Un post… solo per uomini

“Pari opportunità. Omologati anche nelle opportunità!”

Così diceva Antonio Rezza in “Escoriandoli”. Abbiamo raggiunto, da una parte, l’unificazione dell’immaginario maschile e femminile e, dall’altra, l’unificazione dell’immagine maschile e femminile stessa. Pari e vuote ambizioni bene si sposano ad un corpo costruito, pompato, oliato, esasperato. Nell’alimentare la costruzione di questi nuovi idoli si tende a neutralizzare la coscienza comune, unificare le menti ed i corpi in un’orgia di crudele conformismo. La cancellazione della coscienza maschile è architettata sulle basi dell’illusione di grandezza: l’uomo perfetto, dal corpo perfetto, dal lavoro perfetto, dalla macchina perfetta, dalla donna perfetta è un uomo completo e realizzato. La Tv sta facendo terra bruciata. La Tv sta creando gli infelici del nuovo millennio.

Insisto: anche gli uomini – perché no? – devono essere clienti. Quel modello televisivo costa moltissimo: palestre, prodotti cosmetici e/o integratori alimentari, frequentazione di ambienti e locali il cui prezzo è direttamente proporzionale solo al tasso di volgarità. E, ovviamente, bandita da tutto questo è l’ironia: una sola battuta “vera” smaschererebbe tutta la finzione. Si deve essere belli, sodi, tonici ma soprattutto seri, perché se poco poco ridi di tutta la faccenda – risata che sarebbe naturalmente la premessa all’indignazione – sei “out”.
Insisto: difendiamo i più piccoli. Bambini e bambine, ragazzi e ragazze, facciamo capire loro che il corpo è tutt’altro che il campo delle speculazioni economiche di un sistema, o lo strumento del potere e della comunicazione altrui. Facciamolo finché sono curiosi e desiderosi di capire; per chi, come nei filmati e come si vede intorno a noi, quel momento è finito, temo che non ci sia più niente da fare.

Quello che mi preoccupa sono non solo le nuove generazioni, nel cui potenziale di ribellione continuo a confidare (c’è pur sempre una parte sana che non beve,non si sballa,fa volontariato,è politicamente impegnata,ecologista etc. etc.
Quello che mi rattrista è ciò che gli ultimi 25 anni hanno potuto sul “riflusso” di almeno due generazioni che del riscatto della configurazione socioeconomica della compagine femminile del Paese avevano fatto la loro bandiera. La nostra bandiera, visto che ho 51 anni !
Così come avevamo come punti fermi l’attenzione verso l’emancipazione delle classi più deboli. Tutto finito nel dimenticatoio ?

Mi lego a Lorenzo, più niente da fare..non voglio crederci…finchè se ne parla spero che tanta gente apra gli occhi, quello che mi fa più rabbia è che come dice Lorenzo costa avere questi fisici e la gente comune non ha neanche tempo per averli, devono tirare avanti la carretta, il problema è che vorrebbe averli, in giro c’è tantissima gente piena strapiena di psicofarmaci…talmente scontenti della loro fisicità della loro imperfezione del lavoro NORMALE, rispetto a questi modelli che non ha altro mezzo che annullarsi…scomparire…annienatarsi..non capendo che sono loro gli eroi, si sono loro che mandano avanti il paese, prendendo quell’autobus, treno, macchina nel traffico e andando a produrre…lavorando sodo…e rientrando la sera stanchi unico diversivo la tv.
Per i giovani invece sono fiduciosa, c’è tantissima informazione su internet…

questi discorsi mi fanno venire in mente la prima volta che mi sono trovata in mano giornali “maschili” come “Men’s health” o “Fox uomo” che, a mio modesto parere, sono una versione maschile delle varie “donne moderna” o gli orribili giornali che si illudono di parlare di argomenti femminili non capendo niente di come vive una donna vera. Dalla lettura di queste riviste gli uomini fanno la figura di maniaci sessuali con meno di un neurone funzionante in testa (stupendo l’articolo che spiegava che tagliandosi le unghie dopo aver fatto la doccia queste sarebbero state meno dure). Ma voi uomini vi riconoscete in questa roba? Credete davvero che ci conquisterete seguendo i consigli di questa gente che scrive non rispettando affatto la vostra intelligenza? Io sono una donna, e sono giovane, e mi schifano abbastanza gli stereotipi femminili/giovanili proposti dalle riviste femminili o da quelle per adolescenti. Che abbiamo fatto di male per farci trattare così? Se dovessi un giorno avere dei figli come farò a spiegar loro il valore della ragione e della cultura quando tutto attorno a loro sembra dire che mostrare il fisico paga di più? Davvero mi piacerebbe avere delle risposte.

