Corpo e corpi

Art is Now! Il Corpo delle Donne per le Artiste

Nel nostro documentario compare Anna Magnani e anche Maria Callas diretta in Medea da Pasolini. Ma più di tutto ci sono i corpi strapazzati, usati e abusati di Pina Bausch senza i quali IL CORPO DELLE DONNE sarebbe stato solo un montaggio televisivo. Le artiste lo hanno capito e sentito e da due anni ci scrivono e ci invitano; conoscono il mio amore per il teatro e il teatro danza. Ciò che più vorrei è portare nelle scuole la possibilità che un altro corpo sia possibile oltre a quello televisivo. In questo periodo sono molte le artiste che stanno lavorando sul corpo, utilizzando il nostro documentario come fonte di ispirazione. Io sono con loro, totalmente. Le parole non bastano e anche voi ve ne accorgete. A volte navigo e leggo fiumi di parole imprigionate nei blog. Discussioni infinite dove ciò che resta è l’assenza di incontro. So che è la poesia di Giorgia Vezzoli che potrà salvarmi. O un gesto di Valeria Cosi. O un movimento di Cinzia Spanò. Lo sento.

Andiamo a vederle queste ragazze. Andiamo ad incontrarle:

Mi chiamo Cinzia Spanò, sono un’attrice teatrale. Il suo lavoro, che ho seguito sin dall’inizio, è stato per me molto importante. Mi piacerebbe invitarla a vedere lo spettacolo Acido Solforico. Lo spettacolo è tratto da un romanzo di Amélie Nothomb, e racconta di un reality ambientato in un campo di concentramento. Per lo spettacolo è stato inventato il personaggio di una presentatrice televisiva, Maila, da me interpretata.

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Senza Braccia

L’ultimo bel libro di Eve Ensler, l’autrice del famoso I Monologhi della Vagina, si intitola Io sono emozione ed è dedicato alle ragazze, con molto amore. (Eve Ensler lo presenterà al Salone del Libro di Torino, domenica 15 maggio). Linguaggio, citazioni, dati, aneddoti, racconti si alternano spinti dal profondo ed evidente desiderio dell’autrice di fare qualcosa perchè le ragazze possano vivere al riparo delle continue pressioni del mondo, dei media ma non solo. Trai tanti dati, uno mi è parso quanto mai attuale: interrogate se preferirebbero essere grasse o senza un braccio, alcune adolescenti rispondono: “Senza un braccio”. E questa risposta che ci da la cifra del disastro che si sta compiendo sotto i nostri occhi, mi è tornata in mente davanti al TG1 delle ore 20 di martedi 3 maggio. Natascha Kampusch, come qualcuno ricorderà, è una ragazza austriaca imprigionata per 8 lunghi anni da un pazzo e che nonostante ciò è riuscita a rimanere viva, fisicamente ma soprattutto mentalmente. All’epoca del suo ritrovamento, ricordo di avere pensato che forza incredibile, che tenancia, che desiderio di vita dovesse avere quella bambina divenuta donna vicino ad un mostro, per volere comunque e nonostante tutto, vivere. Oggi Natascha ha 23 anni e, forse, ce l’ha fatta. Lontano da una famiglia che pare non aver saputo starle vicino, prova ad imparare a vivere. E scrive un libro. E il nostro TG più diffuso fa un servizio, di cui riportiamo uno stralcio. “…qualche chilo di troppo…” Avevamo  bisogno di …

