Importante Lettura: neurobiologia e condizionamento mediatico

Importante Lettura: neurobiologia e condizionamento mediatico

L’imponente, improvviso aumento delle comunicazioni di massa dei giorni nostri, prima tra tutti la televisione, tende, a mio avviso, ad aumentare pericolosamente il cervello collettivo forse oltre un limite, biologicamente e culturalmente auspicabile. Mangiamo la stessa pappa sensoriale e culturale e sviluppiamo quindi strutture cerebrali simili. L’aumento del cervello collettivo che è causato dai fenomeni di globalizzazione delle comunicazioni ha indubbie conseguenze a livello comportamentale e quindi sociale. In questo fenomeno il neurobiologo intravede indubbi vantaggi, ma anche qualche potenziale pericoloso svantaggio.

Immensamente interessante la lettura che vi propongo per la vostra domenica: Lamberto Maffei, Presidente del’Accademia dei Lincei, grande scienziato neurobiologo, con l’inconsueta e apprezzabilissima capacità di comunicare a tutti e non solo agli addetti ai lavori. Se questi studi avessero diffusione! Quanto tempo risparmiato per tutte e tutti noi! Vi prego di leggere, anche se vi pare, ma non lo è, un po’ difficile. Se qualcosa non è chiaro, chiedete qui sul blog. Leggete ragazze/i, mi raccomando, può cambiare sostanzialmente il vostro approccio alla vita.

Buona Domenica, avanti avanti! che ce la facciamo!

PER APPROFONDIRE: L.Maffei, “La Libertà di Essere Diversi”, Il Mulino…

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Ancora DALLA PARTE DELLE BAMBINE

Ancora DALLA PARTE DELLE BAMBINE

Ho scritto a SNOQ  questo il testo : Cara Cristina,vi chiedo come movimento  SE NON ORA QUANDO  se potete, con tutto il nostro supporto e quello della rete, organizzare una riunione/manifestazione/: credo che si debba partire da qui, dalla incapacità della politica degli uomini di occuparsi delle donne italiane. Occupiamocene noi. CI stanno destituendo dalla nostra capacità di prenderci cura del mondo.  E’ chiaro che parlare non basta più.  E’ chiaro che chi ha la mia età si deve sentire responsabile e non dormirci la notte.. E’ chiaro che ora si dovrebbe, ma vorrei scrivere DEVE agire per tutelare non più le ragazze, ma le bambine. Ancora ancora ancora DALLA PARTE DELLE BAMBINE.

Ecco la RISPOSTA: Cara Lorella, a nome di Snoq penso che dobbiamo incontrarci subito e discutere su eventuali iniziative comuni. Il numero delle ragazze stuprate e uccise da compagni, amici e coetanei aumenta ogni giorno. E’ un tema su cui Se non ora quando vuole muoversi insieme a tutte le realtà che già si occupano da tempo di violenza sulle donne. Mi sembra molto importante però farlo in modo nuovo e efficace, che riveli la nostra forza e non la debolezza, che coinvolga gli uomini e i ragazzi, le loro madri. Dobbiamo allargare il tema dalla violenza come atto alla violenza simbolica che lo produce, parlare di possesso delle donne nell’immaginario collettivo, nella cultura. Da qualsiasi manifestazione contro la violenza, le donne secondo me devono tornare a casa piene di energia e voglia di cambiare il mondo,

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Joanna, Ilaria e un Libro Importante

Joanna, Ilaria e un Libro Importante

Ilaria è un ‘assidua lettrice del blog nonchè un’appassionata “amica delle donne”. Ha dedicato del tempo ad un gesto di cui la ringraziamo. Quanto segue tra l’altro è stato scritto in lingua originale inglese e Ilaria ha tradotto. Grazie Ilaria da parte di tutte e tutti noi. Grazie a Joanna Burke che si è presa del tempo per intervenire sulle questioni italiane. Inutile rammentare che oggi in Italia un testo così verrebbe tacciato di moralismo. Riflettiamoci. Vi segnalo anche l’editoriale di Le Monde del 9 marzo  dedicato alla situazione delle donne. La Francia è a pochi km da qui.  Il Direttore di uno dei piu auterevoli quotidiani al mondo sceglie di ragionare seriamente del tema che ci riguarda.  Chissà se i direttori dei nostri quotidiani leggono la stampa estera. Importante sapere cosa accade al di là dei nostri confini. Buona domenica. Riposatevi 🙂

