Posts tagged "barcellona"

Piccoli dati di realtà, Lettera da Barcellona

Pubblichiamo con il solito piacere un nuovo articolo di Giusi Garigali in cui si parla di lavoro, idee, persone.

Piccoli dati di realtà sull’occupazione, che forse in parte ci sarebbe ma non c’è (per un brain-storming collettivo. Attendo i vostri commenti)

Non ho mai comprato volentieri dai cinesi. Ho sempre pensato che le loro merci fossero il frutto di uno sfruttamento della manodopera ai limiti dell’umano, che i materiali utilizzati (colle, inchiostri, tinture per tessuti etc.) fossero tossici e dunque pericolosi, che le procedure di montaggio dei manufatti non rispettassero le minime norme di sicurezza in vigore nei nostri mercati occidentali, che spesso si trattasse di oggetti di contrabbando entrati in Europa grazie alla protezione delle mafie, etc etc.… Eppure due giorni fa, esasperata, sono entrata in uno di questi “bazar” cinesi che ormai da anni hanno invaso le nostre città (in Italia, come in Spagna) e ne sono uscita soddisfatta e senza il minimo senso di colpa. Tuttavia, questo sì, anche molto perplessa e preoccupata rispetto al nostro futuro e a quello dei nostri figli.

Dobbiamo velocemente cambiare la nostra mentalità. Erano le 8:45 del mattino ed avevo urgente bisogno di una chiavetta USB Wireless, per la connessione wi-fi. Ho cominciato a girare come una trottola, ma nessuno dei negozi di IT gestiti da spagnoli / catalani era aperto. Qui a Barcellona i negozi aprono, normalmente, alle 10:00 del mattino e spesso sono chiusi già dal sabato pomeriggio. La domenica, guai a parlare di apertura: concetto tabù, …

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Lettera da.. Barcellona

Lettera da.. Barcellona

Cercherò di spiegarvi in maniera semplice cosa sia accaduto qui in Spagna, come sia stato possibile che un paese che sembrava aver ormai raggiunto elevati standard di modernità e prosperità economica (che di certo abbagliarono moltissimi dei nostri connazionali che qui transitavano come turisti, studenti Erasmus, nuovi espatriati) sia precipitato in pochissimo tempo sull’orlo del collasso e della disintegrazione (vi ricordo che giorno 25 di novembre si voterà di nuovo in Catalogna), con un’economia in grave crisi e con una disoccupazione che ha superato il tasso del 25% della popolazione attiva. Beh, innanzitutto bisogna dire che solo a dei cronisti superficiali (o poco interessati a leggere la realtà) poteva sfuggire una stranezza fin troppo evidente: che la crescita dell’economia spagnola era stata, cioè, troppo veloce e improvvisa.

Non bisognava di certo essere Modigliani per intuire che c’era qualcosa di sospetto, di poco chiaro e inconsistente in quella crescita così repentina e accelerata… Ma nessuno, in quegli anni, ha mai detto nulla. Nessuno si è fermato a chiedersi cosa stesse accadendo. Erano tutti troppo occupati a fare incetta di qualsiasi opportunità economica si dischiudesse davanti a loro, oppure erano pronti a vanagloriarsi di improbabili effimeri successi (Zapatero nel 2008 dichiarava: “Abbiamo superato l’Italia, uno dei grandi paesi [europei], e adesso il nostro obbiettivo è superare la Francia” (si riferiva al Pil pro-capite). Il boom economico spagnolo (che ha veramente fatto “boom”, perché di fatto è scoppiata l’economia) aveva i piedi d’argilla. Non c’erano basi solide e, infatti, tutto è svanito velocemente,

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Fecondazione e Chirurgia: Lettera da.. Barcellona (5)

Giusi Garigali da Barcellona continua i suoi reportage e ci racconta in questo articolo della fecondazione assistita e della chirurgia estetica per le quali Barcellona è meta europea. Si tratta di un post importante perché, come sempre diciamo, non c’è progresso senza aprire gli occhi sulla realtà al di là dei nostri confini.