PS: Costantino e Taricone li trovo molto brutti, oltre che banali, mentre Gassman era un uomo davvero affascinante con una voce splendida e gran talento

Misoprende un pò che delle donne si chiedano “dove sono andati a finire gli uomini diuna volta?”. Per quanto mi riguarda, cerco di stare molto attento, per quanto mi è possibile, a tutto ciò che mi viene proposto e al limite imposto, come modello di mascolinità sia passata che futura. Credo che un compito che abbiamo, sia come uomini che come donne, come gay, come trans, come ecc…, sia quello dell’autenticità. Mi preoccupa il fatto che volgiamo non tanto essere belli, sensuali e seduttori, ma vogliamo esserlo allo stesso modo. E’ il pericolo maggiore della chirurgia plastica: essere belli-uguali. Femminismo e maschilismo si sono rivolti solo alle donne il primo, e solo agli uomini il secondo. I ponti sono stati abbattuti. Sento la necessità di questi ponti. I grandi artisti hanno sempre idealizzato la donna e mai colta nella sua concretezza. Una speranza di riconquista dell’autenticità non può che passare che da un dialogo fra donne e uomini. La TV pornografica ci riguarda tutti (…anche se forse è arrivato il momento anche di spegnerla! Io l’ho fatto alla vigilia del caso Englaro: l’Italia, il mondo è cambiato, da quel giorno tutto si è ridimensionato. Sto meglio!). Francamente sono stanco e infastidito dall’aggressione sessuale a cui sono sottoposto nel tragitto che faccio da casa al alvoro (cartelloni, giornali, riviste, e colleghe che vogliono assomigliarlgi!). Se cedessi a tutto questo, fare l’amore mi piacerebbe meno, così come conoscere la mia compagna, scoprirla e lasciarmi conoscere. Ma non è solo un fatto di sentimenti. Mi sono sempre stupito che sono stato io a dare a mia madre e poi a mia sorella i rudimenti minimi, quelli necessari, del femminismo. Non solo per loro, ma anche per me. Ecco perchè “il corpo delle donne” e tutto ciò che evoca mi interessa. Mi stupisco che sono molte donne in gamba a non capirlo!

@ Lorenzo
In tutto e per tutto d’accordo con ciò che hai scritto.

Tenere i più piccoli alla larga da questa televisione spazzatura, ridimensionarla agli occhi di adolescenti e pre-adolescenti grazie all’uso dell’ironia, pronunciando la fatidica battuta “vera” che in TV è bandita, sembra anche a me essere l’unico modo per arginare i danni del mostro catodico e limitare la deriva culturale ed etica delle donne e degli uomini di domani.

Visto? Nella tristezza dell’attuale proposta (anche se non è sempre così) c’è solo banalizzazione dell’ uomo, non necessariamente della femmina o del maschio. Parità al ribasso, direi.

POSTO QUI PERCHE’ NON SO DOVE ALTRO SEGNALARLO…Sono rimasta a bocca aperta… La Gregoraci si appresta a presentare un programma che si chiama CELEBRiTY BISTURI. Siamo al gusto dell’orrido, non c’è altro da dire.
Credo che sarà da tenere sotto controllo l’uscita del programma, ne vedremo delle belle!

