Mass media e pubblicità
Bocca di Rosa

Bocca di Rosa

Le amiche di Un Altro Genere di Comunicazione mi hanno aiutata a comporre questo post cercando le campagne pubblicitarie  che utilizzano la nostra bocca come immagine  indispensabile, parrebbe, per vendere. Qui nella foto ne vedete solo una piccola parte: come sapete la  bocca è forse la nostra parte del corpo più abusata in pubblicità: perchè? Senza giri di parole queste immagini richiamano la pratica della fellatio, sui cui credo che nessuna/o abbia nulla da dire senonché qualsiasi pratica erotica, quando è abusata perde di attrazione, ne viene svilita. Una fellatio può essere un gesto di grande eros. Ma eros è relazione, e in queste immagini di relazione non ce n’è. Come spesso accade nella pubblicità nazionale, si usano simboli sessuali femminili per vendere prodotti che però non presentano alcun legame con la parte del corpo femminile che mostrano. Se devo vendere un costume da bagno, la scelta di mostrare una donna in costume è logica. Ma questo legame si perde in molti prodotti qui mostrati. E poi: gli uomini non mangiano gelati? yogurt? Mai? E siamo certi che non si possano collegare qs prodotti a immagini che rimandino al sapore, alla cremosità ecc ecc? Consideriamo ognuna di queste pubblicità singolarmente. Solo alcune sono volgari e inaccettabili. Le altre però offendono ugualmente perchè producono “l’effetto accumulo“: non  è grave se,  per pubblicizzare un gelato, viene utilizzata l’immagine   di una bocca femminile, ma l’umiliazione che viene provocata  in chi guarda, nell’utilizzare SEMPRE e SOLO bocche femminili per pubblicizzare qualsiasi …

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Ma questa è l’Italia (non la è la Norvegia): il caso Yamamay

Ma questa è l’Italia (non la è la Norvegia): il caso Yamamay

Qualche giorno fa la nota azienda di lingerie YAMAMAY è uscita con qs campagna pubblicitaria

Annamaria Testa l’ha così commentata

Io ho scritto questo post

Le amiche di Un altro genere di Comunicazione hanno così criticato

Sono d’accordo con l’analisi di Annamaria Testa, il cui blog è di grande utilità per noi tutte.

Ma come attiviste, e qui mi rivolgo in particolare alle amiche di UAGDC ritengo che il nostro principale obbiettivo sia, oltre a quello di analizzare,   di INNALZARE IL LIVELLO di CONSAPEVOLEZZA sul tema degli stereotipi di genere e, in questo caso, sul tema della VIOLENZA DI GENERE. Come scrivo nel mio post, avendo lavorato anni in azienda, so bene che anche le campagne pubblicitarie più etiche hanno come obbiettivo il mantenimento o l’aumento del profitto. Anche campagne come DOVE. Da anni ci battiamo perché le aziende, pur perseguendo il profitto, non ci offendano e ci umilino, come qui:

O qui:

O qui:

E potrei, come sappiamo continuare, purtroppo, con altre centinaia di esempi.

Credo molto al potere educativo. E quindi in questi anni non ci siamo mai stancate di denunciare le campagne pubblicitarie sessiste e al contempo, educare ragazze e ragazzi al corretto utilizzo dei media. Che significa anche comprendere se e come una pubblicità ti offende .

Questo è il PAESE dove i femminicidi avvengono ormai giornalmente, talvolta piu volte al giorno. Ed è al contempo il Paese dove chi avrebbe il dovere di governare bene, NULLA o quasi sta facendo per combattere la violenza …

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Fermiamo la pubblicità sessista: firmato Art Directors Club Italiano

Fermiamo la pubblicità sessista: firmato Art Directors Club Italiano

Di seguito riportiamo il post pubblicato sul blog dell’ADCI per l’abolizione del sessismo in pubblicità. Condividiamo con Massimo Guastini che è tra i principali promotori, sottoscriviamo e diffondiamo:

Quest’anno, in occasione della manifestazione “Giovani leoni” organizzata da Sipra, il brief per la sezione stampa ha invitato i giovani concorrenti a immaginare una campagna a favore della petizione online contro la pubblicità sessista.

La petizione sarà online dal 13 maggio 2013. Oltre che firmarla vi invito a condividerla. La troverete QUI, in home page nel sito Adci e nella home page di changes.org

E questo è il lavoro che abbiamo scelto per sostenere la petizione. L’idea è di Lara Rodriguez e Giorgio Fresi (Tbwa).

campagna contro la pubblicità sessista in Italia, promossa dall’Art Directors Club Italiano

Per regolamento non è possibile iscrivere campagne multi soggetto ai Giovani Leoni, e l’unico soggetto iscritto al concorso da Lara e Giorgio non era nella forma attuale. Ma ha comunque colpito l’attenzione mia e della giuria presieduta da Annamaria Testa. Li abbiamo quindi contattati affinché tirassero fuori con più calma (rispetto alle sole 24 ore concesse dal concorso) tutto il potenziale della loro idea.

A quante figure carismatiche, possibili premier, premi nobel, imprenditrici, artisti, stiamo rinunciando, tarpando loro le ali, senza esserne consapevoli? Siamo certi che sia conveniente, per un paese a terra, accontentarsi di un solo motore quando per decollare ce ne servirebbero due?

