IMG_2494I vecchi di tutto il mondo si assomigliano, per nostra grande fortuna. Seduta nel piccolo caffe di questo sperdutissimo villaggio del nostro mediterraneo, osservo, non vista, un uomo anziano sotto un pergolato d’uva. Da più di mezz’ora sta immobile, un bastone semplice tra le mani, vestito così come hanno vestito per secoli i nostri vecchi dalla Sicilia alla Grecia. Tutt’intorno è un brulichio di persone che vanno e vengono dal locale, che parlano, si salutano, scherzano. Lui sta.
Guarda, non noi, direi, guarda un punto che parrebbe lontano, ma più probabilmente è il filo di un ricordo che sta seguendo. Sta e guarda come ha visto fare a suo padre probabilmente, a suo nonno e ai molti altri che lo hanno preceduto.
Qui non arrivano i giornali ma internet sì, e non ho ancora capito se è una forma di evoluzione o no.
La borse europee crollano, ho così la possibilità di leggere, i Governi, e non solo il nostro Governo, non sanno cosa fare: qualcuno azzarda licenziamenti, tagli, idioti accorpamenti di giorni festivi: come se bastasse, come se qualcuno ci credesse che basterà mettere insieme il 2 giugno e l’immacolata per salvarci da un crollo che è di un sistema, e che noi siamo impreparati ad affrontare. Basterebbe dire:” Non sappiamo cosa fare, dobbiamo prendere tempo, siamo ad un punto di svolta epocale e non abbiamo gli strumenti. O forse li potremmo avere, ma sarebbero impopolari e forse perderemmo il vostro consenso e dunque i vostri voti, e dunque i nostri privilegi, e dunque i nostri tanti soldi, le barche le case, i figli grassi di certezze, nessun dubbio mai a scalfirci quelle che una volta si chiamavano coscienze.”
E così per salvare il culo al caldo di pochi milioni di persone nel mondo, il mondo va a rotoli. Ed è chiaro che quando tutto crollerà, anche i pochi col culo al caldo avranno da affrontare le loro belle difficoltà. Non ho mai riso tanto come quando visitai un paio di anni fa un’amica nella sua casa svizzera: dalla taverna entrammo nella cantina dove teneva i vini; mi stupii che ci si accedesse attraverso una porta enorme pesantissima che mi ricordò quella delle banche: era il rifugio antiatomico, l’amica mi spiegò, che tutti possiedono ma che dopo anni di inutilizzo i cittadini svizzeri hanno destinato a scopi piu utili: che te ne fai del rifugio antiatomico,pensai, se quando esci il mondo non dovesse esistere più?
Il mondo dominato dall’idiozia.
E intanto il vecchio sta, guarda e sta.
Io un po’ di ansia ce l’ho. Non per me, e nemmeno per i miei figli.
Ansia per non avere saputo fare meglio.
Meno male che c’è questo vecchio, grazie a Dio che lui c’è, sembra così fermo e la sua immobilità mi fa sperare che non tutto crollerà, che qualche speranza c’è, che lui sa qualcosa della vita, la vita  che continua comunque, qualcosa che io forse non sono stata ancora capace di imparare da mio padre, che è un vecchio meravigliosamente come questo che ho qui oggi, davanti a me.