Da Sydney un’app che salva la vita delle donne

Aurora: l’alba del pronto-intervento sorge da un’app

“Una telefonata salva la vita,” diceva una pubblicità dei primi anni novanta. Ora qui in New South Wales, lo stato con capitale Sydney, si potrebbe dire che a provare a salvare la vita delle vittime di violenza domestica sia un’app.

 Qualche settimana fa, infatti, il governo, in collaborazione con la polizia locale e le organizzazioni attive sul territorio, ha lanciato “Aurora”: un’app per telefonia mobile, scaricabile gratuitamente, rivolta a chiunque viva in una relazione violenta e abbia bisogno di lanciare un messaggio d’aiuto in situazioni d’emergenza.
Prima del suo genere, Aurora ha due funzioni principali: una informativa e una di soccorso.

 La prima spiega in che cosa consista vivere in una relazione violenta e si rivolge soprattutto a chi, per motivi culturali o timore del giudizio altrui, nega di avere bisogno d’aiuto. Nonostante vanti una forte rappresentanza femminile a tutti i livelli istituzionali, nel pubblico, e una buona presenza percentuale di donne manager nei consigli d’amministrazione, nel privato, l’Australia deve ancora fare i conti con casi frequenti di violenza domestica: fenomeno che spesso, nella vittima, si accompagna a un senso di vergogna e ad una reazione autocensoria. Da qui, l’esigenza di dotare l’app di una sezione dalle finalità illustrative che accompagni e sostenga la funzione di soccorso. L’app è disponibile sia per telefonia mobile iOS, iPhone per intenderci, sia per Android, ovvero la stragrande maggioranza di cellulari cosiddetti smartphones.

 Una volta installata sul dispositivo, Aurora può, con un rapido tocco dell’utente sul display, inviare fino a tre messaggi a persone di fiducia. In situazioni d’emergenza, i secondi o i minuti necessari all’invio di un sms potrebbero essere troppi.

Aurora, invece, una volta registrati i numeri di telefono di persone fidate, permette di preimpostare tre messaggini che, dal momento della composizione, saranno pronti all’invio con un semplice tocco sullo schermo.
Poiché spesso chi aggredisce tende a monitorare le comunicazioni della vittima con il mondo esterno, Aurora consente la stesura di messaggi che potremmo dire in codice, in cui utente e persone di fiducia si scambiano corrispondenze contenenti parole chiave d’allarme. Un esempio potrebbe essere “Sto andando a comprare il pane” oppure “Ti aspetto al bar.”
L’app è stata concepita pensando soprattutto agli abitanti delle zone rurali del New South Wales, che spesso non dispongono di connessioni internet, ma possiedono dispositivi di telefonia mobile.
Recensendo Aurora per i programmi radiofonici per cui lavoro, ho pensato che sarebbe possibile e sensato sviluppare un’app con le stesse funzioni anche per l’Italia.Ho voluto dunque approfittare di quest’ultimo spazio su Il Corpo delle Donne, prima della pausa estiva, per parlarvene e lanciare un appello per la realizzazione di un app al Ministero delle Pari Opportunità.

 Credo che sia importante, alla luce dei fatti di cronaca che, in quanto fatti non approssimazioni statistiche, ci ricordano quanto grave sia l’incidenza della violenza domestica nella nostra società, iniziamo a pensare pragmaticamente.

 Forse un’app come Aurora potrà aiutare una vittima su un milione, ma è dalla forza di quell’eccezione che altre si potranno salvare.

 Buone vacanze estive per voi e buon letargo a noi che entriamo nel mite inverno dell’emisfero sud.

 Marina

@marinafreri