Queste sono alcune delle mail e dei commenti che riceviamo al blog. Per me rappresentano la motivazione profonda per continuare.
Credo sia importante anche per voi leggere dei ragazzi e delle ragazze che incontro nelle scuole. Tra dieci anni saranno le nuove adulte e i nuovi  adulti italiani.

“Ti scrivo contenta che stamani a Perugia (alla sala S.Anna) mia figlia di 13 anni e mezzo ti abbia ascoltata prima ancora di me, che avrò questa opportunità domani sera sempre a Perugia.
E’ tornata da scuola con un gran sorriso, non si sentiva tanto bene oggi, ma era così contenta di essere venuta a sentire qualcosa che capisce la riguarda così da vicino.
Mi ha detto che c’erano molti ragazzi tutti molti interessati e presi da te, che evidentemente riesci a coinvolgerli nel parlare di loro stessi e del loro futuro modo di vedersi, e dal documentario che parla da solo.
Adesso la guardo mentre riposa sul divano e penso a quello che sono e a quello che vorrei essere e soprattutto a tutto quello che posso cercare di trasmetterle, per fare in modo che il suo essere donna sia pieno di tutte le accezioni positive che racchiude.
Quando un anno fa ci siamo comperate il tuo libro, non avrei mai creduto che lei lo avrebbe letto e finito ancor prima di me.
Le nuove generazioni ci sono, le future donne anche, portiamole con noi in questo cammino … averle vicino è come rinascere donne un’altra bellissima volta.” Simona

Vabbè scrivo qui perché davvero non saprei dove altro scrivere, anche se il mio commento non è inerente al suo post. Le volevo solo fare, in super ritardo i complimenti per il suo splendido libro. Ho 18 anni e sento molto questo problema, anche se non guardo i programmi che lei mostra nel suo documentario. Non lo dico per vantarmi, perchè di tv ne guardo, ma non quella, e nemmeno quella “intellettuale-politica-blabla”. Pur non guardandoli, mi sento sempre sotto pressione, il mio corpo non mi piace mai, e quando vedo sui giornali le foto di ragazze perfette mi sento tipo il gobbo notre dame quando si innamora di Esmeralda ma sa di non poterla avere perché è orrendo. vabbè, come metafora è orrenda, ma non saprei come scrivere altrimenti! Prima non sapevo nemmeno l’esistenza di questo documentario, ma quando mia madre mi ha trascinato al festivaletteratura a mantova e ho assistito al suo incontro, mi ha incuriosito tantissimo. Così ho guardato il documentario e ho letto il libro, e devo realmente ringraziarla di cuore perchè mi ha reso più consapevole di un problema sociale,e non è poco per una come me che quando capirò come si sta al mondo, scenderanno buddha, dio e tutti gli altri a dirmi: “era ora!” e si getteranno a terra urlanti di felicità. ma soprattutto la devo ringraziare perché mi sento tutelata e consolata per tutto quello che ha scritto sul libro e detto sul documentario. Grazie grazie grazie!:)” Io e Basta.