Tempo

Poichè Sono una Donna

Ringrazio la mia amica Giorgia perchè stasera riesco a dire solo attraverso le sue, ora anche mie, parole. Altro non ho da aggiungere.

Poiché sono donna, nessuno, più di me, conosce il silenzio del tempo che muta, le parole del conforto, il dolore dell’abbandono.

So della caducità della vita e dell’illusione dell’apparenza, ma intuisco più di altri l’eternita’ di un gesto compiuto nella bellezza.

Poiché sono donna, porto su di me il peso dei reietti, e di tutti coloro che in ogni epoca furono emarginati.

Sul mio viso si scorgono ancora le sofferenze delle donne che mi hanno preceduto. Nel mio grembo, la pienezza di tutte coloro che hanno procreato.

Poiché sono donna, so cos’è il dono. E ho imparato, nel tempo, a vivere nella sua dimensione.

Raramente sono stata ascoltata, più spesso osservata con brama, con sospetto, con disprezzo, con risoluta indifferenza.

La mia voce dice di voci mai considerate. La mia penna di menti che, per loro natura e per la propria diversità, non sono state comprese.

Poiché sono donna sogno, e sognando sperimento l’esistere di differenti creazioni.

Nella mia complessità nutro in silenzio il seme del caos da cui proveniamo e che non potrò mai, poiché sono una donna, fingere di non aver avvertito.

Giorgia Vezzoli

attacchidipoesia.blogspot.com

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Che Dire?

Che dirvi? Mi sono chiesta dopo l’incontro di ieri in Commissione di Viglianza. Cosa vi racconto? I fatti o le mei impressioni?

C’era l’On. Zavoli con due suoi competenti collaboratori, due senatori del PD, uno del PDL, due rapresentatni RAI e il dott. Marano vicedirettore RAI. Ho introdotto il nostro lavoro, ho portato fatti, numeri e possibilità di collaborazione. Abbiamo visto il video. Di base non è stato detto nulla, proprio nulla. Nè una critica feroce nei nostri confronti, nè una prospettiva futura. Poi sono andati tutti a votare. L’On. Zavoli ci ha fatto i complimenti per il nostro lavoro. Credo non ne sortirà nulla. La mia impressione è che non gli interessasse per niente. La miai impressione ora più lucida dopo due anni di frequentazioni “romane” è che orami ci siano irrimediabilmente due modi: quello reale formato dalla società civile, e quello della politica che è come un reality dove tutto accade dentreo ad un contesto chiuso, non collegato alla realtà. Aggiungo una considerazione come donna che per molti anni si è occupata di gestire organizzazioni: “l’Azienda Italia” così gestita è fallimentare: la chiusura agli stimoli che provengono dalla società civile è totale. Non mi riferisco solo al nostro progetto bensì a tutto ciò che sta avvenendo fuori, nel Paese. Che fare? Ammetto che l’incontro di ieri ha spaventato anche un osso duro come mi ritengo di essere. Cosa facciamo? Cosa faccio? Mi rinchiudo nel privato come la maggioranza degli italiani? Un’amica ieri commentando la vergognosa azione di Marcegaglia …

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Andare Avanti

Di ritorno da Firenze, stanchissima anche per le molte interviste, incontri ed altro, mi preparo perchè domattina all’alba parto per Chiavari dove mi attendono studentesse e studenti dei licei locali. Con me una troupe della tv australiana interessata al nostro lavoro. Molti pensieri in testa, moltissimi sul futuro, resto ferma però su quello che ho detto al Palasharp e a Firenze ieri: poche parole, molti fatti. Quindi noi domani andiamo là dove c’è bisogno, dove, dopo la manifestazione e la gioia, restano le ragazze sole davanti alla tv, quella tv oscena che ci nega come persone e che ci prevede solo come oggetti ad uso mercantile.

Bella la manifestazione ma diffido oramai di chi parla solamente: visto i video dei vari comizi, anche donne che la tv non la guardano e che per 30 anni si sono disinteressate a cio che il Paese vedeva, a ciò di cui le ragazze si cibavano. Mi scriveva oggi una ragazza della sua prof all’Università che, quando lei le ha mostrato uno spezzone del solito trash televisivo, ha girato il volto, offesa da tale visione. Anche al Palasharp è successa la stessa cosa.

Pensiamo che fare, forse è il momento di chiedere. Bersani che elogia le donne: ottimo! Che ne dici compagno: entro un mese 50% di donne nel PD e alla primarie una donna? Va bene? Chiediamoglielo, subito. Oppure facciamo da sole.

