, ormai già molto debilitato nella salute. Era il 1993 e lo scritto venne pubblicato nel 1994 in Italia all’interno di un libro (Cattiva Maestra Televisione, a cura di Giancarlo Bosetti) che raccoglieva contributi disparati sull’argomento, compreso uno di Giovanni Paolo II.

Lo si trova ancora senza difficoltà nelle librerie ed è un punto di partenza fondamentale per comprendere come il problema della educazione/diseducazione operata dalla televisione, sia sì grave ma anche assai semplice da risolvere.

Significativo è questo passaggio: ”Non c’è nulla nella democrazia che giustifichi la tesi di quel capo della TV, secondo il quale il fatto di offrire trasmissioni a livelli sempre peggiori dal punto di vista educativo corrispondeva ai principi della democrazia ‘perché la gente lo vuole’. Al contrario, la democrazia ha sempre inteso far crescere il livello dell’educazione; è, questa, una sua vecchia, tradizionale aspirazione”.

Un libro da leggere per poter affrontare coscientemente i luoghi comuni dei difensori della tv-spazzatura.…

Continua a leggere...

Segnalateci fatti, iniziative, avvenimenti che per voi contano. Tutto cio che serve ad uscire dalle gabbie e che ci da una visione nuova del mondo.

Il Corpo delle Donne si fa promotore, con Cinemaitaliano.info e Roberta Gisotti, di una campagna di sensibilizzazione sul sistema di rilevamento degli ascolti televisivi in Italia, l’Auditel. Con lo scopo di chiedere la riforma di una attività fondamentale per la qualità televisiva e per la democrazia (maggiori informazioni: www.riforma-auditel.it):

I cittadini italiani, uomini, donne, bambini, giovani, anziani sono sacrificati da una programmazione sottomessa – perfino nell’ informazione giornalistica – alla dittatura dell’audience, regolata dall’ Auditel, sistema di rilevamento quantitativo degli ascolti, del tutto convenzionale al fine di spartire gli investimenti pubblicitari, inaffidabile sul piano scientifico, strumentale per l’uso che se ne fa fino a tributare ai suoi dati la valenza di consenso finanche politico ed ormai assolutamente obsoleto rispetto alla nuove tecnologie digitali. L’Auditel è una società privata che opera in regime di monopolio da ben 24 anni, dove gli associati sono controllori di se stessi.

E’ necessario realizzare subito dei fatti per una buona TV, a partire dalla messa in opera di sistemi di rilevamento qualitativo degli ascolti e di altre forme di raccolta dei pareri degli utenti da rendere pubblici, così come previsto ma mai realizzato dai Contratti di servizio della Rai. Con il rilevamento qualitativo è possibile comprendere se ai telespettatori piace ciò che viene loro proposto e non solo per quanto tempo lo guardano. E’ dunque uno strumento decisamente più …

Continua a leggere...