Berlino
Livia Anita Fiorio scrive da Berlino, dove si è trasferita otto anni fa. Laureata in estetica e filosofia del linguaggio, ex pizzaiola, commessa, babysitter, centralinista, segretaria di produzione, cameriera, traduttrice non qualificata, organizzatrice di eventi e redattrice per formati on-line, si occupa attualmente di restauro, conservazione e archiviazione cinematografica per una fondazione tedesca, oltre che di molte altre cose! Quello a Berlino è stato il suo primo e ultimo lungo viaggio. Crede che l´esperienza dell´emigrazione sia una lama a doppio taglio che necessita di preparazione e consapevolezza. Vivere all´estero significa oggi per lei raccogliere finalmente i frutti di un lungo e faticoso impegno, ridere in un´altra lingua ed essere allenata a pensare oltre ogni conformismo.
Lettera da.. Berlino (5)

Lettera da.. Berlino (5)

Quest´anno niente vacanze, amara verità: sfatato così il mito di chi, in Italia, crede che noi emigrate e emigrati siamo costantemente con la pancia all´aria a goderci la vita grazie alle generose sovvenzioni di mamma e papà. Quest´anno niente spiaggia, niente sole, niente mare, in compenso i bei 18 gradi berlinesi a temprare ossa e spirito. Lavorerò senza sosta fino a Natale, sperando di riguadagnarmi anche per il 2013 questo tanto sudato posto di lavoro.

Venerdì ero sola in ufficio, tutti a casa, tutti in ferie, tranne l´ultima ruota del carro- la sottoscritta- stoicamente incollata allo schermo del computer e al telefono, a compilare tabelle Excel  e rispondere a domande astruse sui diritti di distribuzione di qualche film del Nuovo Cinema Tedesco. Venerdì ho scoperto che la mia datrice guadagna sette volte il mio stipendio lordo. Niente male no?

Il posto in cui lavoro è molto accogliente, un piccolo ufficio situato nel sottotetto di un vecchio edificio di Berlino ovest. Sulla via che  porta alla fondazione alcuni sanpietrini sono stati sostituiti dalle cosiddette “Stolpersteine”, dei piccoli blocchi di metallo con incisi i nomi dei cittadini di origine ebrea espropriati delle loro abitazioni e deportati durante il secondo conflitto mondiale. Quando piove, le facce visibili di questi cubi di bronzo luccicano e sono più scivolse del normale. È un sentimento strano inciamparvici, estrarre poi le chiavi dallo zaino ed aprire la porta di questo palazzo di fine `800. La Germania è un Paese pieno di contraddizioni che mi affascinano e mi …

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Free Pussy Riot e altre azioni: Lettera da.. Berlino (4)

Free Pussy Riot e altre azioni: Lettera da.. Berlino (4)

Pillole da Berlino e pensieri sparsi annessi.

– Dopo il comunicato stampa che trovate qui e una serie di email scambiate nella mailinglist dei bolg femministi è stato fondato un gruppo facebook che trovate qui. Il gruppo è aperto a tutt*. L’idea iniziale era quella di tradurre in più lingue uno o più comunicati stampa o post di diversi blog per divulgarli a livello europeo (autorità, media, enti, associazioni, gruppi, centri). Ci piacerebbe creare una rete in diversi Paesi europei con coloro che si occupano, vorrebbero occuparsi di o informarsi sulla violenza perpetrata a donne. All´attivo siamo- a Berlino- circa sette persone, per ora tutte italiane. Dopo un primo incontro svoltosi martedì , procederemo con l´organizzazione di azioni di diverso genere (informative o meno) in cui coinvolgere giuristi e giuriste tedesche-i e italiani-e per parlare dell´attuale situazione europea. Il nostro primo intento è quello di capire. Il secondo è di coordinarci con chi, nel Paese che ci accoglie, si occupa di questi temi e cercare una via interculturale per poter alzare il grado di consapevolezza, creare delle cooperazioni e avviare dei progetti comuni volti a sensibilizzare soprattutto i più giovani e le più giovani. Gli italiani e le italiane a Berlino sono tantissim*.

-L´11 maggio del 2012 alle ore 16, mentre io mi facevo trapanare per la seconda volta il settimo superiore di sinistra da un simpatico dentista d’origine polacca e dalla sua assistente tedesca fan del Lago di Garda e del tipico “maschio” italiano, tutto pelo, gel e …

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Il personale e il politico: lettera da Berlino (3)

Il personale e il politico: lettera da Berlino (3)

E di colpo venne il mese di febbraio faceva freddo in quella casa

mi ripetevi: sai che d’inverno si vive bene come di primavera! Sì sì proprio così. La bidella ritornava dalla scuola un po’ più presto per aiutarmi “ti vedo stanca hai le borse sotto gli occhi come ti trovi a Berlino Est?”

