Le amiche di Un Altro Genere di Comunicazione mi hanno aiutata a comporre questo post cercando le campagne pubblicitarie che utilizzano la nostra bocca come immagine indispensabile, parrebbe, per vendere.
Qui nella foto ne vedete solo una piccola parte: come sapete la bocca è forse la nostra parte del corpo più abusata in pubblicità: perchè?
Senza giri di parole queste immagini richiamano la pratica della fellatio, sui cui credo che nessuna/o abbia nulla da dire senonché qualsiasi pratica erotica, quando è abusata perde di attrazione, ne viene svilita.
Una fellatio può essere un gesto di grande eros. Ma eros è relazione, e in queste immagini di relazione non ce n’è.
Come spesso accade nella pubblicità nazionale, si usano simboli sessuali femminili per vendere prodotti che però non presentano alcun legame con la parte del corpo femminile che mostrano.
Se devo vendere un costume da bagno, la scelta di mostrare una donna in costume è logica. Ma questo legame si perde in molti prodotti qui mostrati. E poi: gli uomini non mangiano gelati? yogurt? Mai? E siamo certi che non si possano collegare qs prodotti a immagini che rimandino al sapore, alla cremosità ecc ecc?
Consideriamo ognuna di queste pubblicità singolarmente. Solo alcune sono volgari e inaccettabili. Le altre però offendono ugualmente perchè producono “l’effetto accumulo“: non è grave se, per pubblicizzare un gelato, viene utilizzata l’immagine di una bocca femminile, ma l’umiliazione che viene provocata in chi guarda, nell’utilizzare SEMPRE e SOLO bocche femminili per pubblicizzare qualsiasi sorta di prodotto , è evidente.E scrivo ” in chi guarda” perchè ritengo che anche gli uomini ne abbiano danno a vedere svilito un gesto che di erotico non conserva più nulla.
Tempo fa ho inviato l’immagine della pubblicità del formaggio Philadelphia a Massimo Guastini, direttore dell’Art Director’s CLub. Lui ha fatto un interessante esperimento .
Passando in bicicletta davanti al Duomo di Milano l’attenzione al megaposter di Philadelphia appeso al Duomo- che è una Chiesa e cattolici o no mi chiedo chi decide quali pubblcità appendere ad una Chiesa. Pecunia non olet?- mi è stata suscitata da un gruppo di adolescenti che si sbracavano dal ridere guardando l’immagine e facendo chiari riferimenti alla bocca sporca di formaggio della ragazza…
Non credo all’ingenuità dei pubblicitari, e credo che almeno il formaggino potrebbero lasciarcelo mangiare in pace.E sono costoro sicuri che usare un richiamo sessuale per vendere un formaggino sia conveniente? guardando la pagina fb del prodotto e i commenti sorpresi e indignati dei consumatori, direi che hanno cannato.
Insisto nell’augurarmi che i pubblicitari italiani e le aziende clienti, si convicano che la pubblicità non debba vivere solo di richiami sessuali degni delle barzellette più triviali.
Al Festival dell’Advertising a Cannes i nostri pubblicitari ricevono spesso i primi premi: confidiamo che mettano in pratica al più presto le loro capacità .