Il Cambiamento.it

Lorella,

straordinario il tuo intervento. Complimenti!
Sono molte le volte in cui mi chiedo: “Ma l’impegno che ci metto, le energie che investo in ogni confronto, manifestazione, lettura, protesta, post … serve a qualcosa o qualcuno, oltre che a me stesso? Riuscirò a godere dei miglioramenti che tutt* insieme stiamo attuando – perchè, sia chiaro: sono certissimo che le cose si stiano muovendo!”
Poi, però, torno sui miei pensieri, e confermo che tutto il nostro lavoro potrà avere un esito felice solo se ognun* di noi ci mette la propria fiducia, se ognun* di noi ci crede profondamente, dando tutto ciò che può, senza aspettarsi un ritorno sul momento.

Non solo rabbia di Concita De Gregorio
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Quel che sta accadendo coi referendum sancisce in modo definitivo, io credo, il tramonto dell’egemonia televisiva. Certo ci vorrà del tempo, ma la fine è cominciata. Chi ha più di sessant’anni, o più di settanta come il premier, continuerà a dire come ha fatto ieri che la colpa è dei Tg, dei programmi di Rai Tre, di Annozero. Ma non è più così. I quattro, cinque, sei milioni di spettatori di un programma di approfondimento giornalistico non sono la maggioranza dei cittadini e neppure degli elettori. Sono tanti, sei milioni, ma sono sempre quei sei milioni lì. Semmai sono i programmi del mattino, quelli del pomeriggio – è il loro silenzio sulle grandi questioni, il loro cicaleccio continuo programmato per distrarre – quelli che orientano e determinano le scelte di decine di milioni di persone. Ma anche qui: è solo questione di tempo, finirà. Chi ha in casa ragazzi fra 15 e 25 anni sa che nella loro vita adulta non hanno mai usato la tv come la usiamo noi. Pochissimi di loro sanno in quale giorno e a che ora va in onda un dato programma, su quale rete. Noi sì, lo sappiamo: cosa c’è il lunedì, cosa il martedì, cosa il giovedì. Loro vedono la tv sul computer: non tutto il programma, ma lo spezzone che gli interessa. Quello che gli ha consigliato, con un link, un amico per posta o su Facebook. Lo vedono in qualunque momento, e soprattutto vedono moltissimo più di quello che vediamo noi in tv: show stranieri, videoclip, molta, moltissima satira, informazione in pillole che arriva da ogni parte del pianeta e che spesso producono da soli. Lo schermo grande, quello della tv, lo usano come uno schermo, appunto: qualche volta per vedere dvd, qualche volta per cercare la serie di culto – registrata, spesso – dal satellite. I ragazzi, e ormai anche moltissimi adulti che hanno imparato da loro, attingono le informazioni essenziali per la loro giornata (uno spettacolo, un evento, un concerto, una mobilitazione) da Internet. Sui referendum, sanno tutto da Internet. La tv tace, con rare eccezioni, la propaganda politica fino a ieri pure. E’ impressionante al contrario la quantità di notizie di video e di mail che arrivano on line. Artisti che si mobilitano, cantanti e insegnanti, classi intere, gente comune che si filma mentre dorme e poi si alza e va in bagno a lavarsi, file di persone che bevono alle fontanelle, appelli virali, simboli autoprodotti che viaggiano a catena e poi l’incessante attività dei comitati, decine di manifestazioni in tutta Italia. Piccole, non pubblicizzate dai giornali nè dalla tv: passaparola in rete. E’ già successo qui e altrove – per Obama, per le rivoluzioni nordafricane, per Grillo – ma ora anche da noi è diventata la norma. La moltitudine dei cittadini si è impadronita del mezzo, ha imparato a usarlo. Una sorta di esproprio proletario della tv ingessata e monopolizzata, e lo dico nel giorno dell’assalto ad Aiazzone: esproprio di quel che ritieni ti spetti. E’ come se la gente, in rete, andasse a prendersi quel che gli è stato sottratto: il diritto ad essere informati, a sorridere, ad appassionarsi, a mobilitarsi per qualcuno e per qualcosa. Non è antipolitico tutto questo, al contrario. E’ profondamente politico. Leggete i commenti alla battuta di Grillo su Pisapippa: non glielo perdonano. Perchè finirà anche, sta finendo, il tempo della rabbia sola, del risentimento di chi ce l’ha col mondo intero e sa solo dare calci in bocca. Di nuovo: le persone sono oltre, si muovono, misurano le parole sulle cose e vogliono determinare il cambiamento. Fare, esserci. Vincere è più difficile che perdere. Essere in maggioranza comporta più responsabilità che protestare in minoranza. Ecco, coi referendum – definitivamente – la Rete costruisce informazione, producw cambiamento.
diventa adulta, come a volte capita, responsabile.
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Grazie Daniel! Che bel lavoro stai/state facendo. Vi seguo in rete, mi piacete davvero tanto!
Condivido spesso la tua riflessione Amedeo, e per quanto mi riguarda il mio pensiero riguardo la tua frase conclusiva è che il ritorno c’è, eccome!
Si chiama, per me, soddisfazione. Quella di fare esattamente ciò che il mio sentire più profondo desidera e chiede, senza troppi compromessi, con profondo desiderio di equilibrio e rispetto dei miei ideali di evoluzione e abbondanza.
Il cambiamento per me comicia da li, dal trarre i benefici che genera l’aver cambiato il mio modo di pensare e di agire il mio pensiero nel mondo e nella vita, appaiono benefici modesti alla vista distratta di molt* talvolta perfino rinunce o stravaganze, ma hanno la grande qualità di confermarmi con fatti tangibili la possibilità che ho di manifestare concretamente i miei intenti più forti e di goderne profondamente, in libertà.
Come il mangiare a crepapelle, e in tant*, le meravigliose ciliegie che uno splendido albero mi ha donato negli ultimi 15 giorni!
L’Abbondanza esiste, occorre certo riconoscerla, accudirla, nutrirla e chiede in cambio solamente di essere condivisa, mettendo ciascun* a disposizione nient’altro che i propri talenti e compiendo costantemente responsabilmente le nostre scelte.
La via è lunga, occorre saper gestire le prorpie energie perché il cammino, e questo è certo, a tratti diventa faticoso e impegnativo. Ma la fretta è solo una cattiva abitudine umana che spesso ci distrae dal godimento nel vedere realizzati i nostri anche più piccoli intenti.
Così come dice una canzone… “cada dia, un pasito mas…”

@Lorella
grazie a te, il tuo/vostro lavoro è sempre una guida attenta e autorevole, fonte di grande ispirazione, comprensione e crescita collettiva.
Camminando tutti insieme, ogni giorno un passettino in più, in questi due anni sono stati affrontati cammini faticosi ma la strada percorsa è davvero tanta!
Ti abbraccio forte.

Si, Le Spartizioni, sono un Vogliamoci bene, senza alcuna volontà di battersi onestamente per il bene del paese. A Fra’, a Cumpà: questa cosa sta diventando Mafia, non più accettabile