“Vi raggiungo al ristorante più tardi” e si affretta verso l’auto. Nonostante si sia in vacanza, non salta mai la palestra. Ci va tutti i giorni, mi dice l’amica che me l’ha presentata. E’ una donna giovane, professionista, ci siamo conosciute al mare e dunque in bikini. “Ha un fisico pazzesco” anticipa la comune amica, “non un filo di grasso” e constato che è in effetti così. Fianchi strettissimi, muscolosa e tonica, pancia tartarugata: se non fosse per il seno, piccolo e sodo, potrebbe essere un maschio, penso. Compatta. Tesa. Definita. Così come si usa ora. Corpi dove non c’è spazio per accogliere una vita nuova, corpi che non vogliono essere sorpresi dalla vita. Corpi controllati e controllabili. Corpi che metti facilmente in crisi con una semplice domanda “sei ingrassata?” Quel corpo davanti a me non è attraente. E’ un corpo “di moda”, che corrisponde ai canoni imposti dalla moda. Ma se fossimo liberi di affidarci ai nostri istinti reali, quel corpo ci attrarrebbe? Mi chiedo

Più tardi a cena siamo in parecchi. C’è un uomo giovane e molto bello che guarda con interesse senza timore di essere notato la ragazza alla mia destra, che ride e mangia di gusto mentre contraccambia gli sguardi divertita. “Belli quei due insieme” dico alla mia amica indicandoli. “Si, lei è simpaticissima, carina anche. Peccato che ultimamente sia un po’ ingrassata” risponde. Noto che il tipo che la corteggia non pare essere disturbato di quei chili di troppo della ragazza.

La mattina ci rivediamo …

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