Monthly archive Aprile 2012

16/03/2012 – Viterbo

Seminario Genere e Generazioni, Università della Tuscia…

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08/03/2012 – Roma

Proiezione e dibattito, Casa Internazionale delle Donne…

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08/03/2012 – Roma

Seminario Genere e Generazioni, Casa Internazionale delle Donne…

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Andiamo al cinema! The Lady, la storia di Aung San Suu Kyi

Andiamo al cinema! The Lady, la storia di Aung San Suu Kyi

Ciao a tutte!

Questa volta parliamo di The Lady – L’amore per la libertà, del regista francese Luc Besson, in sala dal 23 marzo. Il film racconta la storia vera di Aung San Suu Kyi, leader democratica e Premio Nobel per la Pace nel 1991.

Dopo l’uccisione del padre, a sua volta a capo del movimento indipendentista birmano, la donna va in Inghilterra e sposa il professore Micheal Aris, da cui ha due figli. Ma quando nel 1988 scoppiano le rivolte nel suo Paese lei, accorsa in Patria per occuparsi dell’anziana madre, si rende conto della gravità della situazione e decide di opporsi al potere militare birmano, uno dei regimi più spietati del mondo.

Il racconto intreccia gli eventi storici alla vita personale di Suu, che arriva a sacrificare il proprio ruolo di moglie e madre per combattere pacificamente a favore della democrazia. E’ proprio il contrasto tra dimensione privata e collettiva che viene raccontato dal regista: Suu infatti vede restringersi la propria libertà (fino a subire gli arresti domiciliari e a rinunciare ad assistere il marito malato) per ottenerne una più grande, quella del popolo.

Il film a volte ha tratti eccessivamente epici e melodrammatici, e poteva approfondire il contrasto interiore della leader, usato dal governo birmano come arma per combattere la rivoluzione pacifica. Ma colpisce per la dedizione e la testardaggine con la quale Suu conduce la battaglia a fianco della sua gente sulle orme del padre, e soprattutto con la complicità del compagno, nonostante gli estremi sacrifici …

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Il futuro dipende da noi: Lettera da.. Parigi (4)

Il futuro dipende da noi: Lettera da.. Parigi (4)

Giulia Camin ci racconta i giorni che avvicinano alle elezioni presidenziali in Francia, parlando di politica e impegno civile. Uno sguardo ai “cugini” per capire di più di noi. Buona Lettura!

Care amiche e cari amici, nonostante le giornate si stiano allungando, vento freddo e nuvoloni grigi sembrano allontanare sempre più l’arrivo della primavera. Un vero peccato perché qualche settimana fa, raggiunti i 20 gradi, Parigi, le sue migliaia di brasserie e i loro micro-tavolini tondi disseminati un po’ ovunque avevano fatto fiorire la città facendo respirare un’atmosfera prematuramente estiva e vacanziera. Ma non è solo il sole o la primavera che qui aspettiamo con impazienza. In Francia è tempo di cambiamenti: le elezioni presidenziali sono in arrivo, scuotono il paese e lo fanno vibrare. Oramai manca davvero pochissimo, i miei nuovi connazionali saranno chiamati alle urne il 22 aprile. Parigi è tappezzata da manifesti, faccioni seri su sfondi alienanti lanciano i soliti slogan elettorali, inviti a comizi ed eventi di ogni tipo. Assisto stranita alla quotidiana guerra di distribuzione di volantini, e se interpellata cerco timidamente di spiegare che non potrò essere utile a nessuno visto che non ho il diritto di voto in quanto straniera. Ma queste elezioni mi stanno enormemente a cuore e parlandone me ne rendo sempre più conto: sì, mi piacerebbe poter dire la mia, questa volta, qui in un paese dove non sono nata, ma dove abito e  lavoro.

Da parecchi mesi mi sono messa di impegno, ho cercato di seguire quella che sentivo …

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Voglio una Risposta. Qui

Voglio una Risposta. Qui

Marina Terragni nel post di oggi si interroga su come sia possibile che la massa di corrotti che ci governa sia così impunita:

“Com’è che questi continuano a parlare delle loro ruberie al telefono? mi sono chiesta, leggendo l’ennesima tornata di intercettazioni sulla Lega. Che le comunicazioni vengano intercettate lo si sa: mentre la crisi ci stava già mordendo i garretti, abbiamo passato un’annata buona di lavori parlamentari del tutto inconcludenti soltanto su questo.Dico a un’amica: ma se io e te rubiamo, non è che ne parliamo al telefono. Ci vediamo da qualche parte per spartirci il bottino. Com’è che questi invece ne conversano amabilmente, come se niente fosse? Delirio di onnipotenza”. Così ho commentato sul suo blog:

Tutto vero. Però anzichè noi donne analizzare all’infinito, perchè non passiamo all’azione? Onniponteza maschile? certo. Però l’impotenza la vedo nostra. Di che cosa abbiamo paura? Siamo il 60%della popolazione, e mai pronte, mai empowered, mai convinte nel mandarli affanculo. Quante analisi ancora, quante ricerche, quanto tempo ancora speso a parlare? Bindi finocchiaro% company non hanno coraggio. Basta! che paura abbiamo a dirlo? Avanti, andiamo avanti noi con coraggio. Magari ci facciamo male, fa niente. Ma stare in questo limbo melmoso che vita è? Invito a ragionare che tra se non ora quando e mille altri movimenti siamo una marea, potremmo provocare un terremoto, una valanga un cataclisma. Quale autorizzazione stiamo aspettando? manca un anno alle elezioni: scusate non mi è chiaro a chi dovrei chiedere se mi volessi candidare? a partiti

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Per una Democrazia Paritaria

Il 2013 sarà un anno cruciale per la democrazia paritaria e la rappresentanza femminile.

Se ne parlerà a Milano sabato14, a Palazzo Reale, Piazza Duomo 14, dalle 10 del mattino: incontro nazionale di Se non ora quando. Vi prego di venire. Raggiungendo la massa critica nelle istituzioni rappresentative le donne potranno contribuire con il loro sguardo e la loro differenza alla formazione delle agende politiche e alla costruzione di una nuova visione per il Paese. L’obiettivo è riprodurre a livello nazionale l’esperienza delle giunte di Milano, Bologna, Torino, Cagliari: 50/50 a ogni livello, condizione necessaria, anche se non sufficiente –sul passaggio dal 50/50 al patto di genere c’è molto da lavorare- per il cambiamento che noi tutt*, donne e uomini, auspichiamo.

Grande parte delle nostre energie dovranno convergere in questa direzione, individuando gli strumenti più efficaci.

Eccone alcuni

LEGGE ELETTORALE

Anche se nessun dispositivo può sostituire la volontà politica di eleggere un maggior numero di donne, sono indispensabili misure antidiscriminatorie che variano secondo il modello elettorale. In coda al post, alcune proposte elaborate dalla costituzionalista Marilisa D’Amico e da Stefania Leone (*).

Dopo le elezioni di maggio alla Camera si voterà su un testo unificato bipartisan sulla doppia preferenza di genere al voto amministrativo. Solo il lavoro trasversale delle donne di tutti gli schieramenti unite nel patto di genere può garantire risultati in tema di rappresentanza, come dimostrato dalla legge Golfo-Mosca sui cda delle società quotate in Borsa.

C’è il rischio che il voto segreto –bastano 40 firme per ottenerlo- …

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