Posts tagged "corpo"

Un altro corpo è possibile

Siamo stanchi di bruttezza, brutte donne e brutti uomini televisivi. Il bello alberga altrove. Da un anno e mezzo innalziamo il livello di consapevolezza sul degrado dell’immagine della donna e ultimamente anche degli uomini in tv.

E’ ora di proporre nuove fonti di ispirazione. Non modelli rigidi, ma spunti a cui le giovani donne possano ispirarsi. Abbiamo chiesto ad alcune scuole di aiutarci: dopo avere preso consapevolezza del trash televisivo, quale altro corpo possiamo svelare? Perché è attraverso il corpo, libero e  liberato  capace di creazione, che avverrà la nostra reale trasformazione. Saranno le ragazze e i ragazzi a dircelo.

Noi daremo qualche spunto.

Circa un anno fa scrivevo questo post “Incontrarsi” dove mi chiedevo se avremmo retto l’incontro fisico, tappa fondamentale per il nostro percorso.

Ora la mia risposta è sì.

Sabato prossimo 9 ottobre alle h 20  a Reggio Emilia va in scena KONTAKTHOF AB 14,  spettacolo di teatro danza. Ricordate la meraviglia della piece di Pina Bausch alla fine del nostro documentario? Senza quella poesia di corpi il nostro lavoro sarebbe stato forse uno dei tanti blob di immagini tv. Pero’ questa volta lo stesso spettacolo va in scena con ragazzine e ragazzini dai 14 anni in avanti. Guardate il video che segue:

Kontakthof

Avrei voluto farvi una sorpresa e non sapete quanto mortificata sono per non essere stata in grado di portarla a termine. In questo periodo sto lavorando notte e giorno per trovare i finanziamenti per far continuare il progetto scuole ma non solo. Cercavo …

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Pubblicità sessista

Questo è il video dell’intervento di Lorella Zanardo su Rai1, discutendo di pubblicità sessista con addetti ai lavori e altri ospiti.

Qui di seguito il contributo al dibattito della giornalista Sabina Ambrogi, che ci ha inviato questo suo articolo, apparso anche su Il Manifesto, che volentieri pubblichiamo:

Corpi in vendita per cancellare tutti i conflitti.

La  pubblicità  di un’azienda del nord Italia che vende assorbenti e fazzolettini umidificanti è questa:  compri due o tre prodotti, mandi all’azienda il codice a barre, e poi viene estratto un premio.  Non si  tratta di una somma di denaro che  puoi  spendere come credi, ma la tua  scelta deve avvenire   tra un paio di tette  o un paio di chiappe  nuove, o altre parti del corpo chirurgicamente modificabili entro i seimila euro. È escluso l’arco dentale. Nel cavilloso e burocratico dossier che illustra il  concorso si precisa che la vincitrice verrà sottoposta a una visita psicologica prima dell’operazione. Hanno pensato proprio a tutto: pure a arginare e capire paternalisticamente la disistima appena incoraggiata.  Questa pubblicità passa  attraverso la rete con un sito internet, e tappezza  Roma con le  due parti rilevanti della donna moderna: un paio di tette o in alternativa un culo,  giganteschi e minacciosi. Il claim è:te le pago io/te lo pago io.

Ogni strategia di marketing è sempre  il risultato di  un’industria che suggerisce,impone o crea contenuti. Ma poi questo contenuto  deve entrare in un tessuto culturale pronto a recepire. E due sono i processi rilevanti in corso che

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Corpo oggetto e violenza di genere: intervista a Lorella Zanardo

Questa l’intervista a Lorella Zanardo apparsa su Il Fatto Quotidiano l’11 agosto.

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Bella tutta

Elena Guerrini fa un lavoro importante, i suoi spettacoli sono realmente un evento.

MARTEDI’  20 LUGLIO ALLE ORE 21.45 DEBUTTO NAZIONALE DI BELLA TUTTA! AL FESTIVAL DI OLINDA “DA VICINO NESSUNO E’ NORMALE”. PRESSO IL TEATRO LA CUCINA. LO SPETTACOLO SI TERRA’ ANCHE IN CASO DI PIOGGIA.

ex-ospedale psichiatrico Paolo Pini , Via Ippocrate  45 . MILANO (AFFORI) -prenotazione obbligatoria tel.02 66200646

Bella Tutta!

