Posts tagged "linguaggio"
#TISALUTO

#TISALUTO

In Italia l’insulto sessista è pratica comune e diffusa. Dalle battute private agli sfottò pubblici, il sessismo si annida in modo più o meno esplicito in innumerevoli conversazioni.

Spesso abbiamo subito commenti misogini, dalle considerazioni sul nostro aspetto fisico allo scopo di intimidirci e di ricondurci alla condizione di oggetto, al violento rifiuto di ogni manifestazione di soggettività e di autonomia di giudizio.

In Italia l’insulto sessista è pratica comune perché è socialmente accettato e amplificato dai media, che all’umiliazione delle persone, soprattutto delle donne, ci hanno abituato da tempo.

Ma il sessismo è una forma di discriminazione e come tale va combattuto.

A gennaio di quest’anno il calciatore Kevin Prince Boateng, fischiato e insultato da cori razzisti, ha lasciato il campo. E i suoi compagni hanno fatto altrettanto. Mario Balotelli minaccia di fare la stessa cosa.

L’abbandono in massa del campo è un gesto forte. Significa: a queste regole del gioco, noi non ci stiamo. Senza rispetto, noi non ci stiamo. L’abbandono in massa consapevole può diventare una forma di attivismo che toglie potere ai violenti, isolandoli.

Pensate se di fronte a una battuta sessista tutte le donne e gli uomini di buona volontà si alzassero abbandonando programmi, trasmissioni tv o semplici conversazioni.

Pensate se donne e uomini di buona volontà non partecipassero a convegni, iniziative e trasmissioni che prevedono solo relatori uomini, o quasi (le occasioni sono quotidiane).

Pensate se in Rete abbandonassero il dialogo, usando due semplici parole: #tisaluto.

Sarebbe un modo pubblico per dire:

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Femminicidio, una questione di parole: Lettera da.. Sydney (6)

Femminicidio, una questione di parole: Lettera da.. Sydney (6)

“Are you joking? Oh my god babe, that’s horrible” Stai scherzando? Dio mio, cara, è terribile. Mi risponde una mia amica australiana mentre le spiego che cosa sia il femminicidio e perchè le Nazioni Unite abbiano creato un neologismo per descrivere la situazione italiana e quella messicana. Poi, subito dopo, beve un altro sorso di caffè o “latte”, come qui chiamano il caffelatte, e cambia argomento con facilità usando lo stesso tono per descrivermi chissà quale piatto avesse ordinato la sera prima “really reach flavour, an amazing texture”. E mentre mastica aggettivi come fossero patatine, mi convince sempre di più che l’inglese è una lingua che non ha timore ad esprimere meraviglia, sia in circostanze positive sia negative. Immagino se davanti a cappuccino e cornetto una mia amica mi dicesse di aver mangiato un “meraviglioso piatto di peperonata, accompagnato da un vino corposo, dotato di una consistenza magnifica al palato.” Le chiederei quanto meno se stia uscendo con uno degli autori della guida Michelin.

Dunque mi fermo, mentre faccio colazione al bar di “Andrea il sardo” (dove andiamo a curarci la nostalgia) e penso alle parole. Penso alla nostra lingua e alla parsimonia con cui siamo abituati a dosare la meraviglia nelle nostre conversazioni. Con una sorta di scetticismo linguistico, in contesti informali tendiamo a preferire quelle parole di cui abbiamo maggiore dimestichezza – da cui il famoso parla come mangi. E credo, per un attimo, di capire perchè la parola “femminicidio” ci resti indigesta. Perchè, come spiegava bene Lorella, …

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Nuda

Nuda

Con questa immagine alcuni anni fa iniziai il mio intervento a Oslo per WinConference. Il titolo: In search for Authenticity, che è anche contenuto nel mio libro. Con questa immagine mi prendo ora una pausa, fino a giovedi 12 il blog non verrà aggiornato. Vorrei scrivere, riflettere, riposare.

C’è tanta tanta ansia tra le donne, il maschile in molte di noi la fa da padrone. Ci ho messo tanto per far scomparire quel pene simbolico :-), che cresce alle donne che maneggiano il potere. Ora il rischio che ricresca è alto. Alto perchè come diciamo in molte, siamo tantissime, desideriamo il mondo, però non ci gettano che scarti e noi, anzichè pretendere ciò che ci spetta, spesso ci azzanniamo una con l’altra.

La Forza che ci è richiesta oggi è di stampo nuovo: non la forza/potere maschile ma la Forza che ci conduce alla Creazione. Ci vuole coraggio perchè in questo momento di colpo di coda del patriarcato, non sono solo gli uomini a temere,bensì  anche le donne che seguono modelli maschili. Chi propone il Nuovo come noi qui e come tante altre, sta facendo una fatica mostruosa: trovarsi in un’aula, avere dei trentenni maschi con cui si entra in relazione e sentire il cuore goire! gioire! e pensare: ce la sto facendo! lui è con noi, altri seguiranno! e trovarsi invece alcune donne ostinate che esclamano: “no !direttorE di un giornale, presidentE di un ‘azienda, mistrO! il femminile è una sciocchezza da femministe!” E’ tutto comprensibile, …

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Acconsento a Farmi Stuprare

Acconsento a Farmi Stuprare

La vicenda è nota: una ragazza viene ritrovata fuori di una discoteca a L’Aquila quasi assiderata e dissanguata. In stato di shock per giorni non è possibile interrogarla. Dopo alcune verifiche, pare che non si tratti di stupro di gruppo bensì di violenza da parte di un ragazzo che pare avrebbe utlizzato per lo stupro un oggetto metallico. Pare che i punti di sutura siano piu di 40 e che la ragazza abbia rischiato di morire dissanguata oltre che assiderata. Attendiamo gli esiti delle indagini. Intanto l’imputato è stato arrestato.

