Schiave Radiose

E’ proprio cosi. Aggiungo che quei ritmi di lavoro disumani sono troppo spesso frutto della naturale propensione a perdere tempo e la determinazione a fare qualunque cosa pur di stare fuori casa a coltivare l’identita’ professionale a scapito di quella familiare, di molti uomini. Ma non e’ colpa loro, questi sono i modelli che hanno ereditato dalle precedenti generazioni. O no?

Povere noi donne, che chi facciamo rappresentare da una che ha detto che Rita Levi Montalcini è morta! W l’ ignoranza!!

e-mail 02/05/10 @ Lorella:

“Quelli che… il lato B”

Domenica pomeriggio di pioggia.

Simona Ventura è pimpante, protagonista, acuta, brava, eppure non parla di calcio, ma dell’altro suo programma “L’ isola dei famosi”. Chiama in studio la sua nuova ospite, Nina Senicar, bella e meravigliosamente (s)vestita, ma mi chiedo: “Cos’ha fatto Nina Senicar per essere famosa?”.
La trasmissione procede, un “comico” fa battute sul fatto che Senicar ha una laurea alla Bocconi, insistendo pesantemente sulla somiglianza tra la parola Bocconi e un altro termine, esplicitamente sessuale (“Così lei ha fatto bocconi…” ecc).
Lei sorride, il pubblico e la presentatrice ridono, io sono sgomenta, il mio ragazzo è arrabbiato perché non si parla di calcio.
E non finisce lì. Le concorrenti dell’ “Isola dei Famosi” vengono invitate al centro dello studio, e uno dei collaboratori del programma afferma che questa è sicuramente stata l’edizione delle “personalità”, e che farà un gioco rivolto solamente ai concorrenti uomini, nel quale essi dovranno attribuire ad ogni personalità la sua “proprietaria”. Non ho nemmeno il tempo di chiedermi a quale personalità si stiano riferendo, perché subito appare in video il primo piano di un fondoschiena (femminile, ovviamente), ossia della prima “personalità”.
Ecco qual è il gioco. Indovinare di chi è il culo, o come si dice adesso, il “lato b”. Carrellata di “lati b”, ognuno dei quali corredato di commenti e urletti – quello di Senicar vince pure, per informazione.
Io mi vergogno, e mi chiedo: cos’hanno da ridere? Perché Ventura, che è una donna, non impedisce questo scempio? Perché permettono che la tv di Stato, alle 16 e 30 di domenica pomeriggio, trasmetta questo schifo, questo insulto gratuito al genere femminile?
Non si rendono conto che davanti allo schermo oltre agli adulti, ci sono anche i bambini? Io lavoro con loro, e ti assicuro che questi messaggi arrivano, che le mie bambine nei loro giochi si dimenano come veline, e si comportano come tali, o meglio, come si suppone che le veline si comportino.

Tutto questo mi passa per la testa davanti a “Quelli che il calcio” e a qualsiasi altro programma. I miei amici mi danno della bacchettona, mi dicono che vietare queste immagini è negare la libertà, agli autori, al pubblico e alle ragazze che accettano di mostrare il proprio corpo in tv. Forse è così, ma dove sta la libertà e soprattutto la dignità e il rispetto per noi donne in televisione?

[ Chiedo scusa per lo sfogo, ma ho avuto il magone fino a quando non ho deciso di scriverti]

Grazie,
Valentina

@ Valentina

Credo che il sessismo sia anche presente nelle donne. In fondo sono figlie di questa società e di questi valori. Pur dichiarandomi femminista, personalmente non mi aspetto che tutte le donne capiscano l’importanza di questa causa, né che aiutino le altre donne.

Quindi sì, la Ventura sarà pur una donna, ma le leggi dell’auditel riguardano anche lei e i suoi programmi. Certo è che se rimani ferita o comunque nauseata di un comportamento simile da parte di un uomo, quand’è una donna a trattare altre donne come pezzi di carne, il boccone da mandar giù è ancora più amaro.

Io non mi stupisco più di trovare donne simili sulla mia strada, né di vederle in tv.
Del resto il panorama politico ormai ne è pieno (la Carfagna o la Roccella sono solo alcune).
Ormai io ho spento completamente la tv. Preferisco leggere o fare qualsiasi altra cosa.

Qualche giorno fa il mio fidanzato guardava “La Pupa e il Secchione”. Io mi sono soffermata sul programma per non più di cinque minuti, oltre mi era intollerabile.
Le pupe dovevano indovinare il nome di un personaggio molto noto guardando un’immagine (era sostanzialmente impossibile per una persona che avesse frequentato almeno la scuola dell’obbligo non riconoscere il personaggio in questione). Ovviamente non ci riuscivano mai (e secondo me alcune anche di proposito, giusto per sottolineare e alimentare lo stereotipo del “bella ma stupida”) e la questione si concludeva con un Papi stremato per i suggerimenti forniti. Poi la pupa faceva quello che le riusciva meglio: ballare, mostrando anche le mutandine.

A me queste donne fanno rabbia.

Dove sta la dignità delle donne in tv? Sono le donne che stanno in tv che non fanno nulla per la dignità delle donne. Io non credo che questo sistema sia stato inventato dai soli uomini. Credo che in fin dei conti ad alcune costi molto meno sculettare in tv in termini di fatica, che lavorare 8 ore al giorno.