Devo dire che una delle cose che più mi colpiscono da quando vivo qua (mi domando se in Italia sia altrettanto evidente) è la contraddizione insanabile che a mio modo di vedere esiste tra la ricerca spasmodica della maternità – a tutti i costi e a tutti i prezzi – e la negazione sistematica dei segni che lascia quest’ultima. Attenzione, non sto affatto dicendo che siano le medesime donne quelle che ricorrono a tecniche di riproduzione assistita e quelle che fanno uso della chirurgia plastica, ma certo mi sembra assai singolare che proprio in uno stesso luogo, e cioè la capitale catalana, queste due possibilità vengano portate alle loro estreme conseguenze. Sono certa, infatti, che Barcellona sia una delle città europee in cui in maniera più stridente coesistono e si fronteggiano queste due realtà e in cui, dunque, il corpo della donna viene brutalmente manipolato e calpestato, guarda caso quasi sempre da uomini (anche se con il totale, apparente, beneplacito delle donne). In questa città, infatti, pullulano gli apprendisti stregoni della fecondazione assistita e della chirurgia estetica, professionisti abilissimi che, grazie ad un marketing aggressivo, riescono a creare sempre nuovi “desideri” nelle donne. Qui, tecniche mediche e …

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La TV spagnola: lettera da.. Barcellona (4)

La TV spagnola: lettera da.. Barcellona (4)

Ben ritrovate/i tutte/i Questa volta mi piacerebbe raccontarvi qualcosa sul servizio radiotelevisivo pubblico e privato qui in Spagna e sulla rappresentazione della donna nei media spagnoli. Penso possa essere utile per stabilire un confronto con l’Italia e per capire se qui la situazione è un po’ migliore che da noi. Si deve innanzitutto premettere che in Spagna non esiste quella volgare sovraesposizione del corpo femminile, cui cominciò ad abituarci Mediaset negli anni ’80 – propugnando la falsa idea di voler spronare la società italiana ad uscire, con ironia, da una situazione di presunto “puritanesimo” – e a cui la Rai si adeguò presto, peggiorando inesorabilmente la qualità della propria produzione / programmazione. A differenza che in Italia qui in Spagna, e anche in Catalogna, il servizio pubblico ha continuato a svolgere decorosamente il proprio compito, indipendentemente dalla tipologia dell’offerta delle televisioni commerciali (che comunque non sono mai arrivate a mostrare l’indegno mercato della carne nostrano), mantenendo un palinsesto che mi sento di definire più che dignitoso. Tanto per intenderci: nessun canale pubblico televisivo, spagnolo o catalano, trasmetterebbe mai un “reality” demenziale come “L’Isola dei Famosi”, cosa che, invece, come ben sappiamo, ha purtroppo fatto reiteratamente Rai2. Inoltre, tanto la televisione spagnola come quella catalana, per quanto non esenti del tutto da controllo politico, provano a dimostrare sempre un certo equilibrio nella scelta e nella presentazione delle notizie, cosa impensabile da noi in Italia (e non mi riferisco solo al Tg1 di Minzolini, dato che a mio parere tutte e tre …

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Lettera da Barcellona (3)

Nuova corrispondenza catalana da Giusi Garigali.

Ciao a tutte / i Sono davvero tante le cose di cui mi piacerebbe dialogare con voi, da qui, scambiandoci idee ed impressioni. Non sempre riesco a commentare i post delle altre ragazze, ma ci tengo a precisare che le seguo sempre con vivo interesse e che alcune delle loro riflessioni, infatti, mi hanno suggerito il testo che segue.

A partire da piccoli esempi tratti dalla vita quotidiana vi vorrei spronare a riflettere sulla moltitudine di luoghi comuni che AFFLIGGONO le nostre esistenze (curioso che proprio in questi giorni Lorella pubblichi il post “Quel che pensate non è vero”, ennesima dimostrazione delle capacità di mutazione e adattamento del pregiudizio) – a volte creati exnovo, a volte preesistenti e rinforzati ad-hoc dai media – così difficili da individuare, destrutturare e smantellare perché pervicaci e soprattutto spesso assimilati alla nostra quotidianità. Quegli stereotipi che mal sopportiamo e che ci ingabbiano in ruoli che non ci appartengono, anche e sopratutto a livello di “macrocategorie”: gli italiani sono…, gli inglesi sono…, le donne italiane sono…, tutte le donne sono… etc. etc. Vi invito a leggere il contenuto della lettera e ad intervenire, raccontando la vostra esperienza.

