Un gesto de Amor e de Paz

Un gesto de Amor e de Paz

E’ raro sentire raccontare cosa accade in Portogallo. Ed è per questa ragione che qui siamo felici di avere una corrispondente come CHIARA BALDIN, che da Ferrara è emigrata a Lisbona e ci racconta come i portoghesi stiano vivendo la crisi.

E se un abbraccio tra una donna e un poliziotto si trasformasse nel simbolo di una manifestazione? Credo che, con orgoglio, si possa dare il merito a quei 18 anni e a quella curiosa chioma di capelli rossi avvolti in una divisa blu.

Sabato 15 settembre 2012, la passività (a volte troppa) del popolo portoghese si è finalmente spenta nelle piazze di tutto il paese: centinaia di migliaia di persone hanno alzato la voce contro la politica di tagli e austerità che sta piegando il Portogallo da un anno e mezzo. La troika, vista come soluzione alla crisi economica del paese, è stata costretta a concedere un altro anno per onorare l’impegno preso, arrivare a un rapporto deficit/pil del 3 per cento nel 2013 (ora 2014). Iva al 23 per cento, aumento di Irpef, tariffe mediche e trasporti, privatizzazioni, diminuzione degli stipendi pubblici annunciati dal ministro delle finanze Vítor Gaspar, ha scatenato una reazione impressionante, superiore ad ogni previsione.

E proprio quell’abbraccio ha ricordato con orgoglio la rivoluzione pacifica dei garofani, nel 1974.

Quel giorno, quando sono tornata a casa e ho visto la foto di una ragazza abbracciata ad un poliziotto, tra un tappeto di pomodori e fumogeni davanti alla porta degli uffici del FMI (Fundo Monetário Internacional), …

Continua a leggere...
Il Cambiamento è già Avvenuto

Il Cambiamento è già Avvenuto

1000 donne a Paestum e pochissimo rilievo mediatico dicono in molte. Sarà che i giornali boicottano le donne quando le donne non sono espressione di partiti? si sono chieste in molte. Sarà che a Paestum c’erano le temute femministe, figure obsolete per i media nostrani?

Questo passato è stato un week end ricchissimo: Paestum, il Convegno Nazionale delle Teologhe a Roma, un altro sulla Toponomastica, e mille altri ancora. La settimana prima il Feminist Blog Camp a Livorno.

Ma c’è stata anche una conferenza di livello internazionale a Roma che ha portato nella capitale 1000 donne provenienti da più di 40 Paesi del mondo. Decision makers, Politiche, economiste: si trattava della Winconference, organizzazione mondiale che raduna annualmente donne con incarichi prestigiosi per discutere del rapporto lavoro/vita privata ma non solo. Non si è visto nulla o quasi sui giornali. E pensate che questo sì poteva essere una chicca per un quotidiano, con grandi nomi lì a disposizione. Herald Tribune presente, ma i nostri assenti.

E dunque? Il mio amico Daniel Tarozzi, direttore de Ilcambiamento.it sostiene che i quotidiani guardano al vecchio, al consueto e che se noi donne sosteniamo di rappresentare il nuovo, è difficile che i giornali ci ritengano tema importante da trattare.

Credo sia così. Siamo di fronte ad un cambiamento epocale, ma non tutti e nemmeno tutte se ne stanno accorgendo.

E alcune di noi  sanno  di rappresentare il Nuovo ma al contempo vorrebbero  l’approvazione dai “vecchi” tutori del potere. La libertà si impara, non si nasce

Continua a leggere...
Mamma non Voglio Morire

Mamma non Voglio Morire

 

 

La bambina ha11 anni frequenta la prima media. In Italia. Al Nord. In una grande città. Torna a casa da scuola. Pare agitata, non mangia. I genitori le fanno qualche domanda. Lei è vaga. Alla sera prima di andare a letto la bambina va dalla madre e le da un foglietto colorato: “Mamma sbrigati a portarmi qui, non voglio morire”. Il foglietto è l’infoRMativa della ASL di Milano alle bambine nate nel 2000 per sensibilizzarle sui pericoli se contraggono il papilloma virus. .http://www.asl.milano.it/ITA/Default.aspx?SEZ=10&PAG=88&NOT=4779

Anche in questo caso usiamo NUOVI OCCHI  per i MEDIA,  non subiamo l’informazione ma INTERROGHIAMOCI.

