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Sputiamo su Hegel o no?

Sputiamo su Hegel l’ho scritto perché ero rimasta molto turbata constatando che quasi la totalità delle femministe italiane dava più credito alla lotta di classe che alla loro stessa oppressione”, così scrive Carla Lonzi nel 1970, in quello che diventò un libro culto per le donne di quella generazione.

Avrei potuto scrivere questa frase io, pensavo qualche giorno fa, 41 anni dopo la pubblicazione da parte della piccola casa editrice Rivolta Femminile. 41 anni dopo, una vita fa. Carla Lonzi, trasgressiva critica d’arte, è morta giovane, purtroppo da tempo. Mi sono persa a pensare cosa proverebbe se fosse viva oggi, considerando che la ragione per cui scrisse il suo libro resta prepotentemente  attuale. Mesi fa partecipavo ad una riunione di un gruppo “femminista”: la ragione dell’incontro era pensare ad un comunicato dopo la brutale aggressione da parte di un extracomunitario a Roma che aveva portato alla morte di una donna: uno dei problemi che venne sollevato e che trovò ampio consenso era “che non fosse  forse il caso di manifestare per denunciare l’ennesimo atto di violenza perché la destra avrebbe potuto manipolare la notizia e usarla per incentivare una politica contraria agli extracomunitari; inoltre “il partito” non consigliava prese di posizione nette…”. Ricordo che  guardavo le donne intorno a me e pensavo intanto alla donna morta massacrata di botte. Prima di tutto Donna, scrivevo in un post recente.

Scrive Lonzi: Prendendo coscienza dei condizionamenti culturali, di quelli che non sappiamo , non immaginiamo neppure di avere,

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Videopost: ACQUA BENE COMUNE, RAI SERVIZIO PUBBLICO

Ieri è circolato questo comunicato stampa del Comitato Referendario 2 Sì per l’Acqua Bene Comune:

COMUNICATO STAMPA

Ballarò e Anno Zero: no ai comitati referendari in studio

A sei giorni dai referendum del 12 e 13 giugno, il Comitato Referendario 2 Sì per l’Acqua Bene Comune è costretto a rilevare un vero e proprio muro di gomma rispetto ai talk show di informazione Rai. Le prossime puntate di Ballarò e Anno Zero saranno interamente dedicate ai referendum, nonostante questo le testate giornalistiche preferiscono chiamare in trasmissione rappresentanti partitici: gli unici, a quanto pare, abilitati a parlare in televisione. Troviamo scandaloso che il Comitato Promotore, quello che ha raccolto un milione e quattrocentomila firme e che ha promosso i referendum venga sistematicamente escluso o ridotto al ruolo di comprimario. Un vero e proprio blocco a chi non ha in tasca una tessera partitica, in barba agli autorevoli appelli del Presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Sergio Zavoli, che aveva raccomandato la presenza dei comitati promotori nei programmi Rai. Ricordando a tutti che il Comitato Promotore è un soggetto costituzionalmente riconosciuto rimaniamo basiti di fronte alla mancanza di rispetto per il lavoro di migliaia di volontari sparsi per tutto il territorio nazionale. Ci spiace constatare la disattenzione di programmi percepiti più attenti alle tematiche sociali. Diamo invece atto a Bruno Vespa di aver invitato a Porta a Porta un rappresentate del Comitato Promotore dei referendum pro acqua pubblica.

Non è giusto, attiviamoci. Abbiamo tutte e tutti una gran voglia di ascoltare durante …

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A.A.A. Cercasi Autrici Televisive

Ecco il bel servizio che Artè, la tv franco tedesca, ha realizzato sulla rinascita della protesta delle donne in Italia. Pochi minuti in cui intervista Francesca Comenicini, Alina Marazzi oltre a me e Marco Malfi Chindemi, coautore del nostro documentario. Un servizio pacato, sobrio, che racconta il contemporaneo. A seguire, nel programma Metropolis che lo ospita, altri servizi sulle donne nel cinema, nell’arte. Non una trasmissione di femministe, bensì un programma che può piacere anche a moltissimi uomini, ne sono certa. Come sono lontani i toni della tv nostrana dove tutto è gridato e dove si cerca di incasellare ogni richiesta in un’appartenenza politica! Autrici televisive che mi avete scritto, che talvolta ho incontrato, voi che lavorate per programmi che spesso vi mortificano: contattatemi. E’ il momento di scrivere programmi così come questo, belli e interessanti. Proviamoci. Dai che cambia. …

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Facciamo i Nomi!