Ma che, non guardare la tv è la soluzione?! ma stiamo davvero scherzando? Io sono astemia e non ho mai fatto uso di nessuna sostanza stupefacente, dunque ho trovato la soluzione al problema delle dipendenze e dell’alcolismo. Fantastico! non ci avevo pensato.
Per parafrasare anch’io come altre ero “femminista” e patisco sulla mia pelle tutta questa valanga di immondizia, e ho una figlia (quasi 11 anni), e una discussione come questa è utile e preziosa, per non sentirsi soli con l’impressione di combattere con i mulini a vento e per provare a cercare e chiedere una tv migliore, diversa.
Io non posso non sperare, sarebbe un ossimoro, mi sembrerebbe di negare il futuro a mia figlia e tutti i bambini.
Ho cercato di mettere in atto delle strategie che consentissero alla mente di mia figlia delle vie di fuga dalla videodipendenza e dal plagio, ma non posso certo censurare e negare. Che faccio cresco qualcuno nel mondo di frutta candita e poi lo scaravento in quello reale a intervalli regolari (leggi nei rapporti con tutti i suoi amici che guardano la televisione, a scuola ecc) oppure un bel giorno? Sapete per caso dirmi a che età sarebbe opportuno?
Gli struzzi mi sembrano strateghi più raffinati.
Oltre tutto è ovvio che, se chi è come me davanti alla tv soffre, le nuove generazioni, invece corrono seri pericoli: ma ci siamo dimenticati con quale carico di ansia, talvolta angoscia, incertezze e sbandamenti abbiamo vissuto la nostra adolescenza? E modelli possibili sono Belen e Corona e i fac-simili replicanti? Aiuto!
Ringrazio con tutto il cuore Lorella e chi lavora e ha lavorato con lei per questo documentario, e a tutto quel che sta seguendo, perché finalmente qualcuno ha dato voce a pensieri e riflessioni che mi porto dentro da anni e anche se siamo una minoranza (cosa della quale non ho mai avuto modo di dubitare) comunque siamo qui a provare a parlarne e a capire.
Seguo tutta questa storia dal giorno dell’articolo di Gad Lerner e non mollerò perché tutti noi, grandi piccoli e anziani ci meritiamo qualcosa di meglio, che se ne sia consapevoli oppure no.

Complimenti, ho appena scoperto questo sito. Il documentario e` incredibilmente reale. Bravi.

Condivido pienamente.
A casa la tv l’abbiamo. Per ora scegliamo noi adulti i (pochi) programmi. Per questo capisco il livello raggiunto e dico a voce alta, quando mi capita, che è ora che si cambi registro.
Per quanto riguarda i bambini, mi rendo conto che mi troverò ad affrontare ciò di cui mi parli, e magari anche una figlia che aderirà (per un po’?) a certi modelli.
Ciò che mi preme ora è che il “graffio” sulla tabula rasa che sono le mie tre figlie possa essere dato da “altro” e non da questa TV, così da non sentirmi complice e da fornire almeno un qualche strumento di risposta o di alternativa.
Più tardi si vedrà.

PERSONE, DOVE SIETE?

La televisione (è anche un elettrodomestico), ho semplicemente deciso di non comprarlo quando si ruppe.

Ma lì cominciò il mio calvario nella consapevolezza, perché vivere senza tv proietta nel mondo dei pochi.
Cominciai a non comprendere quello che dicevano le persone attorno a me e a non riconoscerne i princìpi né i dignitosi limiti. Cominciai a trovare troppa la volgarità e l’autodistruzione e mi chiesi il “come mai”

Ho 34 anni e negli ultimi tempi lavoro a contatto con PERSONE giovani nel campo della ristorazione e del “divertimento” (mah…), lo sconforto e talvolta la rabbia mi assalgono quando mi accorgo che i pensieri dei ragazzi nascono già impacchettati, senza voglia di ricerca.
Maschi o femmine non ha più importanza, se non nei ruoli ovvi, quelli naturali della procreazione e del sostentamento. Dalla sessualità all’aspetto tutto è prestabilito, senza possibilità di discussione tra ciò che “è detto e visto” (quasi mai “vissuto” perché la tv è recitazione, quindi finzione di una realtà immaginata) e ciò che è semplicemente diverso. E cioè il pensiero, quello che genera, crea, produce evoluzione propria, verso una meta banale come la consapevolezza di sè.
Il problema è che per troppe persone la tv E’ la realtà, e il sesso una delle tante cose che bisogna fare. Quasi un dovere, un metro che misura la tua vita e ti assegna un punteggio.

Poi mi distolgo dai giovani e guardo i miei coetanei… e anche più su.
Sopravvive in molti la cultura della realtà dell’infanzia con poca tv, fatta di cose vere, piacevoli e dolorose che in-segnano la vita, ma la pazzia mediatica si propaga a macchia d’olio, e improvvisamente nessuno vuole crescere più.

