“Vi raggiungo al ristorante più tardi” e si affretta verso l’auto. Nonostante si sia in vacanza, non salta mai la palestra. Ci va tutti i giorni, mi dice l’amica che me l’ha presentata. E’ una donna giovane, professionista, ci siamo conosciute al mare e dunque in bikini. “Ha un fisico pazzesco” anticipa la comune amica, “non un filo di grasso” e constato che è in effetti così. Fianchi strettissimi, muscolosa e tonica, pancia tartarugata: se non fosse per il seno, piccolo e sodo, potrebbe essere un maschio, penso. Compatta. Tesa. Definita. Così come si usa ora. Corpi dove non c’è spazio per accogliere una vita nuova, corpi che non vogliono essere sorpresi dalla vita. Corpi controllati e controllabili. Corpi che metti facilmente in crisi con una semplice domanda “sei ingrassata?”
Quel corpo davanti a me non è attraente. E’ un corpo “di moda”, che corrisponde ai canoni imposti dalla moda. Ma se fossimo liberi di affidarci ai nostri istinti reali, quel corpo ci attrarrebbe? Mi chiedo

Più tardi a cena siamo in parecchi. C’è un uomo giovane e molto bello che guarda con interesse senza timore di essere notato la ragazza alla mia destra, che ride e mangia di gusto mentre contraccambia gli sguardi divertita.
“Belli quei due insieme” dico alla mia amica indicandoli. “Si, lei è simpaticissima, carina anche. Peccato che ultimamente sia un po’ ingrassata” risponde. Noto che il tipo che la corteggia non pare essere disturbato di quei chili di troppo della ragazza.

La mattina ci rivediamo in piscina. C’è anche la giovane donna palestrata. Si toglie l’abitino e rimane per un attimo ferma a bordo vasca prima di tuffarsi. Una donna che ad occhio avrà la mia età,  esclama  guardandola “che fisico! Sembra Ursula Andress”.
Mi volto stupita. Incrocio lo sguardo di un amico sorpreso.
Per i canoni attuali, Ursula Andress sarebbe da modificare. Aveva una adorabile pancetta, e fianchi evidenti che più attraenti non si può.
Non assomiglia per nulla alla ragazza di fronte.

Quello che la mia amica e la donna mia coetanea  probabilmente intendono è che la Andress rappresentava il modello di bellezza negli Anni 60 cosi come questa ragazza incarna il modello attuale. Ma oggi è talmente martellante e invasiva la proposizione di un modello unico di bellezza/stereotipo da renderci schiave tanto da assumere come nostro “il presunto sguardo maschile” che  spesso non è quello maschile reale bensì quello che i media ci propongono come sguardo maschile.
E, in mezzo a questa sopraffazione mediatica che ottunde i nostri sensi e li domina, avverto che gli uomini, proprio perché bersaglio meno appetibile per i media, conservano una libertà di sguardo spesso superiore alla nostra.
C’è di che riflettere.