En passant: vedevo Repubblica che titolava: Un milione in piazza contro Berlusconi. Amiche, ma voi siete scese in piazza contro …

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Storie di Donne

Cara Lorella, leggo spesso il tuo blog, ma non ho mai scritto nulla, perché le mie riflessioni mi sembrano sempre poco profonde e il mio stile è decisamente poco brillante. C’è sempre chi esprime il mio punto di vista in modo migliore di come potrei fare io. Oggi, però, prendo il coraggio a quattro mani e voglio raccontarti una storia di donne. Mi sembra giunto il momento, proprio adesso che noi donne siamo costrette a camminare a testa bassa… E’ la storia delle lavoratrici di una fabbrica nata nella città in cui vivo – Grosseto – molto tempo fa (1957). Qui non c’è una realtà industriale sviluppata e la fabbrica era una delle poche aziende in grado di dare lavoro ad un discreto numero di persone (attualmente più di 250). Nel tempo l’azienda è cresciuta, con alti e bassi, ed è arrivata ad affermarsi nel mercato, anche internazionale, dell’abbigliamento. Poi all’improvviso la crisi. Non conosco bene i dettagli, e quindi mi astengo dal riferire notizie che potrebbero essere imprecise (la stampa locale non è stata di grande aiuto) e non mi addenterò nei dettagli (cesisoni di azienda, procedure di liquidazione, cassa integrazione, ecc.) Voglio solo raccontare la storia di tante donne (madri, mogli, figlie), che sempre più spesso mi capita di incontrare e che mi parlano della loro condizione. Sono donne che da mesi lavorano senza la certezza della retribuzione (mi riferiscono di pagamenti a singhiozzo, in ritardo e parziali) che hanno accettato di lavorare in una fabbrica priva di

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Care Ragazze, Cari Ragazzi,

grazie per le tante mail che ci inviate in questi giorni. Grazie alle 4 adolescenti, Marta e le sue amiche di Cividale del Friuli con le quali ho chiaccherato ieri sera su Skype, grazie a Lorenzo 1 anno in Statale e alle sue parole. Grazie al gruppo fight and fly di 17 enni, grazie a Giulia 16enne di firenze. Grazie per la vostra resistenza. Grazie a Francesco che mi scrive cose meravigliose. Grazie da parte di tutte le donne adulte e agli uomini adulti che ci seguono: le ragazze e i ragazzi italiani ci sono, lavorano, si impegnano e resistono all’orrore mediatico.

Io sto partendo per Cagliari, informazioni le trovate nella colonna a destra del blog. Lì incontrerò molti giovani e domani siamo nelle scuole. Da lunedi facciamo un giro dell’Umbria (vedi a dx) e portiamo il corso Nuovi Occhi per la TV.  Lavoriamo, non ci lasciamo prendere dallo sconforto. Stiamo concentrati sulle cose importanti da fare. Lottiamo anche, protestiamo. Intanto lavoriamo, tutte e tutti. Dopo l’orrore ci sarà bisogno di ragazze e ragazzi che propongano un modo nuovo di esistere. Parto. Buon fine settimana.…

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Fly and Fight

Ascolto Cesaria Evora, disfo l’ennesimo scatolone del recente trasloco, sposto una pianta, mi fermo ad osservarla. Mangio uno yogurt – un po’ di dieta è necessaria – guardo la mia città grigia, piovosa, governata da dei miserabili ignoranti e capisco che ne sono, irrimediabilmente, ancora innamorata. Trovo una vecchia foto di mio figlio con il costume da Tigro, la sistemo sopra il mio letto. Sento i rumori che giungono dalla strada, nella casa nuova si sente passare il tram, l’altra casa era più silenziosa. Però qui si ascoltano le campane della vicina chiesa, stamane mi hanno svegliata, mi piace. Propositi: riprendo a ballare. Non si scrive di corpi senza usare il corpo, me lo riprometto. Come mi ha ricordato la tredicenne della scuola di Tortona quando ha detto che le veline non ballano, no,”perché si vede che non si divertono, mentre il ballo è divertimento vero”. Penso. Leggo qualche mail. Lascio che i pensieri vaghino.

E’ l’Anno Nuovo, è un po’ di letargo, è che la vita è anche questo e a volte me lo dimentico. Oggi penso sia soprattutto questo, la possibilità di stare bene con sé stesse/i, spesso conquista ardua. Penso che siamo, molte di noi, esauste di stare in prima fila sotto il fuoco di tiratori scelti che mirano a colpire l’intraprendenza, la voglia di cambiamento, la capacità di proporre il nuovo di molte e molti che come me combattono.

What next? Chiede Bas Mesters nel suo sito www.one11.nl e mi diceva oggi che a migliaia in …

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Videopost: Il cambiamento è in corso

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