Ho sempre desiderato diventare grande, è la natura che lo vuole e non mi sottraggo a questa legge.
La maturità è un bene prezioso, è il dolce della pesca, è una guida sicura per i nostri figli, è un buon vino rosso, è il piacere totale e la comprensione profonda del dolore. Sono sguardi che si penetrano per comprendersi.
E’ l’espressione massima dell’esistenza che va al di là del tempo e che può non avere confini. E’ la coscienza.

Ho evidenziato PERSONE perché credo sia arrivato il momento di parlare come tali, ognuna con la consapevolezza e responsabilità delle proprie scelte e della propria esistenza. Ognuna con la forza di creare la propria vita in base ai propri sogni, non permettiamo che si mercifichino anche quelli, perché è un grosso errore che l’umanità sta correndo il rischio di commettere.

Grazie per il documentario, mi ha fatto comprendere la ragione dei comportamenti che non riconoscevo.

Dobbiamo solo alzare un po’ la voce, e farci sentire.
E anche se è faticoso e si corre il rischio di diventare impopolari o quantomeno sembrare alieni bigotti, l’equilibrio della vita va ristabilito, perché chi non sa stare in equilibrio corre il rischio di cadere!

Un abbraccio a tutti, Emanuela

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Mi pare che il dibattito rischi di sfocarsi un poco. Tempo fa ho salutato con entusiasmo l’affacciarsi si post su argomenti differenti dallo specifico per cui è stato pensato il documentario. Ora, però, sento la necessità di dare un’ordine alle riflessioni, per avere la possibilità di confrontarmi con chi gestisce questo spazio e chi esprime le sue opinioni qui. Ho deciso, allora, che questo post ha due questioni, almeno, che meritano un approfondimento:
1. Uomini e donne in tv: parità al ribasso? No, non vi è parità al ribasso, che le distanze tra gli uomini e le donne permane, sempre, ben netta. Vi è, all’interno dell’immaginario televisivo, invece, un’altra contraddizione: giovani e vecchi. Siamo un paese di vecchi che invecchia sempre più e il potere maschile che domina anche la televisione è vecchio. Nel contempo, la tv si popola di giovani corpi che non riescono, e forse non aspirano neanche, a rappresentare qualcosa di più della loro fisicità. La “contraddizione” tre giovani e vecchi è un’altra che sarà necessario tenere presente; anche qui i meccanismi di trasmissione del potere si sono inceppati, essendo i giovani ridotti a semplici ancelle o valletti degli anziani al potere. Nessuno fraintenda, per favore, ma cosa è, per esempio, la Serracchiani se non un simbolo del “rinnovamento” assunto da quelli che il potere nel partito lo hanno per mostrare quanto sono aperti e bravi? Lei è un simbolo, solo questo. Ha avuto una esposizione mediatica e per questo è stata scelta come dimostrazione che i meccanismi di ricambio in favore dei giovani funzionano. Il discorso meriterebbe un approfondimento che mi permetto di risparmiarvi, ma che mi piacerebbe potesse essere colto.
2. Dove sono finiti i maschi di una volta. Ma santa pace, i maschi di una volta non esistono più. Per fortuna. Proprio ieri m’è capitato di rivedere Sabrina in tv: chi non ricorda la favola del figlio dell’autista che si innamora del grande uomo d’affari? Chiaro che Billy Wilder usa degli stereotipi, quasi delle caricature, per il suo film e il timbro è molto ironico, ma poi non troppo: siamo nel 1954, ma proprio per questo mi chiedo: ma quali uomini stiamo rimpiangendo? Quali donne, poi? Quali modelli, insomma? Quei modelli sono stati messi in crisi proprio dalle lotte delle donne e dal cambiamento dei rapporti di forza tra i sessi, che pure in questi decenni c’è stato, nel mondo. Mi pare, allora, decisamente fuori luogo il tono nostalgico con cui si rimpiange i tempi che furono, dove i ruoli erano rigidamente prestabiliti e il patto fondato tra uomini e donne funzionava meglio, proprio a causa dell’accettazione di quei ruoli. L’ho fatta un po’ lunga, per dire che forse è un altro tipo di uomo che dobbiamo cercare, altri riferimenti culturali, che quelli non sono più utili. Uomini che possano accettare un rapporto di ricerca e confronto e scontro con chi, diverso da loro, sta compiendo un proprio originale percorso di liberazione e di ricerca. Non è facile, e pensate che non lo sappia?

