Sguardi

Donne in attesa di un mondo nuovo

Da fine aprile è in libreria il numero 103 di Lettera Internazionale, rivista trimestrale europea. In questo numero vi segnaliamo il dossier Poetere e differenze, con gli articoli Donne in attesa di un mondo nuovo, Religione femminismo e politica, Rappresentare la differenza. Sul sito della rivista potete consultare altri testi on line.…

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Uomini che giocano col fuoco

Riceviamo e pubblichiamo questa iniziativa teatrale, Uomini che giocano col fuoco.

E’ uno spettacolo/confronto a tema, originato dallo squilibrio artificiale di una sala piena di sole donne, a cui si deve rapportare dal palco il personaggio maschile. Personagio che da solo, “a disposizione” di ogni curiosità e domanda del pubblico femminile, che viene moderato da una giornalista, dovrà rendere conto di un intero genere e dei luoghi comuni che lo riguardano.  Gli ospiti sul palco saranno di varia provenienza: dall’editoria alla cucina, dal giornalismo alla televisione.…

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Natasha Walter: Living Dolls

Natasha Walter è una giornalista inglese, una delle principali voci del femminismo britannico degli ultimi dieci anni, a detta del Guardian. Autrice nel 1998 di “The New Feminism”, dopo anni di attività giornalistica, in cui si è occupata di temi che vanno dalla prostituzione alla pornografia, dalla parità salariale al congedo parentale, ha pubblicato ora un libro intitolato “Living Dolls. The return of sexism” (Virago Press, 2010).

Rispetto al primo libro, nel quale Walter aveva ottimisticamente previsto che il cammino verso una più completa parità fosse ormai una strada in discesa, che si fosse entrati in un circolo virtuoso nel quale le donne non dovevano più preoccuparsi della cultura sessista, ma semplicemente continuare la battaglia politica per una parità vista come ormai a portata di mano, il nuovo libro parte dalla constatazione da parte dell’autrice di aver fatto, dodici anni fa, una valutazione sbagliata. Dice Walter, in un’intervista al Guardian: “Il sottotitolo del libro è “Il ritorno del sessismo”, e mentre non ritengo che il sessismo sia mai scomparso, bisogna ammettere che oggi è più forte che in passato.” All’origine dell’idea del libro, racconta l’autrice, c’è la mail di una ragazza di 17 anni, in risposta a un suo breve articolo sulle riviste per uomini, un articolo al quale le risposte erano state sorprendentemente più numerose del previsto. La ragazza le aveva scritto che aveva ormai cominciato a credere di dover accettare in silenzio che i suoi amici guardassero un film porno facendo commenti sulle attrici davanti …

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Ipazia di Alessandria

Ipazia venne uccisa, scarnificata con conchiglie appuntite e bruciata perché era scienziata ma, ancor più, perché nonostante donna, era libera di parola e pensiero.

Esce su di lei il film Agora di Alejandro Amenabar, ora anche da noi, in ritardo rispetto agli altri paesi europei perché si temeva, quasi 2000 anni dopo, di scontentare il Vaticano. Molti congressi, tutti che rivalutano Ipazia da un punto di vista storico. Io invece penso che oggi Ipazia sarebbe scarnificata come allora. Troppa paura del pensiero delle donne. Troppa paura della libertà delle donne.

Goliarda Sapienza è stata una nuova Ipazia e l’hanno fatta morire.

I film di Carl Theodor Dryer sono pieni di Ipazie.

Il mondo pullula di Ipazie che non vengono riconosciute. Meglio scarnificarle.

E poi ricordarle in un bel convegno pieno di intellettuali. Maschi.

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Homo videns

Le immagini costituiscono un linguaggio ben preciso, autonomo, potente. Un linguaggio, oggi dominante, che si declina in diverse lingue: fotografia, cinema, televisione, computer grafica, solo per citare le più diffuse aree di comunicazione di questo idioma. Ma le immagini hanno notevolmente aumentato la loro componente mistificatoria, da quando la loro produzione e riproduzione elettronica si è potenziata a dismisura. Data la loro enorme diffusione e lo spazio che hanno sottratto ad altre forme di comunicazione, diventa decisivo per la nostra società comprendere la natura del rapporto da intrattenere con le immagini di derivazione elettronica.