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Fuori dalle gabbie

Prendo il metro per andare a teatro, con me i miei figli, intorno  parecchia gente, milanesi e non. D’un tratto musica da un altoparlante vicino a me… riconosco Il Triangolo di Renato Zero. C’ è un tipo con berretto e occhiali che a 2 metri da me canta. E’ bravo, sciolto, balla. Un intrattenitore. Rido, mi mette allegria. Lui  continua a cantare e invita: “tutti insieme!” “…Ma il triangolo io lo rifarei… lo rifareiiiii… lui chi è? Lui chièè!” non me lo lascio dire due volte e improvviso un duetto con questo tipo pazzo come un cavallo e simpaticissimo.  Intorno a me… mummie. Una signora mi guarda serissima, due ragazzi hanno gli occhi bassi, persino i miei figli mi chiedono perché canto. Tutti imbarazzatissimi, tutti rigidamente nella loro confort zone, quella zona che ci costruiamo intorno e entro la quale non rischiamo nulla. Il tipo scende, peccato, ho ancora voglia di ballare, capisco che è da un po’ che rinuncio al corpo e non va bene.

Entro all’Elfo Puccini a Milano e mi immergo ne L’Avaro allestito dal Teatro delle Albe di Marco Martinelli e quella gran donna di Ermanna Montanari: li seguo da sempre ma da quando mi hanno invitata a Ravenna a presentare il documentario, siamo amici. Ermanna lavora sulla voce da anni e l’emozione  che se ne ricava è fortissima e coinvolgente: un lavoro sul corpo di anni le permette di coinvolgerci in un’esperienza imperdibile. Esco dal teatro dopo averli abbracciati, dopo averli applauditi mentre Marco …

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Multe alle prostitute discinte… Ma in Tv è peggio

Quando presento ai dibattiti, molte ragazze faticano a capire una cosa semplicissima ma non evidente: il problema che stiamo affrontando qui non riguarda le ragazze della tv ma la tv stessa. Ripeto da due anni che se Raffaella Fico o Belen, ad esempio, vengono inquadrate da sotto con primi piani delle mutande, il problema è di Mediaset o Rai, non di Fico o Belen. Infatti certamente esistono in Gran Bretagna ragazze che vogliono guadagnare molto mettendosi in mutande, semplicemente la BBc non lo permette. Ci sono infatti delle REGOLE. Quando ancora vedo la platea che stenta a capire, anche perchè è più facile dare la colpa ad un individuo anzichè ad una istituzione, procedo con un’azione teatrale di forte impatto. Con tono serio chiedo alla Preside della Scuola o al Direttore della Libreria o al Consigliere della Regione che mi hanno invitato, se posso spogliarmi, perchè il mio intervento prevede che la seconda parte venga svolta in mutandine e reggiseno. Lo dico seriamente, ed essendo io una persona adulta e sufficientemente autorevole, tutti mi credono. Inizia allora una situazione di grande imbarazzo, nessuno mi vuole contraddire ma non vogliono nemmeno che io mi spogli. Chiedo perchè, incalzo un po’ nervosa chiedendo se sono dei bigotti, se vogliono limitare la mia libertà espressiva: la provocazione riesce sempre perchè sono molto credibile e a quel punto mi sto gia sbottonando l’abito, o slacciando i jeans. Si crea il panico. Il 100% delle volte c’è sempre una persona che ad un certo punto

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Buon Compleanno

Buon Compleanno Karima, con un giorno di ritardo Buon Compleanno. Per i tuoi 18 anni questo Paese progredito ti ha fatto un bel regalo: ti ha tolto la mascherina civettuola che aveva legato intorno ai tuoi begli occhi, non in rispetto alla tua minore età che questa è una scusa che nemmeno mia nonna ci ha creduto. No, la mascherina  così pruriginosa e  tu con la bocca turgida  un po’ aperta, rossa, oh rossa! che ai signori attempati con l’abito da ufficio si sono sentiti  allora  quel turgore in mezzo alle cosce che lo stress da ufficio gli impedisce, tu con i seni prorompenti e il corpo ragazzino provocante più che mai. Gli hai fatto un regalo Karima, ad essere minorenne, che altrimenti saresti stato l’ennesimo corpo da uso e consumo. Così gli hai regalato un po’ di mistero e di sogno da motel, minorenne e con gli occhi bendati  con la mascherina acquistata nel sex shop di provincia.