http://www.youtube.com/watch?v=tLnOGFBnB_c
Se il mio premier fosse un altro vorrei fosse lui:)

io ho solo 23 anni e mi sento già ora diversa da tutte le ragazze della mia età soprattutto dalle più piccole…e’ una vergogna…a pensare che la donna e’ tutto è cio che genera che la vita..dovrebbe avere molto piu rispetto di se stessa e del prorpio corpo e del ruolo che svolge e che continuerà a svolgere anche in futuro nella società.
La cosa piuù strana e che maggiormente mi sorprende e che tutte le donne o meglio la maggioranza accettano questa loro immagine distorta di loro stesse, godono, sono soddisfatte della loro immagine ridicola e non si rendono conto di essere trattate come “stupide”…guardatevi allo specchio e cercate la vostra vera identità…ognuna diversa l’una dall’altra in questo mondo di “bamboline siliconate e stereotipate”.

@Paolo, forse mentono loro, ovvero chi ci propina questa tv spazzatura.
Ricordo ancora adesso un’intervista di Corrado Augias a uno dei megasuperproduttori del Grande Fratello, credo un pezzo grosso della endemol Italia, un uomo elegante e con un viso dall’espressione asciutta, cinica e tagliente; l’argomento era “perché pensate che rinchiudere una decina di persone in un ambiente chiuso e dall’arredamento stereotipato/moderno sia un fatto tanto interessante per dei telespattatori che già vivono, magari, in case bruttine e in quartieri così così”. La risposta del tizio elegante fu subito “lo spettacolo piace perché è il pubblico che lo vuole”; all’obiezione di Augias sul fatto il “pubblico” sia un’astrazione “statistica” cui non corrisponde alcunché di reale, ma che fa comodo, il tizio rispose che la casa del GF era comunque bella, grande, spaziosa, arredata bene. Al che Augias ribatté dicendo al tizio che gli sembrava strano che lui dicesse così, visto che il tizio abitava in una villa settecentesca in Veneto. Il tizio si inviperì perché era stato smascherato due volte; 1) il pubblico (che tutto decide, perciò sovrano, e che decide una cosa sola) non esiste; 2) la bellezza del GF che il tizio sbandierava era evidentemente una bufala, perché egli aveva di certo un’idea molto diversa della bellezza, che però teneva solo per sé e per la sua ristretta cerchia. Grande Corrado.
Questi ci considerano dei plebei cui tirare delle ossa rosicchiate, non dimentichiamocelo. Almeno, durante il Rinascimento, l’arte era elitaria, ma era arte, c’erano grandezza e bellezza, e anche il popolo le poteva guardare e vivere. Qui, invece, siamo proprio in presenza di un’avarizia culturale senza precedenti.

@angela Augias, uno con degli interessi un po’ fuori dagli schemi, a volte strizza l’occhio a tematiche un po’ sensazionalistiche (ieri Coco Chanel e gli Ufo- no, non insieme, dai!- ma è un signore. E se dicessimo che il pubblico lo vuole perchè è a questo che la Endemol lo abitua? Basta coi rapporti a senso unico: è un cane che si morde la coda, non serve stabilire chi sia quello che fa e chi quello che lo sorbisce.

Oggi ho beccato una copertina di Focus (ed è il fatto di averlo trovato lì che mi lascia interdetto: è una rivista di divulgazione scientifica): Il testo (più ancora dell’immagine): “Riuscirai ad agganciarla (o)?”