In questo libro del 1997, Giovanni Sartori, politologo attento ai mess media, affronta l’importantissima questione dell’immagine televisiva come veicolo di diffusione del sapere, mezzo di affermazione della moderna democrazia, strumento educativo delle nuove generazioni. Questi tre fondamentali compiti della comunicazione televisiva sono ad oggi fallimentari (e l’oggi è, ancor di più, anche quello del 2010), per come la TV si è definita: senza una approccio diverso, che non si basi solamente sulla ricerca dell’ascolto e che possa “spiegare” davvero ciò viene mostrato, la TV rischia di distruggere la capacità di pensiero attivo di chi la guarda molto e senza alternative, e di annullare le conquiste democratiche degli ultimi decenni.

Particolarmente interessante la riflessione di Sartori su come la TV generalista sarebbe migliore, e più democratica, se non fosse gratuita. Pagandola ne avremmo tutti noi il controllo, in quanto saremmo i veri clienti: nell’attuale sistema i clienti (e padroni) sono gli inserzionisti ubblicitari, che non sempre …

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Cattiva Maestra Televisione

Una patente per fare TV” è il titolo del breve saggio del filosofo Karl R. Popper dedicato alle soluzioni possibili per risolvere il problema, planetario, del degrado televisivo. Il grande pensatore di origine austriaca, teorizzatore della società aperta, vi dedicò gli ultimi mesi della propria vita, ormai già molto debilitato nella salute. Era il 1993 e lo scritto venne pubblicato nel 1994 in Italia all’interno di un libro (Cattiva Maestra Televisione, a cura di Giancarlo Bosetti) che raccoglieva contributi disparati sull’argomento, compreso uno di Giovanni Paolo II.

Lo si trova ancora senza difficoltà nelle librerie ed è un punto di partenza fondamentale per comprendere come il problema della educazione/diseducazione operata dalla televisione, sia sì grave ma anche assai semplice da risolvere.

Significativo è questo passaggio: ”Non c’è nulla nella democrazia che giustifichi la tesi di quel capo della TV, secondo il quale il fatto di offrire trasmissioni a livelli sempre peggiori dal punto di vista educativo corrispondeva ai principi della democrazia ‘perché la gente lo vuole’. Al contrario, la democrazia ha sempre inteso far crescere il livello dell’educazione; è, questa, una sua vecchia, tradizionale aspirazione”.

Un libro da leggere per poter affrontare coscientemente i luoghi comuni dei difensori della tv-spazzatura.…

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Poiché sono una donna

Poiché sono donna, nessuno, più di me,

conosce il silenzio del tempo che muta,

le parole del conforto, il dolore dell’abbandono.

So della caducità della vita e dell’illusione dell’apparenza,

ma intuisco più di altri l’eternita’

di un gesto compiuto nella bellezza.

Poiché sono donna,

porto su di me il peso dei reietti,

e di tutti coloro che in ogni epoca furono emarginati.

Sul mio viso si scorgono ancora

le sofferenze delle donne che mi hanno preceduto.

Nel mio grembo, la pienezza di tutte coloro che hanno procreato.

Poiché sono donna, so cos’è il dono.

E ho imparato, nel tempo, a vivere nella sua dimensione.

Raramente sono stata ascoltata, più spesso osservata

con brama, con sospetto, con disprezzo,

con risoluta indifferenza.

La mia voce dice di voci mai considerate.

La mia penna di menti che, per loro natura e per la propria diversità,

non sono state comprese.

Poiché sono donna sogno,

e sognando sperimento l’esistere di differenti nature.

Nella mia complessità nutro in silenzio

il seme del caos da cui proveniamo

e che non potrò mai, poiché sono una donna,

fingere di non aver avvertito.

Giorgia Vezzoli

http://vitadastreghe.blogspot.com

SGUARDI accoglie poesie, fotografie, pensieri, film, teatro che ci e vi piacciono, su cui state lavorando, che state creando. E che possono ampliare la nostra visione di mondo.

progetto@ilcorpodelledonne.net

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