Ascoltare i Cambiamenti: Sanremo 2013

Ottimi gli interventi di Lorella Zanardo, che tra l’altro leggo e seguo con interesse per il prezioso lavoro che sta facendo nelle scuole. Penso anch’io che Fabio Fazio abbia confezionato il festival di Sanremo prestando ascolto alle nuove e importati sensibilità che stanno crescendo nella società italiana. Prima fra tutte, per importanza e urgenza, quella legata alle degradanti rappresentazioni del femminile veicolate dai media, tv in testa.
Invece sono sorpreso dall’atteggiamento di Giampiero Mughini. Mi chiedo: come può una persona così colta non capire che i giovani sono quello che noi adulti abbiamo insegnato loro ad essere? E, dunque, sentire tutta la responsabilità che ciò comporta? Davvero non capisco!

Ma Mughini cosa fa???
E’ in totale dissintonia con tutto il contesto: un esagitato, con gli occhi di fuori che non interloquisce con gli ospiti, ma assurge al ruolo di Savonarola. Ma roba da matti O.o’

Comunque non ho visto tutto il festival, ma solo degli spezzoni delle varie serate. La coppia Fazio-Letizzetto non mi piace più da tempo; in quel poco che ho visto ieri sera dell’ultima puntata ho trovato un Fazio contagiato dalla eccentricità e prolissità della Letizzetto che faticava ad inserirsi tra una battuta e l’altra. E non ho apprezzato per niente il monologo della co-conduttrice sulla violenza alle donne.

Non posso esprimere un giudizio organico sul festival a parte dire della stupenda scenografia che ha fatto da cornice e registrare finalmente l’assenza di fiori.

Salve Lorella,
condivido l’ottimismo e la constatazione dei grandi passi avanti fatti, nonostante alcune notevoli “ri-cadute” di stile.
In particolare, avrei fatto molto volentieri a meno della prevedibilissima perfomance Balti-Littizzetto, con la prima nel ruolo della “bellissima/imbranatissima” e la seconda in quello della “bruttina invidiosa ma intelligente” che, come ricorda Enzo C. abbiamo già visto interpretare alla Pivetti. In questo contesto ho trovato abbastanza banale e finta la “pappardella” sui belli dentro di Luciana Littizzetto, subito dopo.
Concordo con lei sul fatto che, nel complesso, questo festival ha captato un gusto e delle energie nuove, dandovi in parte espressione.
Grandissimo valore ha avuto la possibilità di nominare la violenza di genere, che è ciò di cui mi occupo nel mio lavoro.
Diverse cose su questo tema potevano senz’altro essere dette in maniera diversa e più precisa, ma le lacune sono state, a mio parere, compensate dall’azione, portando sul palco dell’Ariston uno sguardo carico di energica indignazione(penso a quello di L. Littizzetto) e, soprattutto, la musica e la danza che quel giorno avevano messo in connessione donne di tutto il mondo per dire ‘Basta alla violenza e alla cultura che la sostiene. Credo che questo passaggio insieme alle splendide parole di Antony Hegarty sul femminile e, più in generale, sulla relazione tra i generi, abbiano fatto della serata di giovedì quella più apprezzabile di questo festival.