Grazie anche all’immagine di copertina, un nudo di donna piuttosto casto ma tonico come quello di un’atleta, devo dedurre che Focus si rivolge soprattutto agli uomini (Mah? Ma perchè?) e la prospettiva adottata è quella maschile. Lasciamo stare il perchè del rifiuto di un nudo maschile (considerato per vecchia abitudine meno attraente v_v). Ma perchè si presuppone un oggetto di conquista femminile e poi, solo dopo, ipoteticamente, uno maschile? Se si trattasse di semplice grammatica, allora, poichè il maschile in italiano ha sempre avuto (sarà anche per maschilismo, ma qui non c’entra) il ruolo anche di neutro si sarebbe dovuto scrivere, come si fa sempre “agganciarlo (a)” poichè questo è l’ordine che si adotta per convenzione e in ogni caso il femminile è più specifico del maschile, almeno oggi, sbagliato o giusto che sia. E’ la stessa ragione per cui, per indicare il primate homo sapiens si dice spesso “l’ Uomo” col maschile, non intendendo certo, almeno si spera, che egli sia maschio.

A prescindere, poi, e credo anche se fossi una donna, non mi piacerebbe affatto essere “agganciato”. Mi avete preso per una carpa, per caso?

“La tua “prestazione” sarà adeguata?”

Eeehh? Penso sia una traduzione infelice del già discutibile termine inglese in voga “performance”. Ma se “performance” si porta dietro una connotazione (1) di fredda, meccanica efficenza (“la performance di un computer”) la controbilancia un poco, risultando perciò molto ambiguo, con una recente applicazione, non sempre ideologicamente neutra, temo, (2) all’ arte, specie scenica (“performance dell’attore, del cantante”) e allo sport, come sinonimo di “gara”, “partita”, ecc. (3). E’ discutibile comunque che si paragoni un amante ad un artista (mooolto raffinato-decadente ^_^) e ancor di più ad un atleta (me lo vedo, con dieci omini che spuntano da sotto il letto alla fine di tutto con dei cartellini: 8, 7, 8.5, 9… Ok, bronzo).
Ma “prestazione non è un sinonimo completo: Per (3) e soprattutto per (2) va meglio “esibizione”, solo (1) e in via metaforica (il computer non è un operaio) è traducibile in “prestazione” in Italiano. Il principale significato del termine italiano è infatti (e credo non sia così in Inglese:mai sentito parlare della “performance di un idraulico” se non ironicamente) quello di “prestazione d’opera” cioè di un lavoro, considerato principalmente in vista del risultato.

Per la maggior parte di noi, il sesso non è un lavoro, checchè ne dica Focus, nè dunque ha un risultato preciso. Mi sento dunque a disagio poichè usare “prestazione” equivale a valutarmi e a spingermi a valutare me stesso come si considererebbe un gigolo.

Sei sessualmente in forma?

E’ una questione andrologica o significa sotterraneamente che dovrei effettuare un check di conformità ai modelli superumani imperanti?

Noto che la versione online aggiunge anche un articolo, posto in modo assai banale e stereotipato peraltro, tipo “di migliaia di anni fa le donne comandavano e dio era una donna. Come sarebbe il mondo se comandassero anche oggi.” Mamma mia! “dio era una donna”? Bizzarro e (volutamente?) impreciso modo per indicare i culti della Dea Madre? Dio, poi, andrebbe in maiuscolo, o hanno pensato che sarebbe stata una provocazione troppo forte?
Non so se pensare malignamente ad una specie di scusa riequilibratice per le scritte al centro della copertina, una specie di curiosità (“Eh, ma com’erano strambi questi antichi!”) o il solito titolo grossolano che pone malissimo le premesse per un articolo sensato. NdR Mai che smettano, questi umani, di chiedersi chi comanda?! Siamo fissati, non ne usciremo mai!)
Bellissimo il “Come sarebbe il mondo se comandassero anche oggi”. Messo un po’ la’,quasi come una cosa assodata…

@Paolo. No, ognuno di noi è potenzialmente il target delle labbra a canotto o di mille altre cose, di preciso una parte ineliminabile e naturale di ciascuno di noi. Quando ti dicono che non gli piacciono le bocce di dimensione planetaria o le labbra a canotto vogliono semplicemente dire che non vogliono essere identificati in toto con l’amore per le suddette. In ogni caso il problema è che oggi questa parte, in passato demonizzata in modo censorio (ma anche oggi, solo che va l’idea che il proibito è bello) aspira a diventare il tutto!

@Marco B.
chi ha più mezzi culturali e di altro tipo in mano potrebbe/dovrebbe dare di meglio a chi ha meno mezzi di lui e non dovrebbe dire che la cacca è cioccolata, così da papparsi tutta lui la cioccolata vera.

