Quando più di quattro anni fa vidi per la prima volta il documentario di Hugues Le Paige Il Fare Politica fu per me una vera illuminazione, una delle poche che ancora era in grado di regalare il cinema, anche quello documentario. Ciò che quel film mostra è come era possibile, come è possibile, impegnarsi e lavorare nell’interesse comune, per farsi carico degli altri, per coltivare il bene collettivo.
Da allora questa frase così densa di significato, “fare politica”, l’abbiamo tenuta come nostra guida per il lavoro svolto con Il Corpo delle Donne e Nuovi Occhi per i Media, come riferimento nei momenti in dovevamo scegliere come procedere, a chi rivolgerci, in che direzione andare. Una frase che assume ancora più valore in questo momento di crisi profonda del nostro paese perché il significato di “fare politica” è difficilmente traducibile in altre lingue (vorrei che qualcuno/a di altra madre lingua o che vive all’estero ci desse riscontro di questo fatto). In quel “fare” sono racchiusi impegno, costruzione, costanza.
Sono partito da queste considerazioni per riassumere qui il nostro “fare politica” di questo ultimo anno, che molti e molte hanno accolto, sostenuto, rilanciato.
Le decine di incontri con le persone per parlare e progettare insieme, fin dove riusciamo ad arrivare, per costruire rapporti migliori tra i generi.
L’educazione ai media per dare strumenti di cittadinanza e consapevolezza ai più giovani: in questo anno scolastico abbiamo raggiunto migliaia di ragazzi/e con i formatori preparati allo scopo in Toscana e Trentino.
La sensibilizzazione a più fruttuosi e meno stereotipati rapporti tra le generazioni, con i seminari svolti in Toscana, Lazio e Umbria per il progetto Genere e Generazioni.
Il nuovo impegno educativo per diffondere nelle scuole la conoscenza dei mezzi e dei limiti del web e permetterne così un uso potenziato, in modo che siano la capacità e la padronanza degli strumenti l’argine agli usi deteriori della rete. Questo progetto, La Rete siamo Noi, arriverà il prossimo anno negli istituti toscani.
Il dialogo poi con le istituzioni, le persone, le associazioni per la costruzione comune di una società più aperta, libera e rispettosa: dal confronto con la Presidenza della Camera alle interazioni con Terres des Hommes e La Scuola di Pace, dalla collaborazione con i pubblicitari dell’ADCI che guardano oltre la fallimentare tradizione stereotipata e sessista allo scambio di energie con i tanti/e ragazzi/e che propongono idee, chiedono supporto, aprono nuove strade verso il futuro con le loro assemblee, i loro scritti, le loro campagne e loro proteste.
Questo il “fare politica” che cerchiamo di perseguire per contribuire a superare la politica intesa come scontro di interessi particolari, gossip tele-giornalistico, schiamazzi propagandistici. Crediamo sia l’unico modo per cambiare, in meglio, lo stato delle cose.

Cesare Cantù