6a00d8345167db69e200e54f4d344e8834-800wiCopio il bel titolo del post di Marina Terragni, e condivido il suo pensiero.
Trovo particolarmente emozionante quando Marina scrive “Noi donne desideriamo. Siamo piene di desideri. Piene di questa grazia. Incinte del Paese nuovo”. Siamo incinte sì, da tempo, da tanto tempo. Trascorsi i necessari 9 mesi, teniamo la bambina in grembo, non per incapacità a lasciarla andare o per gelosia, ma per una piena consapevolezza della realtà là fuori, così feroce a cui temiamo di consegnare il nostro frutto. Timori di madri comprensibile ma forse ingiustificati: è bene ricordare che noi essendo arco non possiamo sapere quanta energia avrà in serbo la nostra amatissima freccia.

Un grande cambiamento è in arrivo: voi lo sentite? Ieri è stato uno dei giorni più significativi degli ultimi due anni: un gruppo di donne caparbie e capaci della Associazione DonneInsieme con alcune insegnanti delle Scuole Medie Inferiori di Tortona (grazie a Dio l’Italia conserva questi tesori!), mi ha convinto ad incontrare una aula magna di 13enni, terza media. Io non volevo, mi pare sempre indegno mostrare il prodotto della nostra subcultura a spettatori puri e meravigliosamente ingenui. Ma le professoresse mi hanno “costretta” ed io le ringrazio e ieri avrei voluto che voi foste stati con me. C’è un video che forse metteremo online.
E’ stato faticosissimo, tenere per ore l’attenzione in un’età che sprizza voglia di correre, ma il livello di dibattito che ne è scaturito è stato inarrivabile per un pubblico adulto. Cose di questo tipo: “Ragazze, ragazzi aiutatemi: cosa fanno le veline durante Striscia  la Notizia?” chiedo. Decine di mani si alzano. “Ballano!” grida uno. “ ‘No’ replica Marica, 13enne con lo sguardo dritto “no, fanno lo stacchetto. Che non è un ballo, sono dei movimenti che ripetono a memoria. Nel ballo c’è divertimento. Loro non si divertono”. Dietro di lei un 14enne dall’aria furba e simpatica, mima intanto il ballo e ridendo sussurra al suo vicino: ”così ci si diverte!”. Tutti esultano, io con loro. Sanno tutto, capiscono tutto. Non gli ci vuole un secondo per capire, per “sentire” che il ballo è un’altra cosa, è quella energia furibonda degli africani ad esempio. Ci vedono, ci scrutano. Mi sentivo nuda ieri , le loro risposte così acute, di chi ci guarda e vede molto più in là di quanto noi si pensi. Loro sono già il futuro e non ho dubbio alcuno che loro siano il cambiamento. Non vacilla la mia ferma consapevolezza che noi siamo il loro ponte su cui cammineranno e alla fine del quale costruiranno ciò che noi oggi non sappiamo.

Incinte lo siamo di un mondo capace di accogliere bambini come quelli di ieri, ancora per qualche anno protetti dalle famiglie, dai genitori. Incinte di un contesto fertile, di un doppio sguardo sulle cose, di relazioni umane capaci di costruire il bello ed il giusto. Tutto ciò sento che arriverà e spero che voi lo sentiate con me.
In questa meraviglia di sensazioni che mi avvolgono in questa luminosa giornata dicembrina, chiederei a Marina solamente se sia possibile riscrivere il finale del suo bellissimo post: “Nessuno deve avere paura, né gli uomini, né le donne. La politica deve lasciarci entrare”. So che siamo stremate, e che talvolta la pazienza si esaurisce (la mia particolarmente). Toglierei però i riferimenti al “dovere” che ci hanno attanagliato per secoli e che appartengono definitivamente ad un mondo in abbandono. Farei  riferimento più volentieri a quella nostra consapevolezza profonda, che tiene conto anche di un sentire profondo ed oggi irrinunciabile, che non domanda di ubbidire ma che esprime la certezza di qualcosa che per certo avverrà: “Nessuno abbia paura, dunque né gli uomini, né le donne. E da oggi, ciò che molte di noi già praticano sia chiamato, a tutti gli effetti, il fare politica”.