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Tra cinque minuti in scena

Tra cinque minuti in scena

Esce giovedì 27 giugno nelle sale “Tra cinque minuti in scena”, film che racconta una tenera storia di dipendenza tra una donna, un’attrice di teatro, e una madre non più autonoma, che s’intreccia tra fiction e vita reale in un quadro di passaggio tra generazioni al femminile. Gianna è una figlia, con una madre anziana e molto ingombrante di cui prendersi cura. È anche un’attrice, con uno spettacolo teatrale da portare in scena tra mille difficoltà. Non da ultimo è una donna, con una storia d’amore in punta di piedi cui è difficile trovare spazio. Un film che come un gioco di scatole cinesi racconta con il sorriso il prendersi cura di qualcuno, mixando i linguaggi del documentario, del teatro e della fiction.

Il film affronta un tema importantissimo nella nostra attuale società, come evidenziato anche recentemente dal direttore del Censis, il sociologo Giuseppe De Rita che racconta dello sfinimento delle donne adulte in mezzo, schiacciate tra cura dei figli e cura dei genitori. In assenza di wolfare.  Ed è un film indipendente, che vuole raccontare la realtà con libertà creativa sfuggendo alla banalità e al conformismo di molto cinema. Il soggetto è di Marco Malfi Chindemi, che ne è anche il produttore, e la regia è di Laura Chiossone.

Il tema del film continua ed è discusso sul blog Mamma a carico.…

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Mamma mi compro un Kopftuch! Cosa Significa Discriminare

Mamma mi compro un Kopftuch! Cosa Significa Discriminare

Lettera da Berlino: Come ricordo sempre nelle scuole: siamo qui oggi a..(Follonica o Milano o Pinerolo o Reggio Emilia o..) che è in una regione che è in Italia e che è in Europa. E’importante conoscere come si vive in altri PAesi. Possiamo prendere spunto, ispirarci.

Maryam Haschemi è avvocata, ha poco più di trent´anni e lavora per l´ADNB des TBB, “Antidiskriminierungnetzwerk Berlin des Türkischen Bunds in Berlin-Brandenburg”, è nata e cresciuta in Germania, i suoi genitori in Iran. Maryam è musulmana e non porta il „Kopftuch“ (=copricapo). Tre  settimane fa l´abbiamo invitata a parlare alle partecipanti al workshop “NEIN ZU GEWALT GEGEN FRAUEN” del suo lavoro all´interno dell´ADNB, rete contro la discriminazione.

È arrivata, sorridente e con passo deciso, ha scelto una delle sedie libere nel nostro cerchio, ha lanciato un paio di pieghevoli al centro ed ha cominciato a raccontare. Che cosa significa “discriminare”? Si ha una discriminazione quando una persona o un gruppo di persone viene trattato peggio o in modo differente rispetto ad altre sulla base di motivi o caratteristiche particolari. Nella maggior parte dei casi discriminare significa negare alla persona discriminata l´accesso a risorese sociali, politiche ed economiche impedendole – di par passo – di partecipare in modo pieno alla società. Accanto a fattori materiali, giocano un grande ruolo anche la lingua e le espressioni dominanti con cui vengono categorizzati, omogenizzati e svalutati dei gruppi precisi di individui. Per questo, ad esempio, dalle lavoratrici e lavoratori di ADNB

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Piccoli dati di realtà, Lettera da Barcellona

Pubblichiamo con il solito piacere un nuovo articolo di Giusi Garigali in cui si parla di lavoro, idee, persone.

Piccoli dati di realtà sull’occupazione, che forse in parte ci sarebbe ma non c’è (per un brain-storming collettivo. Attendo i vostri commenti)

Non ho mai comprato volentieri dai cinesi. Ho sempre pensato che le loro merci fossero il frutto di uno sfruttamento della manodopera ai limiti dell’umano, che i materiali utilizzati (colle, inchiostri, tinture per tessuti etc.) fossero tossici e dunque pericolosi, che le procedure di montaggio dei manufatti non rispettassero le minime norme di sicurezza in vigore nei nostri mercati occidentali, che spesso si trattasse di oggetti di contrabbando entrati in Europa grazie alla protezione delle mafie, etc etc.… Eppure due giorni fa, esasperata, sono entrata in uno di questi “bazar” cinesi che ormai da anni hanno invaso le nostre città (in Italia, come in Spagna) e ne sono uscita soddisfatta e senza il minimo senso di colpa. Tuttavia, questo sì, anche molto perplessa e preoccupata rispetto al nostro futuro e a quello dei nostri figli.

