L’ultimo bel libro di Eve Ensler, l’autrice del famoso I Monologhi della Vagina, si intitola Io sono emozione ed è dedicato alle ragazze, con molto amore. (Eve Ensler lo presenterà al Salone del Libro di Torino, domenica 15 maggio). Linguaggio, citazioni, dati, aneddoti, racconti si alternano spinti dal profondo ed evidente desiderio dell’autrice di fare qualcosa perchè le ragazze possano vivere al riparo delle continue pressioni del mondo, dei media ma non solo.
Trai tanti dati, uno mi è parso quanto mai attuale: interrogate se preferirebbero essere grasse o senza un braccio, alcune adolescenti rispondono: “Senza un braccio”.
E questa risposta che ci da la cifra del disastro che si sta compiendo sotto i nostri occhi, mi è tornata in mente davanti al TG1 delle ore 20 di martedi 3 maggio.
Natascha Kampusch, come qualcuno ricorderà, è una ragazza austriaca imprigionata per 8 lunghi anni da un pazzo e che nonostante ciò è riuscita a rimanere viva, fisicamente ma soprattutto mentalmente. All’epoca del suo ritrovamento, ricordo di avere pensato che forza incredibile, che tenancia, che desiderio di vita dovesse avere quella bambina divenuta donna vicino ad un mostro, per volere comunque e nonostante tutto, vivere.
Oggi Natascha ha 23 anni e, forse, ce l’ha fatta. Lontano da una famiglia che pare non aver saputo starle vicino, prova ad imparare a vivere. E scrive un libro. E il nostro TG più diffuso fa un servizio, di cui riportiamo uno stralcio.

“…qualche chilo di troppo…
Avevamo  bisogno di questa informazione? E’ funzionale alla notizia? E’ collegata alla vicenda? Ma più di tutto: cosa giustifica questa ferocia?

Natascha è viva, è stata grandissima, ha superato un baratro per altre/i impossibile anche solo da immaginare.
Ma è donna, giovane. Quindi deve rientrare nel modello unico. Nessuna pietà.
Dunque capisco, certo. Meglio senza braccia che questa gogna.