Ieri ti hanno tolto la benda e auguri! Per la tua maggiore età l’Italia, Europa, oltre alle tue cosce, ai tuoi seni, ti ha dato lo sguardo che sì, è un bel regalo! E’ lo sguardo che fa la persona, che con quella benda sugli occhi eri solo un pezzo di carne, altro che rispetto! Che un corpo senza occhi è una cosa e con le cose ci si fa quello che si vuole, come sappiamo. Per il rispetto della tua minore età bastava non pubblicare la tua foto, ma questa …

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Un altro corpo è possibile

Siamo stanchi di bruttezza, brutte donne e brutti uomini televisivi. Il bello alberga altrove. Da un anno e mezzo innalziamo il livello di consapevolezza sul degrado dell’immagine della donna e ultimamente anche degli uomini in tv.

E’ ora di proporre nuove fonti di ispirazione. Non modelli rigidi, ma spunti a cui le giovani donne possano ispirarsi. Abbiamo chiesto ad alcune scuole di aiutarci: dopo avere preso consapevolezza del trash televisivo, quale altro corpo possiamo svelare? Perché è attraverso il corpo, libero e  liberato  capace di creazione, che avverrà la nostra reale trasformazione. Saranno le ragazze e i ragazzi a dircelo.

Noi daremo qualche spunto.

Circa un anno fa scrivevo questo post “Incontrarsi” dove mi chiedevo se avremmo retto l’incontro fisico, tappa fondamentale per il nostro percorso.

Ora la mia risposta è sì.

Sabato prossimo 9 ottobre alle h 20  a Reggio Emilia va in scena KONTAKTHOF AB 14,  spettacolo di teatro danza. Ricordate la meraviglia della piece di Pina Bausch alla fine del nostro documentario? Senza quella poesia di corpi il nostro lavoro sarebbe stato forse uno dei tanti blob di immagini tv. Pero’ questa volta lo stesso spettacolo va in scena con ragazzine e ragazzini dai 14 anni in avanti. Guardate il video che segue:

Kontakthof

Avrei voluto farvi una sorpresa e non sapete quanto mortificata sono per non essere stata in grado di portarla a termine. In questo periodo sto lavorando notte e giorno per trovare i finanziamenti per far continuare il progetto scuole ma non solo. Cercavo …

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Una sentenza della Corte di Cassazione

La moglie ha un carattere forte? Allora maltrattarla non è reato

Annullata la condanna a 8 mesi per un uomo accusato di aver maltrattato la coniuge per tre anni. A determinare la decisione della Corte il fatto che la donna non risultasse ‘intimorita’ dalla violenza del marito

ROMA – Avere un carattere forte e non lasciarsi intimorire dall’atteggiamento violento del marito potrebbe costare, alle mogli vittime di maltrattamenti, l’assoluzione del consorte. La Cassazione, infatti, ha annullato la condanna a 8 mesi di reclusione nei confronti di un marito accusato di aver maltrattato la moglie per tre anni. Dinanzi alla Suprema Corte l’uomo ha sostenuto con successo che non si trattava di maltrattamenti in quanto la moglie “non era per nulla intimorita” dal comportamento del coniuge, ma solo “scossa, esasperata, molto carica emotivamente”.

L’uomo, residente a Livigno, era stato condannato, con la concessione delle attenuanti, sia dal Tribunale di Sondrio che dalla Corte d’Appello di Milano, che avevano accolto le lamentele della moglie. Una condanna percepita come eccessiva dal marito che si è rivolto alla Cassazione, sostenendo che gli stessi giudici di Appello avevano rilevato come la moglie avesse un “carattere forte” e che dunque non era affatto intimorita dal suo atteggiamento. In sostanza, la tesi difensiva si è basata sul fatto che i giudici “hanno scambiato per sopraffazione un semplice clima di tensione” tra coniugi.

La Cassazione – con la sentenza 25138 – ha dato dunque ragione al marito, rilevando che non si può considerare come “condotta vessatoria” l’atteggiamento aggressivo …

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