Navigando in rete mi imbatto in un intervista dove una pare docente universitaria, per pubblicizzare il suo libro in uscita dichiara parlando del nostro documentario: “ Gran parte – anzi, quasi tutto il tempo, se si vanno a contare i minuti – del Corpo delle donne, per fare un esempio, è dedicato a una lunga arringa censoria contro la chirurgia estetica, con motivazioni che a un certo punto sembrano dimenticarsi completamente dell’intento del documentario, per diventare una lezione sull’unico modo corretto in cui ci si può rapportare col proprio corpo”.
Dall’uscita del video gli attacchi sono stati pochi e non ce ne siamo preoccupati più di tanto: Ricci e Striscia fanno il loro mesto mestiere, alcuni contenitori di RAi 1 con la loro proposizione di donna del dolore o grechina: insomma tutto nella norma. Rari sono stati i casi, rarissimi, di donne che hanno criticato il lavoro di destrutturazione della tv che portiamo avanti, da dove è emerso il ruolo subordinato che le donne ricoprono nel programmi televisivi.
Oggi però trovo che sia venuto il momento di rifare il punto della situazione: caduto Berlusconi per alcuni il ruolo delle donne pare essersi esaurito; noi sappiamo invece che il lavoro è ancora tanto; è dunque necessario capire il contesto per muoversi agevolmente. I recenti dati del GENDER GAP, della CEDAW e altri indicatori internazionali ci raccontano di un Paese gravemente arretrato per quanto riguarda la posizione della donna nella società. Di questa arretratezza i media sono in parte responsabili proponendo …
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