Noi Siamo dalla Parte delle Ragazzine

NOI SIAMO dalla PARTE delle RAGAZZINE. Senza “se” e senza “ma”. Ragazze: qui siamo con voi. INCONDIZIONATAMENTE. Nessun giudizio. Nessuna accusa. Nessun sopracciglio alzato sui casi delle ragazzine di cui gli adulti disquisiscono in giorni. Siamo adulte/i e decidiamo di ESSERE dalla VOSTRA PARTE. NON SENTITEVI SOLE. NON SENTITEVI ABBANDONATE. ci sono migliaia di DONNE, e pare strano dirlo di uomini, che STANNO DALLA VOSTRA PARTE. I giornali e i tg raccontano solo di una parte della società, sono fatti per vendere. E per vendere feriscono le persone, e talvolta fanno molto male. NESSUN GIUDIZIO sulle vostre azioni. Sappiamo qui molto bene che è tempo di ASCOLTARVI . Con i tempi che vorrete e le modalità che vorrete. iN ASSENZA DI GIUDIZIO e con DISPONIBILITA’ TOTALE. 🙂

Continua a leggere...
Il Seno Malato

Il Seno Malato

 Chiara Baldin, la nostra giovane corrispondente da Lisbona, raccoglie  con grande comprensione una testimonianza di malattia. Che potrebbe accadere qui o altrove. La morte è rimossa dalla nostra società. Credo che sia dovuto in parte a cio’ che Catherine Mayer definisce amortalità, dove la “a” è privativa. Generazioni che rimuovono la morte dal proprio percorso. Grazie Chiara. Il tuo post è la prova del  filo che lega le donne di diverse generazioni. “Il cancro è il nemico numero uno delle malattie: meno si nomina e più si pensa di evitarlo.E il motivo di tanta paura è che, legata alla parola cancro, c’è la parola morte. E nel nostro sistema, nella nostra civiltà, non si muore.Morte è sconfitta.

Morte è vergogna e perdita di dignità.

Abbiamo paura di morire ma guai a dirlo. Lo fai solo se stai lì lì per. Altrimenti, meglio evitare: non si sa mai che porti sfiga. E poi, la morte? Il cancro? Capita agli altri. A me no.

Ma è vero, di cancro si muore.

Una diagnosi di cancro abbraccia sempre una riflessione sulla fragilità della vita, sulla sua imprevedibilità e sorpresa. Alcune diagnosi più di altre. Per esempio, la mia. Tuttavia grazie ai miei figli e nipotini, sono stata richiamata alla vita. E la percepisco ogni volta in cui sono sveglia e lucida.

Sono consapevole che ho dentro di me un “caso terminale”. Che non c’è cura che lo abbatterà. Che morirò prima di quando avrei voluto morire.

Tuttavia non mi spaventa morire. Mi

Continua a leggere...
La Cancelliera Tedesca e Noi Italiane Impaurite

La Cancelliera Tedesca e Noi Italiane Impaurite

Quando Angela Merkel diventò Cancelliere, in tedesco der Kanzler, fu per i tedeschi una novità, infatti fino a quel momento in Germania non si erano avute cancelliere donne, e nemmeno di conseguenza esisteva un termine per definirle. Detto fatto: la nuova arrivata coniò dunque un neologismo Kanzlerin ( in tedesco il suffisso “in” identifica il femminile). La lingua si evolve: diciamo maestra e  infermiera, e sicuramente ci stupiremmo se nostro figlio ci raccontasse che il suo maestro ha spiegato qualcosa in classe e scoprissimo poi che il maestro è una donna. Anni fa presenziavo ad un convegno all’Università Bocconi. La conduttrice ( e non conduttore) chiamò sul palco” il presidente di Confindustria, il Segretario della Cgil e il Ministro delle Pari Opportunità”. Salirono Emma Marcegaglia, Susanna Camusso e Mara Carfagna. Se ci fosse stato presente un non vedente si sarebbe stupito nell’ascoltare delle voci  femminili, visto che erano stati introdotti come fossero uomini. La lingua si evolve: un oggetto nuovo ci conduce a creare un nuovo termine, in altro modo utilizzeremmo pochi vocaboli come accadeva millenni fa quando la lingua utizzava molti meno termini. Anche i cambiamenti sociali influiscono sui mutamenti della lingua: e infatti l’emancipazione delle donne ha condotto a coniare il femminile di alcuni termini che definiscono le professioni: se non sto bene dirò “vado dalla dottoressa” e non dirò “dal dottore” se si tratta di una donna. Su questo siamo tutte e tutti d’accordo. Non si capisce dunque la resistenza, i frizzi …

Continua a leggere...
9 Milioni di Vecchie Inutili

9 Milioni di Vecchie Inutili

 

Marina Abramovich, la 67enne artista performer, utilizza il suo corpo come strumento di innalzamento del livello di consapevolezza. Acclamata e riconosciuta, ha tra i suoi maggiori sostenitori/trici giovanissime/i da tutto il mondo. Il suo lavoro contribuisce  in modo determinante a liberare il corpo dalle immagini stereotipate che lo ingabbiano e gli impediscono di esprimersi.

Indra Krishnamurthy Nooyi è l’Amministratrice Delegata di Pepsi Co. Indiana laureata in fisica, diventa presidente Pepsi nel 2001. Secondo Business Week  da quando la  58enne Nooyi è direttora finanziaria, gli introiti della società sono aumentati del 72%.