Sono ormai vent’anni che le nostre università laureano più donne che uomini. E il 66% delle votazioni superiori a …

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Predicare bene e razzolare male

Predicare bene e razzolare male

Ecco qui un caso emblematico di cosa significhi oggi predicare bene, tanto non costa nulla, e contemporaneamente non mettere in pratica nulla di ciò che si afferma: agire coerentemente prevede impegno e fatica. In questi giorni è (ri)diventato di moda parlare di femminicidio. Questa volta speriamo sia la volta buona. Anche nel recente passato, ricordate la campagna Mai più Complici?, c’era stato molto rumore per nulla. Speriamo che questa sia la volta buona.

La Presidente della Camera Boldrini in una sua dichiarazione giustamente collega l’uso sfrenato del corpo, spoglIato passivo e umiliato in tv e nelle pubblicità, all’oggettivizzazione delle donne. Quotidiani e canali tv riprendono la notizia, la amplificano e aderiscono con entusiasmo, anche alla raccolta firme per fermare il femminicidio. Fin qui tutto bene. La dichiarazione di Laura Boldrini viene data in homepage su uno dei maggiori quotidiani, attribuendole dunque importanza. Ecco l’immagine che le viene affiancata, nella mefitica barra a destra. Per chi legge è irrilevante conoscere il codice implicito di lettura sotteso e che implica che nella parte centrale della homepage appaiano le notizie rilevanti , mentre nelle sidebar vengono proposte notizie di cronaca e costume. I due messaggi antitetici finiscono per divenire un ossimoro quasi che la dichiarazione di Boldrini, se affiancata all’immagine triviale del’ennesima parte di corpo femminile, stesse a ribadire che il solo corpo possibile è appunto quello spogliato. Non è questa la pratica di un solo quotidiano italiano, Corriere, Repubblica e La Stampa ne fanno grande uso. E se non fosse che …

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L'Eterno Ritorno dell'Uguale

L’Eterno Ritorno dell’Uguale

Qualche settimana fa Rai 2 aveva chiuso il suo programma del dopo pranzo, “Pomeriggio sul 2”, per mancanza di ascolti (quelli certificati Auditel…). Dopo molto ragionare il secondo canale pubblico ha iniziato la messa in onda di una nuova trasmissione in sostituzione di quella sfiduciata dal pubblico (ripeto, quello che compone il campione Auditel, già per sua natura molto propenso a guardare la Tv generalista). Il vecchio programma abbondava di discussioni inconcludenti su forma fisica, seduzione, delitti raccapriccianti analizzati nei dettagli più macabri, stranezze e solitudini varie, tutte cose ben stemperate (o accentuate?) dalla chiacchiera senza fine di ospiti provenienti al 90% dall’acquario televisivo e da un buonismo fine a se stesso. Il nuovo programma, titolo “Detto, Fatto!”, abbandona una parte di questa preziosa eredità e si concentra sulla forma fisica e le abilità manuali: si cucina in studio (mai visto vero?), si fa bricolage realizzando lampade o festoni per le feste (altra ideona), soprattutto si truccano alla moda gentili ospiti, si mostrano esercizi di auto-lifting (sì avete letto bene, ma manca il bisturi…), si rifà la piega a chi non si trova con il proprio parrucchiere e cose del genere. Ma il pezzo forte è la trasformazione di una ospite che, iscritta da un parente o un’amica, arriva in studio senza corrispondere all’ideale di bellezza, gusto e femminilità che va per la maggiore (ne sono certi gli autori), trasandata e con le scarpe da ginnastica, per essere trasformata appunto da un team di professionisti ed esperti in una seducente …

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Dov'è la Mammifera?

Dov’è la Mammifera?

Umani, mammifere e Tv di Il_Corpo_delle_Donne

Dov’è dov’è la mammifera? Dov’è l’esemplare sopraffino?”

Inzia così  Avanti un Altro! un programma di successo condotto da Paolo Bonolis che è andato in onda fino a poco tempo fa dalle h 18,50 alle h 20, tutti i giorni su Canale 5 Mediaset.  E’ una trasmissione per famiglie, intendendo che davanti allo schermo in quella fascia oraria ci sono parecchi bambini/e ragazzi/e oltre che adulti. Bonolis è un presentatore che piace a madri e padri: ha condotto infatti per molto tempo Chi ha incastrato Peter Pan? un programma che presentava bambini coinvolti in gare canore, di danza e quant’altro, che ha avuto grande successo. Nel video qui sopra notiamo in particolare:

-la presenza di una valletta “Bonas” (fine metafora) che ripropone lo stereotipo di bella e scema. Ricordiamo a chi legge ciò che ripetiamo nelle scuole: non stiamo dicendo che la ragazza sia effettivamente scema ma che viene mostrata COME SE fosse scema. Vestita di poco o niente nonostante le forme generose, la Bonas viene caricaturizzata anche attraverso la correzione della voce: la ragazza si esprime infatti a monosillabi e con gridolini infantili che paiono ulteriormente infantilizzati con strumenti tecnici.

-il simpatico presentatore formato famiglia invita  la sua partner ad entrare in scena apostrofandola con un bel “mammifera”. Certo mi direte che non è come darle della scrofa in diretta. Ma sempre di animale si tratta.

Disponibile e piaciona, la Bonas ricorda da vicino le protagoniste della Pupa

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Ascoltare i Cambiamenti: Sanremo 2013

Ascoltare i Cambiamenti: Sanremo 2013

Qui trovate ciò che ho detto stamane, domenica 17 febbraio, a RAIUNO sul tema Festival. Ci fanno piacere i vostri commenti.

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