Monthly archive Aprile 2013
Amedeo da Roma alla Siberia

Amedeo da Roma alla Siberia

Finalmente mi ritaglio del tempo per scrivere.

Avrei voluto essere più costante, invece qui il tempo vola, diventa difficile trovare lo spazio per fare tutto. Quindi: oggi meno studio e più blog! Meno impressioni, stavolta, e più riflessioni.

Sono quasi due mesi che sono ad Irkutsk, in Siberia, e tutto procede a meraviglia. La mia vita diluita tra nazionalità (in)definite, ma con un patrimonio culturale preciso alle spalle, diventa ogni giorno più entusiasmante. Cibi, odori, puzze, colori, tratti, nella mia testa si sta mischiando tutto, tutto sta acquistando un posticino.

Sarà durissima andare via da qui.

Ma prima di andarmene, rispetto la promessa e scelgo un paio di realtà di cui mi piacerebbe parlare, eventualmente discutere con voi.

Prima di tutto: URSS e Russia, Russia e URSS, Russia sovietica e tutto ciò che viene dopo … I retaggi ci sono, spesso sono anche forti, ma mi sembrano ancora più forti i colpi di reni che i giovani, più di tutti, provano a dare per rimettersi in moto, conoscere, viaggiare, aprirsi, capire. Ancora meglio: capirsi. Perché la Russia ha sempre bisogno di capirsi, di decifrarsi: quasi mai dall’esterno, tra l’altro, ma sempre da dentro. I russi hanno bisogno di capire i russi e la loro realtà. Dopo la fine del periodo sovietico è diventato indispensabile per la nazione farsi – no, non un esame di coscienza, quello mai – almeno qualche domandina. Come scrive Anna Zafesova, dopo settant’anni in cui i russi avevano vissuto sottosopra, convinti (in senso attivo e passivo) …

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20 aprile, Carbonia: Scrittori a Piede Liberos

20 aprile, Carbonia: Scrittori a Piede Liberos

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18/19 aprile, Cagliari: nuovi Occhi per i Media nelle scuole e incontro pubblico

18/19 aprile, Cagliari: nuovi Occhi per i Media nelle scuole e incontro pubblico

Corso introduttivo Nuovi Occhi per i Media:

– giovedì 18 ore 9.00-13.00: Liceo psicopedagogico De Sanctis – giovedì 18 ore 15.00-18.30: Liceo classico Siotto: – venerdì 19 ore 9.30-13.30: Liceo classico Euclide – venerdì 19 ore 15.00-18.00: Liceo classico Dettori -venerdì 19 ore 18.00-20.00: Liceo classico Dettori, incontro pubblico

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Chiara che rientra in Italia

Chiara che rientra in Italia

Italy on/off line

Probabilmente, paragonata ad altre giovani all’estero e/o in Italia, io sono e sarò sempre una mosca bianca. Leggendo gli ultimi post di Sguardi, di giovani inquadrate, con grandi personalità e una vita almeno un po’ definita geograficamente e professionalmente, mi sono ritrovata a riflettere sulla mia vita. Più precisamente, sugli obiettivi più intimi della mia esistenza.

Nelle ultime settimane ho intrapreso uno dei lavori più faticosi. Mi sta costando immenso stordimento, confusione, mal di testa e irascibilità, ma credo sia un cammino importante. Sto insomma riprendendo per mano una donna che temevo di aver quasi perso. Quella donna sono io. E con lei i suoi obiettivi di vita.

Ci sto lavorando in compagnia di un’altra Donna che rileggo sempre volentieri: si chiama Etty Hillesum e ha scritto un Diario diversi anni fa. Lo consiglio. Con il cuore.

Sto vivendo in un’era funambola. Chi con me la vive, diventa una sorta di equilibrista. E se cade… è la fine. In questo momento mi trovo nuovamente dislocata e senza una meta geografica definita.

In Italia.

Sono tornata per qualche mese per cause di forza maggiore, cogliendo al volo la vincita di un concorso per docenti italiano L2 -la mia supposta amata professione-: insegno a una classe di uomini con storie molto creativamente difficili. In aula ho sapori di Tunisia, Marocco, India e Pakistan. E vivo. Vivo in quelle ore. Nella vivida consapevolezza che né loro né questo paese mi daranno mai la possibilità di insegnare, di realizzarmi, di …

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Vandana, Renzi e le Donne Italiane

Credo che uno dei problemi più drammatici del nostro PAese e forse quello da cui scaturiscono parecchi problemi, sia il timore  del Femminile Adulto. Il Censis ci ricorda  che il modello soubrette, dunque giovane, è il più presente in tv. E sappiamo quanta influenza abbia la tv sulle persone. Nei giornali italiani, fate la prova io l’ho fatto recentemente, si racconta  pochissimo di donne,  pochi articoli sono scritti da giornaliste donne, e spesso  le uniche presenze femminili sono giovani ragazze svestite nelle sidebar a destra dei quotidiani online.