“Qualche giorno fa, sull’onda delle reazioni di tante e tanti di noi al trattamento che la stampa andava facendo degli incessanti femminicidi e stupri, ho scritto una mail a Joanna Bourke, autrice di “Stupro. Storia della violenza sessuale”, chiedendole di esprimere la sua opinione su alcuni fatti e  comportamenti, che le ho descritto, e cioè l’uso di un linguaggio che finisce per giustificare questi crimini come omicidi passionali, tragedie della gelosia, episodi di follia, o lo spazio dato, sui media e nelle conversazioni di tutti i giorni, a veri e propri processi alle vittime, alle donne. Joanna mi ha risposto subito, nonostante i mille impegni per discutere …

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Rap Moralistico?

Rap Moralistico?

Siamo molto preoccupate/i. La nostra corrispondente a Londra ci ha inviato l’articolo della BBC qui a destra: pare che in UK, un morbo moralista di matrice italica, si stia propagando alla velocità della luce. “Fuck italian women moralists!” ha esclamato Cameron preoccupato di non potersi piu sintonizzare di notte su Ciao Darwin, trasmissione cult per gli inglesi radical chic, apprezzatissima dagli intellettuali british, che si ritrovano la sera per rivedere le puntate migliori della nota trasmissione, registrate  durante le lunghe serate estive in Chiantishire.

A  Parigi non va meglio: una vecchia in scarpa bassa ha passato inosservata e indomita  il confine a Mentone: orde di donne in birkenstock con unghie non smaltate  e gonnellone fiorite l’hanno accolta festanti e, come durante un sabba, hanno festeggiato prima di dirigersi verso la capitale passando per la Bourgogne al grido di “Egalitè pour nous et  tant pis pour les hommes!” mentre un numero imprecisato di contadini fuggiva impaurito dalle spaventose erinni con ricrescita. “Putain, les moralistes italiennes!” sembra abbia imprecato Glucksmann, da sempre geloso della condizione privilegiata degli intellettuali italiani liberi di farsi le pippe la sera davanti a la pupa e il secchione mentre lui deve presenziare con la moglie ritoccata ad Apostrophe. Intanto il direttore di Le Monde si affrettava a scrivere un articolo a favore di queste …stronze…..”on sait jamais” pare abbia mormorato. Link qui a lato.

Dall’Alsazia entrare in terra teutonica è stato un gioco da ragazze. Lì il corteo è stato …

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L'Italia che Esiste e che Resiste

L’Italia che Esiste e che Resiste

Vi  presentiamo la nostra MAPPA INTERATTIVA: racconta di due anni e mezzo sul territorio. Qui trovate dove siamo stati in questi 30 densissimi mesi. Vi piace? Racconta di un progetto di forte cambiamento. E’ un modo concreto di onorare l’8 marzo.

Il colore più intenso racconta dove siamo stati più spesso. Cliccando sul numero di incontri sotto la mappa, si evidenziano le città dove siamo stati sia con la presentazione del documentario Il Corpo delle Donne sia con il progetto di Media Education Nuovi Occhi per i Media.

