Un’altra donna

Ho appena visitato il blog di Laura che trovo di grande pregio, tanto da aver postato subito un mio piccolo contributo.
Voglio dire che questo della reciproca segnalazione di spazi virtuali che corrispondono ad un lavoro politico ispirato dai medesimi intenti e realizzato nella libertà delle proprie peculiarità e differenze, è un esempio magnifico di come si possa dare vita ad una cultura dell’amicizia fra donne, amicizia politica fra donne. Invece di continuare a rappresentare una inimicizia sulla quale sembra perennemente appuntata l’attenzione di chi la trova vantaggiosa per i propri obiettivi.
Credo di stare entrando sempre di più nel messaggio che Lorella ci sta mandando relativamente alla necessità del “fare”. All’inizio ho sentito in me una frizione frutto della preoccupazione della strumentalizzazione da parte delle forze conservatrici. Ho riflettuto “a voce alta” postando un paio di interventi qui nei quali ribadivo la necessità di definire l’idea che abbiamo di libertà, oltre le gabbie post ideologiche che non ci riguardano più, in quanto donne. Ho trovato, ancora qui, una risposta alle mie preoccupazioni e adesso posso dire che per coloro che si sono già confrontate con quella particolare paralisi dell’azione politica femminile, non c’è poi tanto bisogno di fermarsi ancora a riflettere, dati per assunti i valori che condividiamo e che ci rendono riconoscibili l’una all’altra.
Complimenti a Laura e Lorella e grazie per aver inaugurato sul web un percorso tanto fecondo che, come dice Marina Terragni, si avvantaggia della “velocità dello spirito”. E’ bello vedere come in uno spazio che teoricamente fa a meno del corpo, come il web, con tutti i rischi di smaterializzazione del nostro essere, si produca invece un discorso concreto a partire dal corpo, visto a fondamento della rivoluzione necessaria.
Ci vorrebbe un brindisi.

Inviterei ad osservare gli ultimi spot Tim, con Belen Rodriguez e Christian De Sica.
Sono stupidi ed offensivi, per il disprezzo (sarcastico) evidenziato con una spinta sul seno alla poliziotta
Belen o al contrario un gesto dispregiativo con l’intenzione voluta di toccare quel seno,(ancora peggio). Mi sento offeso come uomo e inc………to, perchè lo spot non fà ridere, nè sorridere (vedi cristian de sica, non merita il maiuscolo) e Belen non so se viene considerato un oggetto o forse meno.
Il risultato: cambierei il mio gestore telefonico! Alla faccia della pubblicità. Possibile che non esista una figura istituzionale, una commissione di vigilanza che non deve censurare ma invitare lo sponsor a rivedere lo spot.
grazie Paolo

che dire delle donne della “Birra”? e quelle stese sulle auto? e delle bambine che succhiano
gelati cilindrici? non bisognerebbe prestare la propria immagine e ammonire quei genitori
che non riflettono abbastanza sulla negatività latente di messaggi apparentemente innocui
o ” simpaticamente” ammiccanti; ma tutti riconducibili al disprezzo allegro della figura della donna .: grande o piccola ,il genere è sempre femminile . saluti Anna