Salve a tutte,
condivido le stesse considerazioni di Valentina…ieri, giornata uggiosa, faccio zapping tra i programmi della domenica pomeriggio…preciso che avevo appena terminato di vedere il film “Il riccio”, film di rara eleganza come non mi capitava di vedere da un sacco di tempo, quindi con il palato abituato a sentire una cosa buona ed a vedere una cosa bella….poi errore madornale, capito su RAI 2 e lì mi si è aperto un mondo….credo che ieri abbiano toccato l’apice del trash, Simona ventura con occhiali tipo “intellettuale” non segue minimamente i discorsi sul calcio sui quali la trovo da sempre fortemente impreparata, ma dedica un’ampissimo spazio al signor Davide Di Porto…Ora, senza offesa per questo signore, ma cosa mai ci può raccontare di così interessante da dedicargli uno spazio in tv alle 15 del pomeriggio salvo parlare in romanesco, azzeccando forse per caso un congiuntivo…poi, chicca delle chicche, sul tema isola dei famosi, si apre una voragine di bassezza….credo che il fondo si sia toccato quando è stata mandata in onda una clip con i lati A e B a confronto delle tre ragazze vamp dell’isola…da donna, ho trovato di pessimo gusto questa cosa e soprattutto ho trovato di pessimo gusto che la presentatrice abbia acconsentito a questa messa in onda….vado su canale 5 ed assisto allo spettacolo orripilante di un semi spogliarello di sgarbi, anche lì il presunto talk si rivolgeva al mostrare il corpo, a svenderlo, a quanto si è disposti pur di avere dei ritorni in termini economici a mostrarlo…devo dire che la bassezza di rai 2 è stata niente in confronto a queste scene….una che eroicamente sosteneva che qualunque ragazza, dietro lauto compenso economico, sarebbe disposta a mostrarsi nuda o lavorare in una chat line con web cam e che chi non lo ammette è solo perchè non ne ha il coraggio..in collegamento c’erano le pupe ed i secchioni….io non posso e non voglio credere che oggi ci sia questa assoluta mancanza di valori dilagante, questo pensare che in nome del denaro si sia giustificate e fare tutto perchè tutte lo farebbero…ma che Italia è diventata….perchè la donna non ha più dignità e rispetto per se stessa, amor proprio e orgoglio, perchè ci si convince che sia intelligente fingersi oche ignoranti senza principi e scrupoli…ma quando è avvenuto questo passaggio e non è stato sempre così…avvilente…ormai la donna è relegata in televisione a queste partucole da stupida oca con zero neuroni…d’altro canto mi interrogo e mi dico che forse certe donne è solo questo che vogliono,,,apparire, a qualunque costo a qualunque prezzo…annientando il cervello ed accettando solo di mostrare il corpo….forse ad alcune donne basta solo questo….

Il danno di questo “sistema” è che suggerisce che per una donna per aver successo non ci sono altre vie se non quella di spogliarsi e mostrare. Non soltanto si suggerisce e non si dice (perché dirlo sarebbe politically incorrect), ma si dice loro che questo è l’empowerment. Questa è la cosa più grave. Ed è grave che alcune madri siano perfino orgogliose delle figlie che si denudano parzialmente in tv.
Non sono un’oscurantista, e non pretendo che tutte le donne che ricoprono questi ruoli spariscano (sono dell’avviso, che come dicevo poco più su alcune sappiano benissimo ciò che fanno e che preferiscano essere carne da macello ben pagata anziché persone). Pretendo in primo luogo che queste vengano comunque rispettate (che non vuol dire necessariamente apprezzate per quello che fanno) e pretendo anche che le donne in tv possano ricoprire ruoli migliori e più importanti.
Dal mio punto di vista chi offre il proprio corpo in televisione non si distanzia di molto da chi offre il proprio corpo alla vista di qualche cliente in un night club. A mio parere è comunque una forma blanda di prostituzione. Ma personalmente io porto rispetto anche alle prostitute, che per scelta o imposizione fanno il loro lavoro. Dovrebbero comunque essere trattate come persone, cosa che non si può dire che i signori uomini facciano – compresi quelli che commentano veline, paperine, letterine etc in tv e quelli che usufruiscono delle prestazioni sessuali delle prostitute.
In altre parole, l’utilizzo del corpo femminile potrebbe essere considerato una scelta se fosse accompagnato dal rispetto e dall’empowerment (per quanto sia una scelta che troverei in ogni caso degradante). Ma non è questo il caso.

http://magazine.libero.it/eventi/generali/raffaella-carra-si-trascura-lontana-dalla-tv-e-depressa-ne11408.phtml

Impressioni a caldo dalla lettura del bellissimo libro. Mi ha colpito innanzitutto una riflessione che oggi riveste un’importanza straordinaria, nel clima odierno di rassegnazione generalizzata: il cambiamento è possibile e siamo chiamati a farcene protagoniste/i.
Trovo anche importantissimo e per niente banale aver evidenziato che il potere della TV – di una TV che è in caduta libera da 25 anni a questa parte – è stato sottovalutato. Che troppo spesso si è proclamato che bastava spegnerla, come se a spegnerla fosse automaticamente la maggior parte del Paese e non un’élite. Di TV dobbiamo quindi occuparci, se vogliamo che le cose cambino.
Terzo, ma non ultimo, mi colpisce il modo di Lorella di parlare a noi donne, in particolare. Troppo spesso succubi di un sistema che ci vuole rassegnate e manipolabili, come dimostra l’immagine televisiva della donna che ci viene proposta come “di successo”. Una donna inautentica, lontana anni luce da se stessa, tanto “caricata” quanto inespressiva, spesso “senza faccia”. Lorella Zanardo ci esorta a non aver paura di perdere il consenso, a essere noi stesse fino in fondo, a ripartire dai nostri bisogni più profondi. A partire dalla sacrosanta rivendicazione del rispetto di quelli che sono dei basilari diritti costituzionali.

http://femminileplurale.wordpress.com/2010/05/12/donne-come-noino/

ragazze, scrivete anche voi a http://www.tv.mediaset.it/canale5/form/form_1.shtml

facciamogli capire che noi a questa mercificazione NON CI STIAMO.