Salta agli occhi il numero di incontri elevato in Toscana: questo è dovuto sia alla cittadinanza attiva  che le persone di questa Regione esercitano anche attraverso il grande coinvolgimento nei nostri incontri, sia alla diffusione del lavoro di Educazione ai Medi attraverso i nuovi docenti che abbiamo formato con il corso di FORMAZIONE FORMATORI di cui Coop Firenze è partner. Da settembre quasi  300 classi, 6000 studenti hanno aderito: un modo concreto di migliorare il Paese attraverso una visione più consapevole della tv e dei new media. Di questo progetto siamo particolarmente orgogliosi perchè velocizza il processo di educazione, qui trovate un esempio delle inziaitve che i formatori/trici stanno portando avanti in autonomia. Umbria e Trentino Alto Adige stanno valutando il progetto. Questa mappa racconta anche e forse principalmente di un Paese che viene spesso ignorato dai media; quello formato da persone, donne e uomini, di buona volontà che si impegnano, organizzano, ci invitano, stampano locandine e programmi, affittano sale: …

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A Noi la Festa, a Voi la Parola

A Noi la Festa, a Voi la Parola

Sarebbe bello che per questo Ottomarzo le cose andassero un po’ diversamente.

Che per una volta non toccasse alle donne elencare di tutti i guai causati a questo Paese da un’irriducibile “questione maschile”: il monopolio, come lo chiama Chiara Saraceno, dei posti di potere, l’applicazione di cospicue quote non scritte (tra l’85 e il cento per cento) a favore degli uomini.

Sarebbe interessante che stavolta fossero i nostri colleghi giornalisti, opinionisti e blogger, a dire “I care”. A scrivere: la violenza e il femminicidio sono un mio problema, e rivelano l’incapacità della sessualità maschile di liberarsi dalla tentazione del dominio. Come posta un lettore, Claudio Losio, sul blog Il Corpo delle Donne, commentando la vicenda della ragazza stuprata da un militare a L’Aquila, “il quadro che ne esce ci riporta indietro di 30 anni, al documentario di Tina Lagostena Bassi sul processo per stupro. La giovane studentessa dell’Aquila è nostra figlia, dobbiamo trovare il modo di sostenerla e proteggerla”.

 “I care”: è un mio problema di uomo lo sfruttamento commerciale e mediatico della bellezza femminile, che indebolisce le donne inchiodandole a stereotipi umilianti.

E’ un mio problema che l’agenda politica e quella economica siano decise quasi esclusivamente da vecchi maschi che bloccano qualunque innovazione per il loro vantaggio personale. E’ un mio problema la mancanza di welfare e di servizi, freno all’occupazione femminile e allo sviluppo. E’ un mio problema l’eccesso maschile che sta danneggiando tutti, donne e uomini. E serve anche il mio impegno …

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Attraverso Lei Io mi Realizzo

Attraverso Lei Io mi Realizzo

Molte delle nostre energie sono dedicate allo sforzo per non  dovere più ascoltare frasi come queste nel video: dette da madri che, amorevolmente, ingabbiano ferocemente le  loro figlie. Non ritengo che queste madri siano del tutto consapevoli né del tutto responsabili. Credo che un Paese democratico abbia tra i propri doveri fondamentali quello di fare e dare cultura ai cittadini e cittadine.

Credo che i dati sull’analfabetismo di ritorno di De Mauro siano devastanti. Credo che i tagli alla scuola produrranno mostri. Credo che gli sterotipi che la tv privata e pubblica si prodiga di diffondere da 30 anni abbiano contribuito a divulgare una sottocultura, i di cui esiti sono anche quelli che vediamo in questo video.

Mi fermo a guardare la madre che pronuncia la frase antica “attraverso lei, io mi realizzo”. Quante volte è stata detta? Da quanti secoli la sentiamo ripetere? Quante donne hanno vissuto una “non vita”, tra matrimoni imposti, lavori mai ottenuti, aspirazioni nemmeno portate a conoscenza?  E voi l’avete vissuta, l’avete sentita questa pressione materna dettata da una forma d’amore tenace e distruttivo allo stesso tempo? E riversare i sogni non realizzati sulla figlia femmina diviene prassi a molte nota. Ancora oggi. Prima era il sogno di un matrimonio con un uomo “che ti farà vivere come una signora” oggi è apparire in televisione. Mi piacerebbe indagare anche qui il ruolo dei padri che paiono sempre più invisibili oggi. Quei padri che potrebbero intervenire nella relazione ferrea che si stabilisce talvolta tra madre e …

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