Dobbiamo velocemente cambiare la nostra mentalità. Erano le 8:45 del mattino ed avevo urgente bisogno di una chiavetta USB Wireless, per la connessione wi-fi. Ho cominciato a girare come una trottola, ma nessuno dei negozi di IT gestiti da spagnoli / catalani era aperto. Qui a Barcellona i negozi aprono, normalmente, alle 10:00 del mattino e spesso sono chiusi già dal sabato pomeriggio. La domenica, guai a parlare di apertura: concetto tabù, …

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18 giugno, Montemurlo (PO): Senza chiedere il permesso

18 giugno, Montemurlo (PO): Senza chiedere il permesso

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Dottore Chiami un Dottore

 

Ricevo da Francesca, 21 anni, e pubblico volentieri

Inizia uno dei primi tirocini professionalizzanti col camice. Si tratta di quelle occasioni in cui i propri sogni , spesso sotterrati con notti insonni, schemi, dispense e arrabbiature, riprendono aria, tornano a  galla, si riscoprono e ti danno la conferma vera di esserci ancora . E’ un momento catartico, quella famosa unione tra teoria e pratica,  un pubblico incontro con se stessi , le proprie ambizioni e a volte anche i propri limiti. “Buongiorno signorina” è la frase con cui inizio di solito la mia giornata. “Buongiorno dottore” è la frase che si sente pronunciare il mio collega di corso, altrettanto  non laureato. Stesso camice, stesso sorriso beffardo, stesso sonno mal camuffato per la brutta alzataccia. Siamo insieme nello stesso ambulatorio ed è a volte chi entra saluta lui e lascia un rapido bozzo di saluto a me, di volata,uscendo. Parlo di normalissimi pazienti, per la verità, la maggior parte delle volte piuttosto attempati. Entrano, vedono me e lui  insieme ed  un istinto primordiale gli suggerisce che quel ragazzo deve essere il medico ed io per forza un aiuto, un supporto, un qualcosa di indefinito che lo aiuta nel suo lavoro. Il fattore età per valutare la mia possibile qualifica professionale viene messo in gioco: è una ragazza, sarà troppo giovane per avere già un’etichetta. Quello del mio collega no. Lui lì dentro è quasi sicuramente già un medico, anche senza cartellino identificativo. Il fatto di avere un’aiutante donna in qualche …

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11/12 giugno - Firenze

11/12 giugno – Firenze

Corso di formazione “Un Ponte sul Tempo” sulla realizzazione di spazi comunicativi tra le differenti generazioni. Riservato ai formatori dei centri del consumo consapevole.…

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Aurora: Un’ App contro la Volenza Domestica

 

Da Sydney un’app che salva la vita delle donne Aurora: l’alba del pronto-intervento sorge da un’app “Una telefonata salva la vita,” diceva una pubblicità dei primi anni novanta. Ora qui in New South Wales, lo stato con capitale Sydney, si potrebbe dire che a provare a salvare la vita delle vittime di violenza domestica sia un’app.

 Qualche settimana fa, infatti, il governo, in collaborazione con la polizia locale e le organizzazioni attive sul territorio, ha lanciato “Aurora”: un’app per telefonia mobile, scaricabile gratuitamente, rivolta a chiunque viva in una relazione violenta e abbia bisogno di lanciare un messaggio d’aiuto in situazioni d’emergenza. Prima del suo genere, Aurora ha due funzioni principali: una informativa e una di soccorso.

 La prima spiega in che cosa consista vivere in una relazione violenta e si rivolge soprattutto a chi, per motivi culturali o timore del giudizio altrui, nega di avere bisogno d’aiuto. Nonostante vanti una forte rappresentanza femminile a tutti i livelli istituzionali, nel pubblico, e una buona presenza percentuale di donne manager nei consigli d’amministrazione, nel privato, l’Australia deve ancora fare i conti con casi frequenti di violenza domestica: fenomeno che spesso, nella vittima, si accompagna a un senso di vergogna e ad una reazione autocensoria. Da qui, l’esigenza di dotare l’app di una sezione dalle finalità illustrative che accompagni e sostenga la funzione di soccorso. L’app è disponibile sia per telefonia mobile iOS, iPhone per intenderci, sia per Android, ovvero la stragrande maggioranza di

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