Stessa cosa se analizziamo i film italiani. Decine di ruolo giovani e giovanili, spesso anche senza spessore e mortificanti per le giovani donne, ma quasi totale asssenza di quei bei caratteri alla  Judy Dench, che hanno grande successo nel resto d’Europa.  Mi resta impressa nella memoria la splendida Claudia Cardinale quando anni fa dichiarò in un ‘intervista che uno dei motivi che la portavano a trasferirsi in Francia era che lì per lei c’erano ancora molte possibilità di lavoro ” per l’Italia sono vecchia” aggiunse. E se Claudia Cardinale si sente discriminata per l’età, immaginocome si debbano sentire  le sue normalissime coetanee meno dotate di fascino.

Lo provo personalmente ogni volta che vado all’estero o un giornalista di una testata straniera  mi intervista: attenzione massima, sguardo diretto al mio, grande rispetto per me come PERSONA .Qui da noi, la valutazione parte dall’aspetto fisico che oltre che attraente deve apparire giovane per essere apprezzato dall’interlocutore mascho italiano. La ragione non è …

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Lettera da..Berlino. Avere 30 anni. E Vivere Lontano da Qui

Lettera da..Berlino. Avere 30 anni. E Vivere Lontano da Qui

  Voi che mi scrivete in tante/i, leggete queste LETTERE DA…Sono uno spaccato della vita di vostri coetanei/e che ci raccontano come si vive lontano da qui. La fatica spesso è tanta, Livia lo prova da anni cosa significhi vivere in un Paese straniero, impararne la lingua-il tedesco non è facile-adattarsi ad usi e costumi diversi, sentire la lontananza. Ma imparare contemporaneamente tantissimo, ed avere una professione e sentirsi adulti/e perchè si può decidere della propria vita.

Sono le ore 06:30 del giorno 9 aprile 2013 e vi scrivo con una coperta a quadri rossi e blu e un berretto di lana in testa, seduta allo scrittoio di questo appratamento della ex- Berlino est.

P. mi ha consigliato di fare i gargarismi con la coca-cola per sedare le tonsille gonfie.

M. è uscito di casa alle ore 05:30 ed era già giorno.

Le ore di luce aumentano, le temperature no.

La sera, quando torno dal lavoro verso le 20:00 è come se fossero le 16:00 del pomeriggio e io, da otto anni ormai, trascorro questa fase dell´anno con enorme stress e le immancabili “borse sotto agli occhi”, per citare la canzone di Franco Battiato come già una volta avevo fatto nelle mie lettere. Sabato 6 aprile, nel pomeriggio, ad un´altra latitudine ma sempre in Germania, Melanie spingeva e spingeva.

Nel frattempo io raccattavo gli ultimi ospiti nella pensione per sole donne Artemisia, sperando che il mio discorso sgangherato, in un tedesco imperfetto, fosse per lo meno apprezzato come

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E i Nostri Volti, Amore mio, Leggeri come Foto

E i Nostri Volti, Amore mio, Leggeri come Foto

“Durante il diciottesimo e il diciannovesimo secolo gran parte delle proteste dirette contro l’ingiustizia sociale furono in prosa. Si trattava di argomentazioni ragionate scritte nella convinzione che, con il tempo, la gente avrebbe messo la testa a partito, e che, in definitiva, la storia fosse dalla parte della ragione. Oggi la cosa non è affatto chiara. Gli esiti non sono affatto garantiti. Le sofferenze del presente e del passato hanno scarse probabilità di essere redente da un’era futura di felicità universale. E il male è una realtà costante non estirpabile. Ciò significa che la soluzione-il venire a patti con il senso da dare alla vita-non può essere differita. Del futuro non ci si può fidare. Il momento della verità è ora. E sarà sempre più la poesia, non la prosa, ad accoglierla.

La prosa è molto più fiduciosa della poesia: la poesia parla alla ferita aperta.

Traggo questo  brano mozzafiato per la sua attualità,  dal volumetto dal titolo meraviglioso “E i nostri volti, amore mio, leggeri come foto” di John Berger critico d’arte e poeta, ed Bruno Mondadori. Berger è il volto stupendo dell’immagine in homepage che ci riporta alla memorabile dichiarazione di James Hillman “Invecchiando io rivelo il mio carattere dove per carattere devo intendere tutto il vissuto che ha plasmato la mia faccia, che si chiama faccia perchè l’ho fatta proprio io...” Faccia da innamorarsi  perdutamente nonostante i tanti anni di Berger, credo ne conveniate.

So che tra chi ci legge vi sono …

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