Analizziamo con cura:

Il primo paragrafo quellod’apertura, è questo:

1.Cos’è il tumore del collo dell’utero? E’ un tumore maligno che colpisce la parte terminale dell’utero chiamata collo o cervice; in Italia circa 3.500 donne ogni anno si ammalano e 1.000 muoiono.

Nessuna prefazione, nessuno linguaggio adeguato per bambine di 11 anni. In Regione Lombardia le bambine e i bambini non seguono corsi di educazione alla sessualità.  potrebbe essere LA PRIMA VOLTA che sentono parlare di questi temi. Quindi a 11 anni apprendono che il sesso è collegato alla possibilità di ammalarsi e morire. Fino a questo momento la ASL non ha mai stabilito alcuna relazione con queste bambine.

2. Esiste una causa per questo tumore? L’infezione da Papilloma Virus Umano (HPV) è la causa del tumore. Dei molti tipi di HPV che possono infettare l’apparato genitale, due, il 16 e il 18 sono responsabili di oltre il 70% dei

Continua a leggere...
E' Nato nuoviocchiperimedia.it !

E’ Nato nuoviocchiperimedia.it !

I cittadini/e di un Paese civilizzato non sono il risultato del caso bensì di un processo educativo: questa è la consapevolezza da cui parte tutto il nostro lavoro, che ha fatto anche nascere SENZA CHIEDERE IL PERMESSO il libro uscito da pochi giorni. In un Paese dominato dai media come il nostro è importante agire su due fronti: -chiedere una TV migliore: ricordiamoci che la TV non è un TOTEM  immutabile, siamo noi cittadini a determinarla -dotarci degli strumenti adeguati per decodificare le immagini televisive.

Da qui è nato il progetto NUOVI OCCHI per i MEDIA attivo già in molte scuole e in modo capillare in TOSCANA e da questo mese in TRENTINO. Il nuovo libro SENZA CHIEDERE il PERMESSO contiene delle ESERCITAZIONI DI MEDIA EDUCATION: acquistarlo signifiica sostenere il nostro lavoro ma ancor di più avere a portata di mano uno STRUMENTO di CITTADINANZA ATTIVA. Dunque non un manuale per addetti ai lavori, ma un modo concreto per comprendere i messaggi e non subirli. Leggetelo con i vostri figli, datelo ai nonni e aiutateli a comprenderlo così che possano accompagnare la visione della tv con i/le nipoti, diffondetelo.

Oggi qui vi presentiamo il SITO: è un luogo dove potere trovare un kit iniziale, serio e veloce per inziare a comprendere cos’è l’educazione ai media. Lo aggiorneremo costantemente di contributi nuovi. GRAZIE a CESARE CANTU’ che lo ha fatto nascere con dedizione appassionata e grazie ai nostri collaboratori/trici indispensabili: Laura Albano, Emanuela Chiarini, Roberta Gisotti, Daniel Tarozzi, Deborah Bandini, …

Continua a leggere...
La Restituzione

La Restituzione

Come scrive Francesco Stoppa, psicanalista, classe 1955, la restituzione non è un cerchio che si chiude: “La mia generazione non ha mancato di far sentire la consistenza del proprio desiderio, il legittimo orgoglio per quella che è stata la propria storia, dando però per certo che chi sarebbe venuto dopo non avrebbe mai potuto eguagliarla. Si è rivelata a tal punto vittima di tale fascinazione narcisistica, che il senso vero dell’esistenza umana – il mistero di ciò che ci fa uomini – non sta nell’autoreferenzialità della propria esperienza, ma risiede in quei singoli, spesso quotidiani e ordinari atti con i quali si consegna il mondo a qualcun altro. Ed è forse sul piano della trasmissione, a causa in particolare dell’incapacità dei genitori di oggi di concepire e accettare la propria funzione di tramite […], che si è spezzato o perlomeno allentato l’anello di congiunzione con la generazione successiva e, di conseguenza, tra quest’ultima e la propria storia. Forse la gratitudine che gli adulti lamentano di non percepire da parte dei giovani ha qui la sua radice. Si può restituire ciò che non si è ricevuto o che è stato trasmesso in forma ambigua, svogliata, saccente? La questione è cruciale, anche perché la restituzione non è un’operazione che chiude il cerchio tra due contraenti, nella fattispecie tra due generazioni, ma guarda avanti, a chi dovrà venire; il proprio debito simbolico (l’aver ricevuto un nome e una storia, e potersi nutrire di un sentimento della vita) lo si salda infatti nel passaggio