Partirò dalle parole di Marina che, nel suo secondo post, ci racconta le difficoltà di accesso al mondo del lavoro per le giovani donne a Sidney (non accade solo in Italia, dunque). Con la sua cronaca Marina incrina, a mio modo di vedere, un consolidato luogo comune diffuso in tutto il

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Lettera da.. Barcellona (2)

Lettera da.. Barcellona (2)

Pubblichiamo con piacere la seconda corrispondenza che ci invia Giusi Garigali dalla Catalunya. La prima lettera è stata seguitissima e commentatissima, innescando un interessante dibattito. Incontreremo Giusi domani a Barcellona per la poiezione del nostro documentario.

Carissimo “Il corpo delle Donne”, carissime tutte / i,

A seguito di una conversazione con Lorella Zanardo mi sono persuasa che, in questo secondo Post, dovevo necessariamente tornare su alcuni concetti esposti nel primo, in quanto ho capito che c’era bisogno di un urgentissimo chiarimento su alcune delle mie affermazioni, che non erano state comprese a sufficienza da tutti i lettori / lettrici di questo Blog e, forse, occasionalmente fraintese. Magari perché non mi ero spiegata bene, o forse perché non avevo articolato il mio ragionamento in maniera esustiva. Spero di riuscire adesso a completare il mio pensiero, colmando questa lacuna e dissipando dubbi o “misunderstandings”. Voglio quindi dire subito, con assoluta franchezza, che in NESSUN MODO ho mai pensato di scoraggiare nessuna / o di voi dal fare un’esperienza di vita / studio / lavoro all’estero. ANZI! Quello che mi sono permessa di dire, nel mio primo intervento, era qualcosa di molto diverso, che nelle mie intenzioni doveva servire a “riequilibrare” certi eccessi di una pubblicistica / documentaristica di moda (vedi per es. la puntata di Riccardo Iacona su Precariato e Bcn, Presa Diretta Rai·3) che sul tema dell’emigrazione continua a NON fare informazione, bensì propaganda, “glorificando” e banalizzando la vita dell’emigrante italiano all’estero, esule “politico” incompreso in Patria. E voleva anche servire

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Lettera da... Barcellona

Lettera da… Barcellona

Dopo Parigi, Berlino, Sydney, è con vero piacere che ospitiamo la lettera di Giusi Garigali da Barcellona, che ci propone la figura di donna italiana migrante fuori dagli stereotipi. In archivio nella sidebar a destra trovate le puntate precedenti. Grazie Giusi!

Mi sono immediatamente messa all’opera quando Lorella mi ha proposto di raccontare la mia esperienza di migrante italiana a Barcellona. Vivo qua da oltre 11 anni e questa mi è subito parsa una opportunità unica per parlare ai tanti giovani che seguono il Blog, proponendo loro un punto di vista differente sull’emigrazione, una voce fuori dal coro, meno entusiasta ma da tenere presente riflettendo sul tema. La mia idea, infatti, è che è arrivato il momento di dare avvio ad un brain storming collettivo su questo tema, fuori dai luoghi comuni ed approfittando delle grandi opportunità che ci offre la rete.

Come avrete intuito le cose che vi dirò non sono ascrivibili al filone “pro-emigrazione” che si è ultimamente consolidato nella pubblicistica e documentaristica italiana grazie ad alcuni “professionisti dell’emigrazione”, spesso sponsorizzati da grandi gruppi editoriali (pensiamo solo a Repubblica). L’idea che mi sono fatta è che alimentando (senza grande scientificità) paure e speranze nei giovani (e meno giovani) italiani e suggerendo sottilmente la via dell’emigrazione come l’unica praticabile “per sfuggire al disastro” – ma senza parlare dei reali costi umani dell’emigrazione – si porti avanti (più o meno consapevolmente) una “vulgata” politica che tende ad attribuire a SB tutte le “colpe” della tragedia nostrana e ad assolvere, en

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