I miei grassi giorni felici.

di e con Elena Guerrini

regia Andrea Virgilo Franceschi

“La dieta è il più potente sedativo politico della storia della donne.

Una popolazione con una così tranquilla ossessione è una popolazione facilmente manipolabile…”

Il mito della bellezza –  Come l’immagine della bellezza è usata contro le donne – NAOMI WOLF

Autrice-attrice di narrazione e donna anticonvenzionale (nonché felicemente sovrappeso), Elena Guerrini mette in scena con una formula auto-ironica e spiazzante un tema che le sta molto a cuore: la dipendenza femminile dal mito della magrezza e la conseguente ossessione delle diete. Così è nata la sua protagonista-alter ego Winnie Plitz, sulla falsariga della Winnie beckettiana di Giorni felici. Circondata da un mare di riviste femminili, accanto a sé ha una grande borsa dalla quale tira fuori una serie infinita di oggetti, tutti rigorosamente rosa: Barbie-feticcio, occhiali, spazzole, specchi, abat-jour, scarpe e bijoux. Oggetti che le danno identità ma che la condizionano. «È vero che il nero sfina, il rosa ingrassa e i tacchi slanciano?», ripete come in un mantra, stretta in un tutù fucsia. In un set che fa il

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7 maggio, Milano: Università Bicocca

Giornate di studio in Bicocca, tema: Questioni sul corpo in Psicologia Sociale. Oggi 7 maggio, dalle 12 alle 14, Il corpo mediatico, con Chiara Volpato, Norma De Piccoli e Lorella Zanardo.

Qui sotto il programma completo.

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Schiave Radiose

I tentativi di sopravvivere con la propria originale identità vengono oscurati o rinnegati in favore delle regole del mercato, che sul corpo delle donne ricava cospicui profitti. E non c’è quindi poi molta differenza tra Cristina, che si dibatte tra una personalità che orgogliosamente dichiara “con le palle” e una sesta di reggiseno che si è procurata per rispondere alle leggi dello spettacolo, e una manager che avanza nelle rigide gerarchie aziendali sottoponendosi a ritmi di lavoro disumani, permettendo che logiche maschili di intendere il lavoro si portino via quegli anni che il suo corpo vorrebbe con forza destinare anche ad altro.”

da “Il Corpo delle Donne” ed. Feltrinelli…

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La primavera dei nostri corpi

Da piccola mi piaceva molto andare in bicicletta, mi dava un senso di libertà che ancora oggi provo. Pedalavo veloce e cadevo spesso: mia madre mi disinfettava le ferite con l’alcool, che bruciava tantissimo, e intanto mi intimava di stare più attenta: mi sarebbero rimaste in altro modo delle brutte cicatrici a ricordo delle mie scorribande.

Aveva ragione, i segni sono lì, non così brutti in verità. Sono tra le parti del mio corpo che amo di più: piccole cicatrici che negli anni hanno svolto la funzione di sentinelle: quando la vita diveniva ripetitiva, quando qualche gabbia spalancava le sue porte pronta ad acchiapparmi, una passata veloce sulle ginocchia, di nascosto, sotto le gonne,a volte  sopra le calze, e tornava forte la sensazione delle mie pedalate in libertà, delle mie fughe in autonomia: cicatrici piene di vita. E le gabbie restavano vuote, io ero già altrove.

Vediamo ciò che vogliamo vedere:scherzo spesso con  la mia amica Laura afflitta a volte per una piccola macchia che le pare deturpare il suo bel volto o per un piccolo segno che interrompe il biancore delle sue mani: vuole da me rassicurazioni che quei segni non siano troppo evidenti: ma io i segni, finché lei non me li indica, non li vedo. Sul serio. Mi colpiscono altri dettagli e anzi a volte mi pare che quella sua uniformità di colorito tanto ambita abbia un ché di mortifero, un’assenza di vita.

Allattare è stata una delle esperienze più intense della mia vita. Non voglio scrivere …

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