Non sappiamo quasi nulla del Portogallo e dunque grazie a CHIARA BALDIN che ci allrga gli orizzonti.
“Verba volant, scripta manent era la frase che la mia prof. di latino e storia urlava sempre al liceo. Dopo tanti anni mi torna utile in nuove vesti: quando ho bisogno di dare il mio nome nei servizi pubblici lusitani.Ho finalmente trovato la strategia per fare intendere il mio nome senza usare costantemente lo s-p-e-l-l-i-n-g: la soluzione? Carta e penna.Quando mi chiedono dunque le generalità, invece di dirlo, sorrido e lo scrivo su un pezzo di carta. Sin dal primo giorno a Lisbona chiunque mi conoscesse, oltre a pronunciare storto il mio nome («Schiara? Carino, esotico!») si meravigliava della sua brevità. Ciò che per me è sempre stato abitualmente standard, qui si rivelava una vera e propria anomalia degna di sbigottimento.
«Dunque ti chiami solo Chiara Baldin? … E un secondo nome non ce l’hai?
– Solo quelli inventati dagli amici.
E il cognome è di tua madre o di tuo padre?
– Di mio papà.
… Ah! E il cognome di tua madre che fine ha fatto?
– …».
Mi era sorta spontanea questa domanda quando, da adolescente, avevo conosciuto un bambino bellissimo a cui facevo catechesi che aveva solo il nome di sua mamma. Suo papà inizialmente non l’aveva riconosciuto come figlio, dunque gli era stato affidato il cognome materno.
Da una parte lo invidiavo. Se avessi potuto scegliere tra i due cognomi, avrei sicuramente scelto …
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