Si’ che è giusto! Facciamo i nomi delle donne che vogliamo e portiamoli in dono al Sindaco Pisapia. Fatelo, fatelo anche per le altre città. Qui la proposta che è nata da uno scambio di mail tra donne e che ora rendiamo pubblica. Fate i nomi amiche e ragazze, i nomi delle donne che vorreste si occupassero con perizia desiderio ed entusiasmo di governo della città nelle mille sfaccettature possibili.…

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Il Cambiamento.it

Daniel Tarozzi è il direttore de www.ilcambiamento.it. Qui ci vedete a Terrrafutura a Firenze con Cristiano Bottone di Transition Town, Carlo Bogliotti di Slow Food e Paolo Ermani di PAEA. Tipi interessanti che si preparano ad un futuro diverso con logiche diverse, senza partiti né favoritismi. Belle persone con cui sto volentieri. Io credo che il cambiamento vero lo stiano attuando loro’. Provate ad ascoltare loro e a leggere cos’è Transition Town e poi leggete il totogiunta di repubblica nel post qui sotto: due linguaggi diversi, due mentalità diverse. Il totogiunta è un concetto schifoso, pieno di logiche di partito vecchie: al PD vanno tot posti, Pisapia ne ha diritto a due…e nessuno che protesta! E’ come quando abbiamo prodotto il nostro documentario: fino a quel momento la maggior parte delel persone dava  per scontato che fosse normale avere una tv così oscena! Ora la stessa cosa: L’energia di piazza del Duomo di lunedi sera cosa c’entra con il totogiunta e con le spartizioni partititiche? Io non ci sto. Non ci sto dentro veramente. Parliamo di Tarozzi e del Cambiamento che è meglio. Qui il video.

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Sono in Austria, ieri sera ero ospite in diretta ad una trasmissione sui 150 anni dell Únita di Italia: ho raccontato di lunedi notte in piazza del Duomo, del clima che abbiamo respirato, di rinascita. Mi collego stamane alla homepage di alcuni quotidiani italiani, leggo i  nomi della possibile squadra del nostro nuovo sindaco. Ma no che non sono questi i nomi, su´…! Repubblica  vuole provocarci, ha inserito nomi a casaccio. Che lo sappiamo tutte/i che non verranno messi uomini/donne di partito negli assessorati ma verranno scelte persone capaci e competenti della societa´ civile che  agiscono per il cambiamento da anni, quuel cambiamento che ha poi prodotto il nuovo vento che inizia a soffiare Milano. I quotidiani vogliono certo preoccuparci. Noi sappiamo che le scelte saranno motivate da ben altri presupposti, molto piu´alti e ispirati , indispensabili al futuro a cui tutte/i  ci stiamo preparando.…

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Ricostruire

Vi scrivo da piazza del Duomo. Condivido con voi alcuni cenni sulla vita e sul pensiero di Antonio Greppi – com’è attuale! – amatissimo sindaco della Milano del dopoguerra. Uomo colto e sensibile, grande amante delle arti e del teatro in particolare, fonte di ispirazione per il nostro nuovo sindaco Giuliano Pisapia.

Non risorgevano soltanto le case, gli ospedali, i teatri, ma anche gli spiriti. E Greppi aveva l’abitudine di dire che la ricostruzione della città era un fatto non meno psicologico che materiale. Greppi cerca di coinvolgere tutti i ceti sociali, ogni organizzazione pubblica o privata, ogni istituzione, sensibilizzandole al bene comune, alla ricostruzione della città. La sua prima preoccupazione è quella di bloccare ogni iniziativa di vendetta tra partigiani e fascisti. La sacralità della vita è per lui sempre presente; l’insegnamento del Vangelo, con le sue semplici parole “non uccidere”, rappresenta una verità scolpita nel cuore. E così, sempre coerente ai ‘suoi’ principi, nel primo proclama dal titolo “Non si deve uccidere” è chiaramente scritto: “voglio essere il sindaco responsabile di una città in cui ognuno abbia chiaro e inflessibile il senso della propria responsabilità”, poiché “[…] tanto più bella è una vittoria quanto meno s’invermiglia di sangue”. Finalmente, l’amore del Greppi per la sua città e la sua passione per il teatro possono trovare un punto di contatto: la Scala. Cuore della città, simbolo della sua cultura, nonché tempio della lirica italiana, il prestigioso teatro è stato gravemente danneggiato dai bombardamenti del 1943. Per Greppi la

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