Questa è Arianna Huffington. Greca, trapiantata negli USA, la 63enne imprenditrice all’età di 55 anni fonda un giornale online e con supremo e legittimo desiderio di affermazione, lo chiama “Huffington Post” che sarebbe poi il “giornale della signora Huffington”. Il suo magazine online diventa in breve il news aggregator più letto degli Stati Uniti, la signora si arricchisce e un paio di anni fa vende il marchio a caro prezzo anche al gruppo Espresso Repubblica.

 

 

 

 

 

Vandana Shiva  è una  61enne attivista e ambientalista indiana. Continua a leggere...

Se Vuoi Trasferirti in Australia

Se Vuoi Trasferirti in Australia

Dalla nostra corrispondente Marina Freri uno sguardo, e un’intervista, sulla vita dei giovani australiani alle prese con studio, lavoro e progetti per il futuro:

Mi prendo una pausa da una settimana di cronaca locale dominata da incendi di portata gigantesca, che hanno distrutto oltre 200 case e che, al picco massimo, si sono estesi su un perimetro di 1600 chilometri in New South Wales, lo stato dove vivo. I bushfires, come li chiamano qui, sono una costante delle estati torride ma quest’anno sono arrivati in anticipo, in piena primavera.

Ne parlavamo in casa in queste sere, mentre il cielo era arancione e il fumo di un incendio, divampato a settanta chilometri da Sydney, si faceva strada anche nel nostro quartiere di palazzine e case col giardino, con una scuola elementare e un paio di negozi detti “convenience store” (i nostri alimentari) che vendono pane, latte e uova al carato – ci ho lasciato 15 dollari per un pane a fette, una busta di prosciutto cotto e un litro di latte.

Tornando agli incendi, certe cose qui, se ci sei nato, sono normali e le avverti – prezzi dei convenience stores a parte, a quelli non ci si abitua neanche col passaporto australiano.

Una collega della mia coinquilina Federica a mezzogiorno del 16 ottobre, ancora prima che ne parlassero i giornali, era uscita sul marciapiede del bar dove lavora e, guardando in su, aveva profeticamente annunciato: “Bushfires…”

Io ne ero rimasta affascinata e pensavo già di chiederle indicazioni sul mio …

Continua a leggere...
Neomamme e Mass Media

Neomamme e Mass Media

 

Ricevo questa lettera da Sara, una nostra formatrice del corso Nuovi Occhi per i Media. Leggo e condivido ciò che generosamente ci racconta. Io donna adulta con figli adolescenti, “primipara attempata”come scrissero sulla mia cartella clinica  confermo l’esigenza  importanitssima, di “prenderci tempo” prima durate e dopo la gravidanza. E di accettare i cambiamenti del nsotro corpo. Le nostre belle pance e i nostri chili in più, che hanno un significato.

Mi chiamo Sara, ho 31 anni e sono mamma da 18 mesi della piccola Flora e solo da poco tempo posso dire di avere raggiunto quell’equilibrio psico-fisico che mi permette di decentrarmi dalla bambina e di dedicarmi a me stessa, ai lavori (tanti e precari) che svolgo e ai miei interessi.

Per quanto una donna possa frequentare corsi pre-parto e ascoltare i consigli di quelle chi ci sono già passate, l’esperienza del puerperio è unica e inimmaginabile finché non ci si ritrova lì in prima persona.

Ciò che ho maturato in questi mesi, è che come donne neo-mamme dobbiamo imparare a prendere consapevolezza delle nostre risorse (pensate un po’ diamo la vita e la nutriamo!) ma anche dei limiti del nostro corpo in quei primi mesi dopo il parto. Limiti che risiedono nel dolore fisico causato da eventuali contrazioni uterine ed emorragie post-partum, dalle perdite di sangue per 40 giorni, dal bruciore per eventuali punti e lacerazioni vaginali, dalla sutura di un eventuale parto cesareo e, nel caso di allattamento al seno, dagli ingorghi mammari, dalla mastite, dalle ragadi, …

Continua a leggere...

La Scomparsa della Vergogna

 

Ci sono luoghi, qui nel nord del Paese, per accedere ai quali, devi “conoscere qualcuno”. Lo sappiamo tutte/i, ma fingiamo che questa pratica non assomigli tragicamente al sistema clientelare di un Sud verso il quale arricciamo il naso, quasi a dire “Noi, siamo diversi”. Garantisco che in effetti non era così anni fa. O almeno non era così evidente e così accettato. Posso provare che  non era pratica diffusa. Oggi è divenuto normale,qui al Nord, ascoltare frasi di questo tipo: “La scuola a cui voglio iscrivere mia figlia è eccellente ma molto selettiva . Mia figlia è brava, ma non basta: i posti sono pochi. Mio marito però conosce ( e qui fa un nome) e dunque abbiamo ottime possibilità di fare entrare Giulia. ” Dicevo che anni fa queste affermazioni erano rarissime. Ma l’elemento nuovo che emerge da queste dichiarazioni è l’assenza totale della vergogna. La frase suddetta  infatti non solo viene  pronunciata ma nessun elemento che comunichi imbarazzo la accompagna. Può anche dasi che anni fa questi comportamenti talvolta si manifestassero, anche se in numero decisamente inferiore rispetto ad oggi, ma venivano taciuti perchè ci si rendeva conto  cioè si conservava ancora la consapevolezza che non fossero giusti, e che chi le pronunciava  stava godendo di un privilegio immeritato, eticamente inaccettabile. La signora suddetta racconta del suo privilegio dunque non solo senza vergogna bensì  consapevole e soddisfatta del favore  di cui gode immeritatamente. Anna ha poco più di trentanni e già possiede una …

Continua a leggere...