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Le immagini costituiscono un linguaggio ben preciso, autonomo, potente. Un linguaggio, oggi dominante, che si declina in diverse lingue: fotografia, cinema, televisione, computer grafica, solo per citare le più diffuse aree di comunicazione di questo idioma. Ma le immagini hanno notevolmente aumentato la loro componente mistificatoria, da quando la loro produzione e riproduzione elettronica si è potenziata a dismisura. Data la loro enorme diffusione e lo spazio che hanno sottratto ad altre forme di comunicazione, diventa decisivo per la nostra società comprendere la natura del rapporto da intrattenere con le immagini di derivazione elettronica.

In questo libro del 1997, Giovanni Sartori, politologo attento ai mess media, affronta l’importantissima questione dell’immagine televisiva come veicolo di diffusione del sapere, mezzo di affermazione della moderna democrazia, strumento educativo delle nuove generazioni. Questi tre fondamentali compiti della comunicazione televisiva sono ad oggi fallimentari (e l’oggi è, ancor di più, anche quello del 2010), per come la TV si è definita: senza una approccio diverso, che non si basi solamente sulla ricerca dell’ascolto e che possa “spiegare” davvero ciò viene mostrato, la TV rischia di distruggere la capacità di pensiero attivo di chi la guarda molto e senza alternative, e di annullare le conquiste democratiche degli ultimi decenni.

Particolarmente interessante la riflessione di Sartori su come la TV generalista sarebbe migliore, e più democratica, se non fosse gratuita. Pagandola ne avremmo tutti noi il controllo, in quanto saremmo i veri clienti: nell’attuale sistema i clienti (e padroni) sono gli inserzionisti ubblicitari, che non sempre hanno gli interessi dei normali cittadini.

Homo videns è uno dei punti di riferimento per il dibattito su TV e democrazia.