Il Festival di Sanremo è il più importante appuntamento della Tv italiana, lo sappiamo. E’ un programma televisivo, non un festival musicale: è la Tv infatti che lo crea e lo determina in tutti i suoi aspetti. Le canzoni sono solo una imprescindibile scusa ereditata dalla sua nascita, anni in cui ascoltare musica era più difficile, raro e costoso di oggi. E’ il Gigante della Tv, ci mette un anno intero a compiere il suo percorso, a fronte di una televisione che è ormai basata sulla ripetitività quotidiana di palinsesti identici con la sola distinzione del feriale dal festivo.
Questo per dire che quanto di buono è stato fatto da chi ha organizzato questo Festival, e cose buone ce ne sono state, ha poco peso sulla Tv di tutti i giorni. Sanremo è un momento unico, la gente lo guarderà sempre (più o meno ma i numeri restano sempre altissimi) a prescindere dalla sua qualità, perché Sanremo va visto sia se non si guarda la Tv sia se la si guarda molto. Così, è bene aver visto dei cambiamenti positivi, un piccolo passo è meglio che restare seduti, ma domani con ogni probabilità svaniranno nella coltre della programmazione generalista dei grandi canali. Il paradosso di Sanremo è questo: se è uno spettacolo come si deve, ben fatto con cultura e novità, non incide comunque sul resto della Tv, se invece ripropone modelli e stereotipi vecchi e offensivi, questi diventano più forti, perché sono stati avallati dalla massima kermesse del piccolo schermo.
Perché succede questo? Perché nelle scelte delle redazioni e dei dirigenti televisivi non si è ancora incrinato il “mito” dell’Auditel, l’idea che solo ciò che ha GIA’ dimostrato di fare ascolti può farli, che l’innovazione e la diversità non pagano. Autori e dirigenti e presentatori procedono miopi, anche se sono arrivati segnali di delusione del pubblico addirittura dal sistema chiuso della rilevazione degli ascolti: programmi come “L’Italia sul 2” e il “Grande Fratello” che hanno chiuso per deficit di share… Eppure chi fa Tv vuole pensare che la causa di un insuccesso siano i volti o i testi sbagliati o poco mordente del presentatore. Non riescono e non vogliono comprendere che è il modello di questo tipo di Tv trentennale ad essersi ormai esaurito. E’ tenuto in piedi solo dalla mancanza di libertà del mercato italiano nelle mani di Mediaset e Rai. Un modo per avviare un nuovo ciclo e ridare linfa al sistema costringendolo a trovare idee e non solo “trovate” del momento c’è: liberare RAI1 dalla schiavitù della pubblicità, lasciarle tutto il canone perché svolga il suo ruolo: fare televisione di qualità, che vuol dire Tv originale, autorevole, divertente, utile; le altre 2 reti Rai a contendersi la pubblicità con i canali privati. E’ un metodo che hanno adottato molti in Europa e che ha dato sempre frutti positivi: se c’è una Rete nazionale che fa programmazione di qualità, le altre non possono scendere più di tanto in basso, perché la cosa non paga. Ma questa soluzione non conviene evidentemente al potere politico che controlla le televisioni, pubbliche e private.
E’ stato un buon Festival dunque, premiato anche da ascolti e critica, ma da domani si torna alla realtà. Quella realtà in cui, con tempo (molto) e fatica possiamo comunque provare a cambiare le cose.

Mughini ha un atteggiamento da filosofo snob che non ha intenzione di scendere dal piedistallo. Avrà letto pure 20 mila libri, ma quel modo di fare arrogante, mi sa proprio di intellettuale che non si guarda intorno, convinto ciecamente della propria posizione e incapace d’ascoltare sul serio, uno di quelli più concentrati a dare la risposta sprezzante e pungente che a confrontarsi sul serio con l’altro. Io credo come Lorella che le generazioni precedenti ci abbiano tolto molte possibilità. Questo Paese è vecchio, è dominato da gente Vecchia che non guarda al futuro e che ha prolungato notevolmente e in maniera innaturale lo status da “adolescente”.

La sovraimpressione “Lorella Zanardo – Scrittrice” meriterebbe un post a parte 😀
Personalmente trovo più “coraggioso” rimanere tranquilli vicino a Timperi, invece che a Mughini; quest’ultimo è ormai la caricatura di sé stesso, è davvero impresentabile. Che vorrebbe provocare, con l’aria di quelo che “lui c’era”? E’ proprio quello, che lo condanna. Lui c’era e adesso fa la macchietta in giro per la TV. Bleah.
In effetti su Sanremo vale un po’ – dico la mia – quello che vale per l’OBR. Non si fa certo la rivoluzione autorganizzando balli per strada o cambiando l’immagine di un festival popolare. La si fa se, una volta fatte quelle due cose, ciò che è stato lì raggiunto per una volta diventa standard, abitudine, si consolida come pratica quotidiana.
Dàje.

Sono del parere che trasmissioni come Sanremo stanno introducendo questi piccoli cambiamenti turandosi il naso. Rischiano sicuramente la chiusura se continuano a proporre programmi beceri; il festival stava stancando allora cominciano ad accogliere personaggi scomodi. Almeno potremo guardare di più la TV!

A me piace quando vai su Rai1. Tanto. Ti ci vorrei più spesso, lo sai come la penso. Sul vuoto attorno e sul movimento di giovani sarebbe troppo lungo il discorso. Passo il testimone a qualcun* altro.

Se non ci fosse stato Grillo non sarebbe nato il M5S, se non ci fosse stato Gandhi non si sarebbe realizzata l’indipendenza in India, senza Martin Luther King non si sarebbe verificata la lotta per i diritti civili degli afroamericani… Non voglio paragonare questi personaggi tra loro (tanto meno Grillo con i restanti due, sarei matta); se loro non ci fossero stati forse sarebbe arrivato qualcun’altro dopo di loro in un altro periodo storico ecc… La verità credo, Lorella, è che molti di noi si aspettavano fossi tu quella giusta, quella che avrebbe dato il via alla rivoluzione per le donne in Italia, pensavamo saresti stata tu tra magari 20 o 50 anni la protagonista di un capitolo su un libro di storia nelle scuole denominato “rivoluzione femminile italiana”, tu invece come noi aspetti che sia qualcun’altro ad accendere la miccia. Io per prima ci ho creduto, credevo che la miccia fossi tu con il tuo documentario, lavoro estremamente coraggioso.
Non hai nessuna colpa, anzi, solo meriti per il lavoro che fai. Ma noto che da te la gente si aspetta sempre un qualcosa in più, si aspetta che tu “esploda” da un momento all’altro, ti metta il mantello e cominci la missione di rivoluzionaria casinista ma veramente casinista italiana. Ci ho sperato anche io, lo ammetto. Ho capito però che non succederà, quindi lo dico anche agli altri: rassegnatevi, non è lei.
Forse arriverà qualcun’altro, forse non arriverà mai nessuno. Nel frattempo accontentiamoci.