Alexander Platz aufwiederseen c’era la neve faccio quattro passi a piedi fino alla frontiera: “vengo con te”. (Franco Battiato, Alexander Platz)

Berlin, Berlin… da qualche mese mi sembra di vivere in un mondo parallelo, surreale, che non conosco. In testa mi risuona il ritornello della bellissima canzone di Franco Battiato (per chi non la conoscesse: http://www.youtube.com/watch?v=8L6v9f8FYys ). Crisi finanziaria e bilanci che vanno a picco provocano nella popolazione di questa metropoli un continuo affannarsi per qualsiasi cosa, grande o piccola che sia. Competizione alla cassa del supermercato tra chi impacchetta per prima la minestra in polvere, competizione in bicicletta per arrivare in pol-position allo stop, competizione nella ricerca di un lavoro tra chi manda più candidature nel minor tempo possibile, competizione anche per trovare un alloggio decente, a portata di portafogli. Finalmente i nodi vengono al pettine e la Verità mostra il suo vero volto: homo homini lupus.

In Italia si dice che in Germania si stia meglio. Posso rassicurarvi: in un mondo in cui le distanze fra strati sociali inferiori e superiori della popolazione si stanno facendo incolmabili, in Germania… chi è sopra nella scala sociale continua ad esserlo e chi è sotto pure! Ma …

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Lettera da.. Berlino (2)

Lettera da.. Berlino (2)

Alberto Arbasino dedica il paginone centrale di Repubblica a descrivere la magnificenza delle mostre, teatri, performance, opere a Berlino in questi giorni. E noi abbiamo Livia che ci racconta cosa accade dal suo personalissimo punti di vista nella città più cool d’europa. Venerdi incontrerò Livia per la mitica proiezione de IL CORPO DELLE DONNE in Berlin! Ecco la lettera:

“Con la parola e con l’agire ci inseriamo nel mondo umano, e questo inserimento è come una seconda nascita, in cui confermiamo e ci sobbarchiamo la nuda realtà della nostra apparenza fisica originale.” Hanna Arendt, Vita Activa

Berlino, 7 ottobre 2011. Ebbene sì, devo essere sincera, questa mattina ero insopportabile. Mathias mi ha guardata e ha preparato il caffè, senza dire nulla. Poi è uscito, congedandosi con un “Tschüß, bis später!” (trad.: ciao, a più tardi), di cortesia. Solitamente, la sera, prima di coricarmi, scorro i titoli dei giornali italiani che ieri raccontavano dei funerali di Tina Ceci, Matilde Doronzo, Giovanna Sardaro, Antonella Zaza e Maria Cinquepalmi.

In una giornata di lutto nazionale, i giornali riportavano anche di come l´ennesimo deputato avesse dato prova di grande cultura e proprietà linguistica, rispondendo “vai a farti scopare”alla deputata Codurelli, che esortava i colleghi della Camera a non perdere tempo e iniziare ad occuparsi delle importanti questioni riguardanti l´Italia (sul ciglio del baratro economico). I giornali raccontavano, ovviamente, anche di SB, soprattutto di SB e delle sue ultime sparate.

Lo slogan che campeggiava ieri su tutta la stampa italiana, è stato tradotto …

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Lettera da... Berlino

Lettera da… Berlino

Continuano i nostri appuntamenti con le amiche italiane che vivono all’estero. Dopo Giulia da Parigi, ecco Livia che ci racconta la sua vita da berlinese…

“Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo.” Mahatma Gandhi.

Care amiche e cari amici, il mio nome è Livia, ho trent´anni e sono nata a Verona. Vivo a Berlino da sei anni e qui, ora, mi sento a casa. Non me ne sono andata per motivi economici o lavorativi ma per coronare un sogno, quello di sentirmi libera e indipendente, quello di “diventare ciò che sono”. Berlino mi ha accolta a braccia aperte e io ho deciso di prestarle l´attenzione dovuta: comprenderla, capirla, sorreggerla, accettarla -come se fosse un´amante o un´amica- nei suoi pregi e difetti. Tutto ciò non é stato semplice e -a volte- non lo é tutt´ora. Ho imparato a dire le cose in un altro modo, a frugare tra le parole che non conosco per imporre a questo nuovo contesto la mia opinione, il mio carattere, la mia volontà, le mie radici. Ho dovuto re-inventarmi ogni giorno, in tutti i sensi. Le mie battute di spirito improvvisamente non facevano ridere, i miei titoli accademici non erano titoli, per qualsiasi tipo di lavoro é stata necessaria una lunga gavetta e non posso neancora dire d´avercela fatta! Dietro di me una carriera da: pizzaiola, centralinista, insegnante d´italiano, traduttrice, cameriera, donna delle pulizie. Cinque tirocini redazionali, esperienze di giornalismo on-line e, finalmente, la grande possibilità di poter lavorare nell´ambito del film documentario. Ci …

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