Continua a leggere...
Lettera da Berlino: Meglio essere Cyborg che Dea?

Lettera da Berlino: Meglio essere Cyborg che Dea?

“Donna non si nasce, ma si diventa”

Simone de Beauvoir 1946

 

“Meglio essere cyborg, che dea”

Donna J. Haraway (1885/ ) 1991

 

(Citazioni tratte da “Manifesto contra-sessuale”, Beatriz Preciado)

 

A giugno di quest’anno un consiglio di medici e giuristi tedeschi ha riconosciuto nelle operazioni mediche applicate a neonati intersessuali, delle pratiche lesive di alcuni dei diritti umani fondamentali. Ad essere dibattuto è stata la presa di posizione del Comitato Etico tedesco sul tema dell’ intersessualità. Non solo i Verdi, ma anche gruppi evangelici, associazioni gay e losbo e gruppi di genitori di donne-XY  hanno sostenuto l’ istanza di una maggiore tutela di diritti di persone intersessuali. Il passo più importante che è stato fatto: riconoscere ufficialmente che l’ intersessualità non è una malattia. Ulteriori punti del dibattito hanno interessato l’ aspetto giuridico della connotazione sessuale sui documenti ufficiali: alcuni membri del comitato hanno proposto di aggiungere su carta d’ identità o passaporto la possibilità di scegliere -oltre alla dicitura “sesso: maschile” o “sesso: femminile”- anche “ALTRO”.

Questi sono dei piccoli ma essenziali passi che in Germania si stanno compiendo sul fronte della lotta alle discriminazioni di genere, qualsiasi esso sia e presupposto che esso esista. Una lotta che non è conclusa e che procede da anni. É dal 2011 che un comitato di individui e gruppi trans- e inter-sessuali ha redatto un documento per la riforma della legge transessuale (TSG) del 1981. Chi è  volesse sostenere questa riforma, può sottoscrivere una petizione il cui testo può essere letto qui.

Di …

Continua a leggere...
Senza Chiedere il Permesso

Senza Chiedere il Permesso

Nessuno si interroga più sull’origine dei problemi: dove sono i padri e le madri in questa società così poco generosa verso le nuove generazioni? “Mammoni, incapaci di togliersi dalla casa dei genitori!” tuonano i ministri al governo nel 2012. Ed è vero, i giovani italiani sono spesso pigramente incollati a mamma e papà, sarebbe interessante cercarne le concause. Le madri italiane sono meno protettive verso i figli maschi di quanto fossero anni fa: lavorano in casa e fuori casa, badano sì alla prole e spesso anche ai nonni, però hanno imparato a lasciare che i figli si arrangino, non tutte ma almeno una parte di loro. Chiediamoci allora se la scuola così come è strutturata oggi può incentivare l’indipendenza e se i programmi sono adeguati. Gli insegnanti, ai quali da tempo non vengono offerti percorsi di aggiornamento, talvolta faticano a comprendere la psicologia delle nuove generazioni, e quelli che si informano e studiano lo fanno a spese loro; una stragrande maggioranza di maestre e professoresse che devono arrangiarsi con i pochi mezzi a disposizione. I ragazzi e le ragazze crescono circondati da donne e questa assenza del maschile, in famiglia e nella scuola, esercita un’importante influenza sulla loro capacità di abbandonare il luogo dell’infanzia e dell’adolescenza, perché è la figura paterna che incentiva da sempre l’abbandono della casa d’origine per alimentare il desiderio di una vita altrove.

Senza Chiedere il Permesso, Feltrinelli

Continua a leggere...