Quanta roba in questo post e commenti, grazie!
Non ho guardato Sanremo per impegni contingenti, se fossi stata libera e a casa l’avrei guardato. Ho visto qualcosa al volo, qualche quarto d’ora venerdì con seri problemi di ricezione del segnale…
Premetto una cosa: non mi piace come conducono Fazio e Littizzetto, in generale, a prescindere da Sanremo. Però concordo che per quel poco che ho visto (alcune cose poi on line) la qualità è stata migliore. Poi è stato superficiale il confronto tra Balti-Littizzzetto (gnocca-sfigata) quanto tra Baudo-Fazio (virile-moscio) ma il monologo sulla violenza di genere, per quanto semplicistico, ha avuto il suo effetto e lo riscontro in tutte quelle persone che non sanno o sanno pochissimo e hanno apprezzato.

@Cesare grazie mille per il tuo commento, è molto interessante la visione su una gestione differente tra Rai1 e le atre due reti, a tale proposito ho sentito la notizia che tornerà (come grande novità nostlgica!) il Carosello su Rai1…. mi domando che senso abbia, ma potrebbe essere un canale per proporre pubblicità di qualità?

Per quanto riguarda la rivoluzione non so se è legato con le eventuali delusioni di questo Sanremo, delle prossime elezioni o della crisi. Personalmente trovo assurdo aspettarsi che la “rivoluzione” parta da qualcun altro così come trovo forse anche troppo vecchio parlare di rivoluzione come gesto estremo di cambiamento.
Le cose cambiano sempre, in continuazione, e se penso al grande cambiamento che in me (e non solo ma sarebbe già sufficiente) è stato in grado di stimolare “il corpo delle donne” vi dico che la rivoluzione di Lorella e Cesare c’è stata eccome. Sperare che arrivi il salvatore o la salvatrice da seguire è qualcosa che non mi piace molto, nonostante sia semplice ripropone il sistema di un/una leader al quale dare potere e responsabilità nel bene e nel male, pretendere che qualcuna/o si assuma questo ruolo come paladino/a o capro espiatorio trovo sia eccessivo e anacronistico.
Occorre confrontarsi coi limiti di una società umana (la nostra) che non è in grado di essere unita e di avere scambi equilibrati, provate a cercare i dati sui litigi condominiali e poi ditemi se siamo pronti ad essere una comunità: perché per fare la rivoluzione occorre essere uniti e solidali altrimenti è inutile e noi non siamo pront* ed educat* a questo. Non lo siamo come cittadini/e, non lo siamo come lavoratori/rici, non lo siamo come genitori né come donne contro il patriarcato. Però sostenere sempre con entusiasmo e forza il grande lavoro di chi si dedica al bene comune questo si che lo possiamo fare, e lo possiamo fare con la critica, con il nostro esserci, con le azioni che il tempo ritagliato dai nostri impegni ci lascia a disposizione. E intanto impariamo, andiamo avanti, tramandiamo conoscenze, ne creiamo di nuove finché i Mughini di turno saranno sepolti e coperti di ridicolo (avete notato come si ridimensiona l’intellettuale quando è un altro uomo autorevole a dirgli che sta dicendo una cazzata?).
Occorre il tempo del cambio generazionale, quasto lo abbiamo già detto e non ci sarà poi così tanto da aspettare. La fretta e l’ansia sono un concetto moderno, ma nella storia umana non hanno molto senso.
Andiamo avanti restando umani/e ma anche divini/e e agendo in prima persona il cambiamento fin dalle piccole cose, che se ci vince la delusione troppo facilmente sarà sempre tutto inutile.
Vi abbraccio.

http://comunicazionedigenere.wordpress.com/2013/02/15/lucianina-a-sanremo-gnocca-one-billion-rising-e-la-solita-aprossimazione/

http://wol.jw.org/it/wol/d/r6/lp-i/2008045

Da sempre ammiro Littizzetto, perchè è una donna, non una valletta!
A Sanremo è stata come sempre, e ha presentato in modo alternativo!
Fazio ha lavorato per un Festival che ha respirato l’aria della società
del 2013; grande lavoro di coppia, di una coppia uomo-donna che trasmette amicizia pulita e stima sincera, reciproca.