Ho avuto la fortuna di guardare il documentario attraverso la proposta di alcune compagne femministe. A seguire è partito un dibattito spontaneo. Convenendo con la tesi che anche gli uomini in tv stanno via via diventando anch’essi oggetti da soprammobile incapsulati nella loro apparenza senza sostanza. Questo secondo noi però è dettato dal fatto che la politica consumistica capitalista, è in grado di avvolgere ed inglobbare tutti senza una distinzione di genere. Ovviamente le donne subiscono il modello della bellezza imposta in maniera più diretta e invasiva (chirurgia plastica e anoressia bastano?), ma per il semplice fatto che se fino ad oggi il bersaglio del consumismo estetico era quasi totalmente ad uso e consumo delle donne. oggi la situazione è ben differente. Il consumo di cosmetici, pratiche estetiche e l’imposizione dei canoni di bellezza ciene assimilata dagli uomini di tutte l’età. Basti pensare al bambino che preferisce stare ore in palestra che di fare sport come la pallacanestro, il calcio, il nuoto o magari l’atletica. Il prodotto da vendere alla società è un palestrato lampadato che per vendersi deve diventare imprenditore di se stesso consumando ciò che di marcio è imposto. Questo ha delle ripercussioni anche sul modo di rapportarsi al mondo e alle persone che ne fanno parte. Si leggitimano indirettamente forme di dominio violento sulle donne o anche sugli altri uomini. Anche il patriarcato, fino a pochi anni fa “esclusiva” degli uomini, oggi è possibile intravedere forme di patrircato disciolte nella società assunte dalle donne che ricoprono posizioni gerarchicamente superiori ad altre. Queste donne incarnano una visuale del mondo maschilista che appare come soluzione di successo. Scusate la lunghezza del post, ma il documentario ed il progetto de “il corpo delle donne” ci ha catturato un’attenzione particolare e molti spunti di analisi. Grazie a tutt@

@angela Non sto dicendo che i giornali vadano bene così, solo che i giornali scrivono ciò che vogliono. Dunque, in assenza del loro appoggio per creare un clima diverso, sta a noi povere persone qualsiasi farlo in qualche modo. La scuola sarà cattedrale nel deserto, ma essendo pubblica, a differenza dei giornali, ha specifici doveri per una cultura che non sia pensiero unico (di qualunque tipo esso sia, ecco perchè dicevo che non è una questione di giudizi di valore). Analogo dovere avrebbero le reti RAI, ma…
Quanto alle tue personali valutazioni o opinioni non sono certo vietate, solo che il mio obiettivo era quello di trasformare una critica soggettiva sulla qualità in un’osservazione oggettiva (quindi non facilmente liquidabile come “opinione” in senso limitativo) sulla quantità di certa TV e dunque sull’ omogeneità quantitativamente dimostrata dell’offerta (il che, a mio parere, e questo rimane un parere purtroppo, è un grande male)

Vebbeh! Ho letto quasi tutto ma poi mi son stancato (troppi interventi). Resto sempre della mia opinione. Se c’è una cosa che il mondo odierno offre, è la possibilità di informarsi e di scegliere. Voi parlate di persone soggiogate, di vittime che vanno liberate. Io vedo solo dei complici.

@*** beh, metterela giù come la metti tu è molto più facile e, sicuramente, ti permette di stancarti meno! Forse, però, vedere le cose in modo meno facile permette di capire meglio il mondo in cui si sta. A te la scelta, visto che ne sei un cultore.

Complici, sono tutti complici di un sistema in cui mangiano senza curarsi delle conseguenze, che tanto del doman non c’è certezza.
Sai qual è la cosa più difficile? Rischiare a ogni parola di essere tacciata di femminismo – tipo acidula sessantottina che rivendica il possesso dell’utero – senza capire che quello che ferisce davvero non è semplicemente la tv, dove gareggiano natiche e adominali tirati a lucido, ma la vita vera, quando la donna per lavorare deve faticare il doppio dell’uomo perché considerata volubile-inconsistente-metereopatica-stressante-apprensiva-limitata-rigida-curveforme. Perché la tv ci impone il ragionamento per stereotipi.
Non rivendichiamo donna o uomo, rivendichiamo il rispetto per la persona.