Cio’ invece su cui dobbiamo attenzione, molta attenzione, è il linguaggio utlizzato dai legali della difesa: “La ragazza era consenziente”. Dice infatti l’imputato che la ragazza volontariamente si allontanava dalla discoteca e volontariamente consumava un rapporto sessuale con il ragazzo. Attendiamo la versione della giovane. Ciò che non dobbiamo attendere di sapere sono i fatti: c’è una ragazza che da giorni è irriconoscibile, sotto shock con la vagina lacerata ricucita da 40 o più punti. Spero che non ci troveremo qui a dovere spiegare che non si è consenzienti a farsi lacerare la vagina. ATTENZIONE al linguaggio. Gli avvocati nell’affermare che la ragazza era consenziente ad un amplesso, veicolano il messaggio che “se l’è cercata”. Passati decenni da PROCESSO PER STUPRO, altri decenni dallo straziante monologo di Franca Rame sullo stupro, ancora decenni da giudici che ridendo affermavano che “se ti tolgono i jenas per stuprarti significa che un po’ ci stai”, non accetteremo di ascoltare  le stesse …

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AAA Portatori di Protesi Mammarie Cercasi: Esilarante!

AAA Portatori di Protesi Mammarie Cercasi: Esilarante!

L’Importanza dell’uso corretto del linguaggio: leggete qui!

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Lettera da.. Rio De Janeiro (2)

Lettera da.. Rio De Janeiro (2)

Ecco la seconda corrispondenza di Carol De Assis, in cui ci racconta di politica, donne e informazione in Brasile.

Care tutte e cari tutti, nella mia prima lettera ho parlato un po’ di me e della mia ricerca sulle donne in politica in Brasile e la loro rappresentazione nei media. Vi voglio parlare ancora un po’ della mia passione su questo argomento e di come se la cavano le nostre sindache, deputate, ministre e presidenta.

Inizio proprio da queste parole: sindaca, deputata, ministra, presidenta. Sono queste le parole che mi hanno portata qui. Una volta Lorella ha chiesto cosa serviva perché in Italia queste parole non facessero più ridere. Nella sua ultima lettera (stupenda!), Livia, da Berlino, ha parlato del peso delle parole, in italiano e in tedesco. Qui in Brasile, sin dal primo gennaio del 2011 abbiamo una presidenta. Non presidente, come ci siamo abituati a dire in portoghese, ma presidentA – se la lettera A è quella usata nella nostra lingua per segnalare il femminile, io la voglio usare per segnalare la mia identità di donna, ha ragionato Dilma Rousseff. Lei si è sempre presentata come la futura presidenta del Brasile. La parola è diventata una vera e propria rissa tra i suoi sostenitori/e e i suoi oppositori/e, ed è pure un modo di sapere se uno/a simpatizza o meno con la Rousseff: basta osservare se si riferisce a lei come ‘presidenta’ o ‘presidente’. Come femminista e professionista della comunicazione, ho sempre fatto molta attenzione al modo in

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Santanchè e Libertà e Giustizia: Tecniche di Comunicazione

Santanchè e Libertà e Giustizia: Tecniche di Comunicazione

Da un punto di vista di tecnica della comunicazione, Daniela Santanchè fa un ottimo lavoro. All’interno di un partito allo sfascio, è presente ovunque nei programmi tv di destra e di sinistra, offre allo spettatore medio pigro e passivo, un’immagine di donna attiva, forte, che sa il fatto suo. Non porta dati, fatti, spiegazioni, ma nel circo televisivo che ci viene proposto da trent’anni, nessuno pare accorgersene. quindi da un punto di vista di forma e non di contenuto, Santanché è abile. Dimostra di conoscere il target a cui si sta rivolgendo, una massa di qualunquisti, resi tali dal vuoto televisivo. Non ha obbiettivi maieutici, le basta ottere consenso e di conseguenza si comporta.

Sabato a Milano c’è stato l’incontro  di Libertà e Giustizia: migliaia di persone si sono radunate condividendo lo slogan: Ricucire l’Italia. Zagrebelski, Saviano in collegamento, De Monticelli, ecc. Questo è il video di Roberta de Monticelli. A chi si rivolge? Cioè chi è il suo target di comunicazione? Che obbiettivi si prefigge?

Affronto qui un tema spinoso e dibattuto: la differenza tra affermare chi si è, orgogliosi della propria cultura e status, e l’umiltà prevista da chi si vuole mettere in relazione con il mondo. Credo che l’intellighenzia italiana stia commettendo un errore madornale: non volere capire che è tempo di rendere i propri messaggi divulgativi. Si può anche ritenere che conoscere Dante salverebbe il mondo, sarei anche d’accordo, ma se davanti a noi c’è un Paese che presenta dati di analfabetismo …

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